Continuiamo con le immagini delle celebrazioni del Natale, questa volta dalla nostra chiesa, in una nuova galleria fotografica. Ringraziamo come sempre il nostro amico Alberto Ceoloni per il suo contributo a ritrarre la vita della nostra parrocchia.
11/01/2015
Parigi: estremismo violento genera estremismo violento
Il recente attentato terroristico a Parigi ha suscitato, com’è giusto che sia, reazioni molto diverse e riflessioni tra quanti temono che l’attentato non sia che un modo di strumentalizzare le paure collettive e distogliere l’attenzione da violenze ancor peggiori perpetrate in nome della civiltà e del progresso. Padre Andrew Phillips ci aiuta a riflettere, in un articolo che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, su quanto l’estremismo dell’attentato parigino sia il risultato diretto dell’estremismo “progressista” che ha portato violenza in tutto il mondo.
Le funzioni funebri non sono proprio un argomento natalizio: di fatto sono sospese durante tutti i giorni santi da Natale all’Epifania. Tuttavia, in questi giorni abbiamo avuto occasione di discutere di un particolare curioso relativo ai riti funebri: perché, nelle chiese di tradizione romena e moldava, al termine delle commemorazioni funebri si fanno oscillare verso l’alto la coliva e le altre offerte in memoria dei defunti. Cerchiamo di scoprire il significato di questo gesto nella riflessione che proponiamo nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
Il nostro decano locale, l’archimandrita Amvrosij (Makar), ci ha fatto visita in chiesa portandoci un insolito quanto gradito ospite: il maestro chitarrista Viktor Zinchuk, uno dei più celebri virtuosi della chitarra nel mondo. Viktor Ivanovich, che conosce bene l’italiano, è rimasto contento della nostra chiesa e ci ha promesso di visitarla ancora quando tornerà in Italia per fare il pellegrinaggio alla festa di san Nicola in giugno. Speriamo in quell’occasione di chiedere un saggio musicale alla “chitarra d’oro della Russia”. Intanto, possiamo familiarizzarci con il suo sito ufficiale, e ascoltarlo insieme al suo collega chitarrista Dmitrij Lobanov (che è stato anche lui in visita alla nostra chiesa) in un breve brano di concerto:
Una delle qualità delle festività ortodosse è che queste si prolungano nel tempo, e non si limitano al singolo giorno della festa. Pertanto, in un senso molto vivo, oggi è ancora Natale, e lo sarà ancora per molti giorni... continuiamo pertanto nello spirito della festa a vedere immagini delle celebrazioni natalizie in tutto il mondo, fornite dai servizi stampa di RT e Tass, in un documentario fotografico nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
08/01/2015
L'Ucraina che ci è sempre piaciuta (e che ci piacerà sempre)
Ogni essere umano ha un "buco a forma di Dio" dentro di sé. Quando le aspettative delle feste di Natale non si materializzano, oppure – peggio ancora – si materializzano e le scopriamo insoddisfacenti, forse è arrivato il momento di provare a riempire il "buco a forma di Dio" con Dio stesso, il solo che può riempirlo. Ascoltiamo riflessioni e idee a proposito in un testo di padre Richard Rene, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Ortoprassi” dei documenti, come nostro regalo di Natale ai lettori.
06/01/2015
Al Moleben per il nuovo anno, il patriarca Kirill ha pregato per la Russia, per l'Ucraina e per tutta la Rus' storica
Il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' ha espresso un augurio che "il 2015 sia l'anno della bontà di Dio" per tutta la Rus' storica. Celebrando il Moleben di Capodanno nella Cattedrale di Cristo Salvatore, alla vigilia del nuovo anno ha esortato tutti i cristiani a pregare per il cammino della propria vita, per la patria e per tutta la Rus' storica.
"Oggi stiamo attraversando una tappa complicata della vita. Preghiamo per la nostra patria e per tutti i popoli. E soprattutto perché nell'intero spazio della Rus' storica si arrestino le lotte intestine e il flusso di sangue, e perché regni la giustizia, poiché senza giustizia non può esserci la pace, "- ha detto il primate della Chiesa ortodossa russa.
Il patriarca ha sottolineato che "tutta la confusione, tutti i conflitti che causano sofferenza, provengono dalla nostra incapacità di vivere secondo la legge di Dio". "Il Signore ha chiamato gli esseri umani alla pienezza della vita, a ciò che chiamiamo felicità. In risposta alla nostra fedeltà, il Signore ci accompagna attraverso tutte le prove," - ha affermato il patriarca.
Il 31 dicembre e il 1 gennaio si svolgono funzioni religiose di Capodanno in tutte le chiese della Chiesa ortodossa russa. Nella notte di Capodanno in un certo numero di chiese si celebra la Liturgia. A Mosca lo fanno in più di 10 chiese. Ogni anno il loro numero aumenta, e la liturgia notturna di Capodanno è diventata sempre più popolare.
05/01/2015
L'Ortodossia in Sud Africa prima e dopo l'apartheid
Il padre diacono Stephen Hayes (nella foto), nostro amico e corrispondente da un ventennio, è noto ai lettori del sito per la sua spiegazione della missione ortodossa in Africa, un argomento di cui si sa ben poco in Italia. Fin dagli inizi di Internet, Stephen è sempre stato all’avanguardia nell’uso delle tecnologie della rete ai fini di informazione, e grazie a lui e ai suoi familiari. abbiamo avuto negli anni diverse occasioni di seguire lo sviluppo dell’Ortodossia in Africa. Autore prolifico, padre Stephen ha un blog molto frequentato chiamato Khanya, dalla parola che nelle lingue Zulu e Sotho significa “gloria” (lo stesso senso della desinenza greca doxa in “Ortodossia”, o dello slavonico slava in “Pravoslavie”), e abbiamo atteso con curiosità il momento di parlare un po’ più di lui ai nostri lettori. L’occasione ci è stata data da una recente intervista in cui si analizza il passato di attivista anti-apartheid di padre Stephen, e si forniscono alcuni dati interessanti sulla situazione religiosa del meno noto tra i paesi dei BRICS. Presentiamo l’intervista in traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
04/01/2015
Le guerre passate della Russia: un rapido sguardo alla storia
Con l’anno nuovo incominciano anche tutte le apprensioni ereditate dalla crisi del 2014, e sembra che molti ne stiano approfittando per seminare “rumori di guerre” (Mt 24,6). Saker cerca di rassicurarci (non per partito preso, ma perché il Vangelo stesso ci esorta a non allarmarci”), con la sua analisi di un libro sulle storie delle guerre combattute (e quasi sempre vinte) dalla Russia negli ultimi tre secoli. Presentiamo quest’analisi in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
La notizia della morte di un sacerdote ortodosso non si dà mai a cuor leggero, ancor più quando muore un prete monaco che viene in pellegrinaggio nel nostro paese. Ma la morte dello ieromonaco Ilia (Kartozia), superiore del monastero ortodosso di san David il Costruttore a Mtskheta, in Georgia, è anche una storia di speranza e di fiducia. Padre Ilia, che è stato uno tra le vittime del naufragio del traghetto Norman Atlantic il 29 dicembre, è riuscito a condurre in salvo i pellegrini georgiani del suo gruppo e a confortarli, dicendo loro di non dimenticarsi di Dio nei pericoli, e ha preferito rischiare la morte pur di permettere il salvataggio di una donna con la sua bambina. Che l'esempio, il coraggio e la serenità di padre Ilia ci aiutino quando anche noi ci troveremo in momenti tristi o tragici.
Sul sito I sentieri dell'icona, possiamo trovare una descrizione più accurata dell'episodio, con l'intervista a uno dei pellegrini sopravvissuti.
Agli arcipastori, pastori, monaci e a tutti i fedeli figli della Chiesa Ortodossa Russa
Sacratissimi arcipastori, reverendi padri,
venerabili monaci e monache, cari fratelli e sorelle!
A tutti coloro che vivono in diverse nazioni, città e paesi, ma costituiscono la sola Chiesa ortodossa della Rus', mi rivolgo in questa notte santa e di cuore mi congratulo con voi per la festa del Natale che porta la salvezza del mondo. Vi saluto cordialmente, miei cari, e in preghiera auguro che tutti noi siamo pieni di gioia spirituale nella partecipazione congiunta a questa grande festa e che godiamo di una festa della fede come figli e figlie di Dio e amici di Cristo (Gv 15,15).
Ora contemplando il mistero dell'Incarnazione, cerchiamo di capire quale sia il significato degli eventi che hanno avuto luogo duemila anni fa a Betlemme, e che cosa questo abbia a che fare con noi e con i nostri contemporanei.
Il santo apostolo Paolo scrive: "Quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figlio (unigenito), nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli" (Gal 4, 4-5). E cosa ha preceduto questa pienezza dei tempi? Tutta la storia dell'umanità prima della Natività di Cristo, infatti, è una storia di ricerca di Dio, in cui i migliori intelletti hanno cercato di capire chi è la fonte di quelle forze soprannaturali, di cui ognuno sente in un modo o nell'altro la presenza nella vita.
Sul sentiero delle persone in cerca di Dio che cercano di trovare la verità, si cade in tutti i tipi di errori. Ma né la paura dell'uomo primitivo dei fenomeni terribili della natura, né la divinizzazione di elementi naturali, di idoli, e qualche volta di se stessi, e nemmeno le poche intuizioni che illuminavano i filosofi pagani, hanno portato la gente al vero Dio. E "il mondo con la sua sapienza non ha conosciuto Dio" (1 Cor 1, 21), Dio stesso si è compiaciuto di farsi vicino alla gente. Con gli occhi spirituali contempliamo un grande mistero di pietà: il Creatore si mette al livello della creatura, prendendo la natura umana, subendo umiliazioni, morendo sulla croce e risorgendo. Tutto questo la supera comprensione umana ed è un miracolo che rivela la pienezza della rivelazione che Dio fa di se stesso alla gente.
Cristo è nato – e il mondo ha trovato la speranza, Cristo è nato – e l'amore regna per sempre, Cristo è nato – e il cielo si china sulla terra, Cristo è nato – e la stella di Betlemme segna un percorso infallibile verso Dio, Cristo è nato – e che nessuno creda al trionfo del male, perché siamo salvati per grazia mediante la fede, e ciò non viene da noi, ma è dono di Dio (Ef 2,8).
In attesa e anticipazione della venuta del Messia, il profeta Isaia esclama: "Dio è con noi" (Is 8, 10). La sua parola ispirata fino a oggi è fonte di gioia indicibile per milioni di cristiani. Nato a Betlemme, il Signore nasce nei nostri cuori e vive con noi, se gli siamo fedeli e formiamo la sua Chiesa. È con noi quando facciamo buone azioni. È con noi quando aiutiamo gli altri. È con noi quando proviamo compassione e simpatia. È con noi quando riconciliamo gli avversari. È con noi quando perdoniamo, e non teniamo a mente i torti. È con noi quando preghiamo e partecipiamo ai sacramenti, soprattutto al sacramento stesso del ringraziamento, la Santa Eucaristia.
La festa della Natività di Cristo ci dice la cosa più importante: siamo chiamati a imparare ad amare e servire Dio, nostro Salvatore, che ha dato questa salvezza a tutti i popoli e in ogni tempo, e che ora estende le sue braccia verso ciascuno di noi. Formando l'abitudine di una vera adorazione di Dio e di una riverente supplica verso di lui, allo stesso tempo, impariamo a servire i nostri vicini, mostrando la fede che opera per mezzo della carità (Gal 5,6).
E a noi resta poco da completare – rispondere alla grazia salvifica di Dio con la nostra obbedienza, la nostra fiducia nelle parole del Signore, il nostro desiderio di obbedire ai suoi comandamenti. Se impariamo questa grande verità, allora molto cambia, non solo in noi stessi, ma intorno a noi. Saremo in grado di impostare correttamente le priorità dei valori, potremo tranquillamente, serenamente e con fiducia percorrere la strada della vita preordinata per noi, dando lode e grazie a Dio.
E per raggiungere questo stato d'animo, dobbiamo essere un popolo ortodosso non solo nelle indagini sociologiche, ma nelle nostre convinzioni profonde e nello stile di vita, come erano accesi di fedele ed amore per Dio i nostri pii antenati. Tra questi un posto particolare è occupato dal battezzatore della Rus', il santo grande principe Vladimir, pari agli apostoli. Quest'anno si festeggia il 1000° anniversario della sua beata morte. È a lui che si deve il fatto che noi siamo portatori di un'alta vocazione cristiana, e, insieme, costituiamo una sola famiglia di popoli fratelli ortodossi della Rus' storica. Così è stato, è e sarà. E nessun problema o prova temporanea, nessuna forza esterna può terminare questi secolari legami spirituali e culturali degli eredi del fonte battesimale di Kiev.
In questi giorni santi del Natale la preghiera di tutta la Chiesa e la mia intenso preghiera vanno alla pace nella terra ucraina. Indipendentemente dal luogo di residenza dei loro figli, dalle loro opinioni politiche o preferenze, la Chiesa ortodossa russa compie una missione importante, che le ha lasciato Cristo stesso (Mt 5,9). Ha fatto e sta facendo tutto il possibile per unire le persone e aiutarle a superare le conseguenze dell'odio.
Al centro di ogni confronto, odio e divisioni sta il peccato, che, secondo il venerabile Justin di Ćelije, "con tutta la sua forza compie una sola cosa: allontana l'uomo da Dio, e lo disumanizza" (venerabile Justin (Popović), Abissi filosofici). E noi vediamo in quale condizione infernale talvolta abita l'uomo che ha perso la dignità conferita dal Creatore.
La Chiesa, in nome di Dio, proclamando costantemente alla gente la grande gioia (Lc 2,10) della nascita del Salvatore, esorta tutti coloro che sono nati sulla terra a credere e a cambiare per il meglio. Offre un cammino di ascesa verso Dio – dalla ricerca di Dio alla conoscenza di Dio, dalla conoscenza di Dio alla comunione con Dio, dalla comunione con Dio – alla somiglianza con Dio. Sant'Atanasio il Grande, vissuto nel IV secolo ad Alessandria, ha espresso in parole meravigliose lo scopo della venuta del Salvatore nel mondo: "Dio si è fatto uomo perché l'uomo si facesse Dio". Non per propria natura, ma per grazia di Dio. Tutta l'esperienza secolare della Chiesa lo dimostra: si compie una vera trasformazione, una deificazione per un atto di grazia attraverso la volontaria co-operazione di Dio e dell'uomo. Ed è difficile da raggiungere, in obbedienza al Creatore, senza cadere nella tentazione diabolica del serpente, che ha offerto ai nostri primi progenitori di partecipare dell'albero della conoscenza del bene e del male, e di diventare subito come dei. (Genesi 3,5). Chiunque vive di fede sa che è proprio la fedeltà a Dio che lo tiene lontano da cattive azioni e pensieri, che proprio la fede lo ispira a gesta e a fatiche per la gloria di Dio e per il bene degli altri.
Congratulandomi con tutti voi per la grande festa di Natale e per il nuovo anno, vorrei augurarvi sinceramente buona salute, pace, prosperità e una generosa assistenza dall'alto, in una sequela senza inciampo del nostro Signore e Salvatore.
Il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, egli stesso... vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta. A lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen (1 Pt 5,10-11).
Eccovi un video che come spettacolo pirotecnico non vale granché, ma riscalda il cuore più di qualsiasi bella sequenza di fuochi d'artificio: alla mezzanotte del nuovo anno, su quel che resta dell'aeroporto di Donetsk sono stati lanciati razzi illuminanti, al posto delle bombe che hanno terrorizzato ormai da mezzo anno la popolazione di una città grande quanto Torino.
Buon 2015 a tutta la popolazione sofferente della Novorossija!
Iniziamo il nuovo anno con qualcosa di vecchio con un valore nuovo. Alcune risposte di padre Andrew Phillips a un ricercatore che sta ricostruendo la storia della crisi della diocesi di Sourozh possono sembrare acqua passata, ma hanno per noi un valore molto attuale. Intanto, ci insegnano che le sperimentazioni indipendenti nel mondo dell’Ortodossia sono mortalmente pericolose. Dato che una Chiesa ortodossa esiste e va avanti da secoli, il compito principale dei nuovi ortodossi è assimilarne la vita. Ogni indipendentismo crea molte più vittime che superstiti. Se tutti quelli che si sforzano di portare avanti il messaggio della Chiesa ortodossa in Italia volessero fare tesoro di queste lezioni, forse il 2015 potrebbe essere più ricco di speranze per loro stessi e per quelli che li incontreranno.
Presentiamo le risposte di padre Andrew nella sezione “Pastorale” dei documenti. Potevamo metterle nelle sezioni dedicate all’Ortodossia contemporanea, alla geopolitica (il conflitto di Sourozh è stato alimentato da diverse concezioni geopolitiche), o più prosaicamente alle risposte alle domande, ma scegliamo la sezione dedicata all’evangelizzazione e alla crescita delle chiese, precisamente perché riteniamo la storia di Sourozh una lezione importante per imparare a non ostacolare lo sviluppo pastorale dell’Ortodossia in molti paesi, Italia compresa.