Leggiamo in traduzione italiana una grande testimonianza cristiana da parte dei fedeli delle chiese sequestrate dagli scismatici ucraini. Questo esempio dovrebbe risuonare in tutto il mondo, non da ultimo come avvertimento ai cristiani ortodossi troppo compiaciuti delle loro realizzazioni materiali.
09/02/2020
Sulla de-sovietizzazione della Chiesa ortodossa russa
Uno degli indizi più sicuri della stabilità mentale di padre Andrew Phillips, che non fa mistero della sua fedeltà alla Chiesa ortodossa russa, è la sua disponibilità a metterne in discussione i difetti, senza rinnegare tale fedeltà. Vediamo nella traduzione italiana di uno dei suoi ultimi saggi come difendersi da tre tristi tracce del retaggio sovietico (imperialismo, centralizzazione burocratica e superstizione) che ancora fanno capolino nel mondo ortodosso russo.
Ci fa piacere includere nella sezione dei documenti dedicata alla preghiera un confronto tra stili musicali ortodossi. Richard Barrett, maestro di un coro di stile bizantino greco in America, risponde alle obiezioni dei colleghi dei cori russi che gli chiedono alcune delucidazioni sugli aspetti che sembrano più ostici nel canto bizantino, come la preponderanza dei solisti o le esecuzioni che, quando non sguaiate, sembrano riprodurre parole incomprensibili, e così via. Ammiriamo la franchezza dell’autore nel riconoscere che il canto bizantino è molto più difficile da adattare a diverse lingue e culture (ed è per questo, e non per campanilismo, che abbiamo difeso fin dall’inizio la musica della Chiesa russa come modello più immediato da “importare” nella lingua e cultura italiana), e nondimeno possiamo comprendere le sue ragioni e ascoltare la splendida selezione di brani e video musicali che accompagnano la traduzione italiana dell’articolo.
07/02/2020
Al servizio degli imperi: dove sarà portato il Fanar dai nuovi padroni
Vi presentiamo in traduzione italiana un saggio dell'arciprete Vladimir Puchkov sul servilismo del Patriarcato di Costantinopoli nei confronti dei poteri dominanti, e sul danno che tale situazione sta portando alla Chiesa.
06/02/2020
Il metropolita di Poltava battezzerà personalmente i bambini delle famiglie numerose
La pratica di affidare a un patriarca o un vescovo importante la celebrazione di certi battesimi ha illustri precedenti nella storia, ed è stata usata per motivi missionari (memorabili il casi delle decine di migliaia di battesimi celebrati dall’arcivescovo Makarios di Cipro nella sua visita in Kenia nel 1957) o più prosaicamente per ragioni pastorali. Una di queste ragioni è il contenimento della crisi demografica, con la promessa che i figli di famiglie numerose avranno un battezzatore e un padrino d’eccezione. Il metropolita Filipp di Poltava, che conosciamo personalmente e che stimiamo, e l’ultimo che si è aggiunto alla lista di cui diamo la notizia nella sezione “Pastorale” dei documenti.
Siamo arrivati a febbraio, e il tema della riunione dei primati ortodossi ad Amman si fa immediato e importante: qui il nucleo del problema non è più la situazione in Ucraina o un conflitto tra patriarcati, ma la testimonianza stessa dell’Ortodossia, minacciata da rigurgiti di papismo e di etnofiletismo che ormai non è più caritatevole passare sotto silenzio. Vi presentiamo in traduzione italiana le considerazioni di padre Vadim Leonov, storico della Chiesa, e le proposte di dialogo del lettore Dionysius Reddington: troviamo significativo notare come due persone tanto diverse (dal centro dell’Ortodossia russa a Mosca all’isolata città di Lubbock nel Texas) siano giunte a suggerire strategie tanto simili per la risoluzione della crisi presente.
04/02/2020
Le SS "Galizia", gli uniati, l'olocausto e la vita in uno stato di menzogne
Vi presentiamo in traduzione italiana l’articolo di Taras Rebikov che spiega come episodi di glorificazione del nazismo sono ancora più che presenti in Ucraina occidentale, sotto la copertura e la compiacenza dei greco-cattolici.
Il metropolita Emmanuel (Adamakis), in un tentativo di difendere l’indifendibile e di scrollarsi di dosso l’immagine di fomentatore dello scisma in Ucraina, ha pensato di ricorrere alla tattica ben nota (ma indegna di un cristiano) di scaricare le proprie colpe sulla controparte, accusando la Chiesa russa di aver accolto santi “scismatici” come san Giovanni di Shanghai e San Francisco (nell’icona). Poiché l’accusa è grave, dovrà essere grave anche la risposta: leggiamo in traduzione italiana come Bernard Le Caro ci spiega che le storie delle rotture ecclesiali relative alla Chiesa russa all’estero e quelle relative agli scismatici ucraini non sono nemmeno lontanamente paragonabili.
03/02/2020
Solo un vescovo che ha dimenticato il Vangelo può proclamare al mondo il suo primato
Il metropolita Luka (Kovalenko, nella foto) di Zaporozh'e continua a parlar chiaro sulla crisi ucraina in una dichiarazione che vi abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti.
02/02/2020
5 problemi spinosi con cui l'Ortodossia si confronta
I rapporti tra le Chiese locali e le loro diocesi, le giurisdizioni sulla diaspora, i Dittici, le dipendenze delle Chiese dalle politiche statali e l’interpretazione dei Canoni dei Concili ecumenici: ecco cinque piaghe nel corpo mistico di Cristo che Andrej Vlasov cerca garbatamente di toccare in un saggio di cui vi offriamo la traduzione italiana.
01/02/2020
Siamo davanti allo spettacolo di una Chiesa che si sta disintegrando?
Dal blog Notes on Arab Orthodoxy, vi abbiamo tradotto in italiano un articolo di Raymond Rizk, rappresentante del movimento giovanile del Patriarcato di Antiochia, che ci presenta riflessioni interessanti provenienti dall’Ortodossia araba, purtroppo sempre poco conosciuta e poco ascoltata.
31/01/2020
Che cos'ha il patriarca che manca a Cristo? In cosa il Fanar e la Chiesa ortodossa russa non sono d'accordo
Vi presentiamo in traduzione italiana l’articolo di Andrej Vlasov sulle posizioni diverse e incompatibili che la Chiesa ortodossa russa e il Patriarcato di Costantinopoli hanno sul tema del primato nella Chiesa. A voi il compito di concludere quale delle due posizioni sia in armonia con la tradizione ortodossa.
30/01/2020
Veniamo tutti dal Cattolicesimo: vecchi e nuovi miti degli uniati
Una delle più profonde ferite della crisi ucraina è venuta dall’uso “disinvolto” delle informazioni per cercare di sostenere le tesi più insostenibili. Purtroppo, le assurdità delle pretese del Fanar e degli scismatici ucraini si basano pesantemente sulle assurdità delle pretese degli uniati. Qui non parliamo di semplici differenze di visione o di interpretazione, ma di vere e proprie manipolazioni dei fatti, di cui Vadim Zadorozhnyj ci offre una rassegna nel suo articolo sulla propaganda uniate contemporanea.
Domenica 26 gennaio 2020, dopo aver celebrato la Divina Liturgia nella sua parrocchia a Mosca, si è addormentato nel Signore padre Vsevolod Chaplin (nella foto), che avrebbe compiuto 52 anni il prossimo 31 marzo.
Padre Vsevolod, che assieme al protodiacono Andrej Kuraev era forse il più noto tra i rari chierici celibi (cioè non sposati né monaci) della Chiesa russa, aveva ricoperto dal 2009 al 2015 la carica di capo del Dipartimento sinodale del Patriarcato di Mosca per le relazioni tra Chiesa e società (un ruolo di grande interesse per la promozione del messaggio cristiano nella cultura contemporanea).
Ci piace ricordare che padre Vsevolod è stato uno dei primi chierici russi a visitare la nostra chiesa quando nel 2001 ci eravamo appena insediati nella sede attuale, e da allora lo abbiamo sempre seguito con interesse, traducendo e pubblicando i suoi vibranti frammenti, le sue interviste, le sue dichiarazioni pubbliche, i suoi resoconti di eventi contemporanei, i suoi commenti sulla lingua liturgica o sui pericoli della teologia della diaspora. Ci è dispiaciuto quando nel 2015 si è dimesso dal Dipartimento per le relazioni tra Chiesa e società, ma abbiamo notato che, nonostante la ragione da lui dichiarata per le dimissioni fossero le sopraggiunte incomprensioni con il patriarca, padre Vsevolod ha continuato a servire la Chiesa fino all'ultimo in tutte le sue altre capacità.
Che Dio lo riposi in pace, e dia a noi la saggezza di capire i messaggi che ha voluto insegnarci con tanta costanza.
Il mattino del 24 gennaio, all'Assemblea Generale dell'Arcivescovado all'Istituto Saint-Serge, si sono svolte le elezioni dei nuovi vescovi ausiliari.
Da 132 votanti, l'archimandrita Syméon (Cossec, a sinistra) ha ricevuto 111 voti, e lo ieromonaco Elisée (Germain, sulla destra) 121 voti.
Ricordiamo che padre Syméon era già stato pre-eletto dall'Assemblea nel 2013 in una rosa di tre candidati alla carica di arcivescovo: poi il Santo Sinodo di Costantinopoli bocciò la sua candidatura senza addurre motivazioni.
A pochi mesi dal rientro di Rue Daru nella Chiesa russa, ecco risolto con la massima semplicità (e senza alcuna interferenza) uno dei problemi che ha afflitto l'Arcivescovado per decenni: l'assenza di un vero e proprio comitato episcopale, previsto dagli statuti e mai permesso dal Fanar.