Presentiamo due ricordi di Oles' Buzina da parte di due persone che lo conoscevano, e che abbiamo già avuto modo di ascoltare e leggere sul nostro blog: il primo è Anatolij Sharij, giornalista e rifugiato politico in Lituania; il secondo è Rostislav Ishchenko, presidente del centro di analisi e previsioni dei sistemi, e rifugiato politico in Russia.
Il primo filmato è sottotitolato in italiano, grazie agli sforzi dello staff del Saker blog italiano; il secondo video è sottotitolato in inglese e tedesco.
18/04/2015
La cattedrale di Smolnyj ritorna alla Chiesa ortodossa
La cattedrale della Risurrezione a Smolnyj (San Pietroburgo), opera di Bartolomeo Rastrelli, fa parte del complesso museale delle quattro cattedrali della capitale settentrionale della Russia (le altre sono quelle di sant'Isacco, della Risurrezione sul Sangue, o Spas na Krovi, e di san Sansone).
Trasformata in magazzino dai bolscevichi, e in seguito in sala da concerti, solo dal 2010 era stata riaperta al culto. Il 14 aprile 2105 Nikolaj Burov, direttore del museo delle quattro cattedrali, ha annunciato che la proprietà di Smolny, oggi statale, passerà alla diocesi di San Pietroburgo.
Assassinato a Kiev (via Degtjarevskaja 58) il 16 aprile 2015
Lascia una moglie, una figlia e un paese impazzito
Oggi cercano di farlo passare per "attivista filorusso", tanto per dimenticarlo più facilmente. Noi non lo dimentichiamo, e ricorderemo finché avremo voce che si trattava di un ucraino che amava la sua patria, che era cosciente della complessità e delle contraddizioni della sua terra, e che come uomo di cultura e di principi, non era disposto a bere supinamente le idiozie nazionalistiche oggi spacciate per storia ucraina. E non facciamoci illusioni... è solo per questo che lo hanno ucciso.
L'Ucraina ha perso uno dei suoi ultimi veri intellettuali indipendenti: al mattino di giovedì 16 aprile, Oles' Alekseevich Buzina, già noto ai lettori di questo blog, è stato assassinato nel cortile di casa sua a Kiev. Proprio il giorno prima, è stato assassinato davanti a casa sua l'ex-deputato del Partito delle Regioni e organizzatore del movimento Antimaidan, Oleg Kalashnikov.
Non è difficile fare due più due e capire a chi davano fastidio persone come Oles' Buzina. Molto più difficile sarà capire come quest'Ucraina da incubo riuscirà mai a riappropriarsi della sua vera storia e della sua travagliata identità, per le quali Buzina ha offerto un contributo di enorme valore.
Riposa in pace, Oles' Alekseevich: "Никто не забыт - ничто не забыто" ("Nessuno è dimenticato - nulla è dimenticato"). Le tue parole risuoneranno attraverso ognuno di noi.
Вечная память! Eterna memoria!
17/04/2015
Doppi standard in versione albanese: La cittadinanza si concede agli allenatori, non agli arcivescovi
Dicembre 2011: Gianni de Biasi (nella foto, a sinistra), allenatore di football di nazionalità italiana (aveva portato squadre come il Modena, il Brescia e il Torino in serie A) assume il suo incarico di commissario tecnico della nazionale albanese.
Non risulta che abbia fatto domanda per la cittadinanza albanese. Eppure, dopo quasi 4 anni di lavoro, e dopo aver portato nel 2014 la squadra a vincere contro la nazionale portoghese nella partita di qualificazione agli Europei del 2016, viene insignito dal presidente Bujar Nishani del decreto presidenziale di cittadinanza albanese il 28 marzo 2015.
Giugno 1992: Anastasios Yannoulatos (nella foto, a destra), vescovo ortodosso di nazionalità greca (era stato a capo delle chiese di paesi come il Kenia, l'Uganda e la Tanzania nel patriarcato di Alessandria) assume il suo incarico di arcivescovo di Tirana, a capo di tutti i cristiani ortodossi del paese.
Appena arrivato in Albania, presenta la sua domanda per la cittadinanza albanese. Eppure, dopo quasi 23 anni di lavoro, e dopo aver dato prova di una totale fedeltà al paese, rifiutando per esempio di espatriare durante le sommosse del 1997, oggi non è ancora stato preso in considerazione per il decreto presidenziale di cittadinanza albanese.
A pochi giorni dall’ostensione della Sindone, la nostra parrocchia sta ricevendo una serie di richieste di assistere i pellegrini che verranno in visita a Torino nelle prossime settimane. Dalla cattedrale dei santi tre Ierarchi a Parigi hanno addirittura messo in rete l’invito al pellegrinaggio per il 1 maggio. Se da una parte l’assistenza ai pellegrini potrà prendere molto del nostro tempo (e ci scusiamo se per qualche volta questo significherà meno novità e aggiornamenti più brevi sul nostro blog), speriamo che la cosa ci porti anche molti altri momenti da condividere con tutti i nostri lettori, sotto forma di foto, video, testimonianze...
Il team internazionale dei blog di Saker è riuscito a inviare una rappresentante a fare un sopralluogo nel Donbass: si tratta di Dagmar Henn, l’attivista tedesca di cui abbiamo avuto modo di apprezzare l’analisi del ruolo della Germania nella crisi ucraina. Le prime impressioni di Dagmar ci giungono da una chiesa ortodossa devastata, che ha visitato scortata da un’altra donna nota ai lettori del nostro blog, Stanislava, la fiorista divenuta miliziana. Presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti questo ritratto dalla città di Donetsk che è ancora sotto i bombardamenti (e c’è poco da stupirsene: è solo la Pasqua ortodossa...).
In una serie di domande e risposte dalla sua recente corrispondenza, padre Andrew Phillips offre spiegazioni sulla storia e l’identità della ROCOR, sul tema dei non ortodossi, sul mondo occidentale contemporaneo e sui misteri legati alla fine del mondo. La traduzione italiana delle domande e delle risposte di padre Andrew è disponibile nella sezione omonima dei documenti.
Nell’ultimo numero dell’editoriale dell’OLTR (il movimento per un’Ortodossia locale di tradizione russa), il presidente dell’associazione, Séraphin Rehbinder, analizza i nuovi sviluppi nell’esarcato di Rue Daru alla luce di diverse cause storiche, tra le quali il dibattito sulla “co-gestione” nella chiesa locale, nato dalle istanze del concilio locale di Mosca del 1917. Presentiamo la traduzione italiana di questo editoriale, che getta molta luce sulle potenzialità e sui problemi di una struttura ecclesiale ortodossa in Occidente, nella sezione “Confronti” dei documenti.
Vi presentiamo una nuova galleria fotografica con le immagini riprese dal nostro amico Alberto Ceoloni durante la notte di Pasqua (lettura degli Atti degli Apostoli, Officio di Mezzanotte, processione e Mattutino pasquale).
Come ogni anno, anche in questa Pasqua ortodossa è disceso il fuoco santo a Gerusalemme (qui un breve video senza commenti, e un articolo con un video un po’ più lungo, con telecronaca). Prima che il tema del Santo Sepolcro cada in secondo piano nell’interesse collettivo, parliamo delle due famiglie dei custodi musulmani che hanno il compito di aprire e chiudere ogni giorno la porta d’ingresso, in un’intervista che presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti.
12/04/2015
Messaggio di Pasqua di sua Santità il patriarca Kirill a tutti gli arcipastori, pastori, diaconi, monaci e a tutti i fedeli figli della Chiesa ortodossa russa
Il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' si rivorge agli arcipastori, pastori, diaconi, monaci e a tutti i fedeli figli della Chiesa ortodossa russa con il tradizionale messaggio di Pasqua.
Beneamati nel Signore confratelli arcipastori, reverendi padri, pii monaci e monache, cari fratelli e sorelle!
Con gioia vi saluto con l'antica e sempre nuova e rassicurante esclamazione trionfale:
CRISTO È RISORTO!
In queste mirabili e vivificanti parole risuona veramente il fondamento della nostra fede, il dono della speranza, la fonte dell'amore.
Ieri abbiamo pianto insieme ai discepoli del Signore la morte del nostro amato Maestro, e ora partecipiamo al trionfo – visibile e invisibile – del mondo intero: "Cristo s'è risvegliato, eterna esultanza " (Canone di Pasqua). Ieri sembrava persa l'ultima speranza di salvezza, e oggi abbiamo ricevuto la ferma speranza della vita eterna nel giorno senza tramonto del regno di Dio. Ieri lo spettro della corruzione incombeva sul creato, mettendo in discussione il senso stesso della vita sulla terra, e oggi annunciamo a tutti la grande vittoria della vita sulla morte.
L'ispirato apostolo Paolo, parlando dell'importanza di un miracolo avvenuto in una notte passata, ma sempre vicina a ogni cristiano, indica chiaramente che questo evento è il più importante per la nostra fede. Infatti "se Cristo non è risorto, allora la nostra predicazione è vuota, e vuota è anche la vostra fede" (1 Cor 15:14). La Pasqua del Signore è il cuore e l'irresistibile forza del cristianesimo: nelle parole di san Filarete di Mosca, essa crea la speranza, accende l'amore, ispira la preghiera, produce la grazia, illumina di saggezza, disperde ogni male, e persino la morte stessa dona vitalità alla vita, offre la beatitudine non in sogno, ma nei fatti, offre la gloria non come un fantasma, ma come un eterno fulmine di eterna luce, che illumina tutto e non distrugge nessuno (Predica del giorno di Pasqua del 1826).
Alla fede nella risurrezione di Cristo è indissolubilmente associata anche la fede della Chiesa nel fatto che il Figlio di Dio incarnato, compiuta la redenzione del genere umano, e rotte le catene del peccato e della morte, ci ha dato la vera libertà spirituale e la gioia di essere riuniti con il nostro Creatore. Con questo dono inestimabile del Salvatore siamo pienamente coinvolti tutti noi in questa notte luminosa nelle chiese ortodosse, per condividere, nelle parole di san Giovanni Crisostomo, il banchetto della fede.
La Pasqua è il culmine del percorso spinoso del Salvatore, coronata con la sofferenza e il sacrificio sul Golgota. Non è un caso che nei testi patristici e liturgici Cristo sia ripetutamente indicato come colui che "compie il podvig della nostra salvezza." "Infatti vi ho dato l'esempio" (Gv 13:15), dice il Signore ai discepoli, e incoraggia tutti noi a seguire l'esempio della sua vita.
Ma come possiamo emulare il Salvatore? Come può essere il nostro podvig in relazione alla realtà della vita moderna? Oggi, quando pronunciamo questa parola, nella mente della gente c'è spesso una certa immagine di un guerriero leggendario, una figura storica o un famoso eroe del passato. Ma il significato di podvig non è l'acquisizione di una forte gloria o l'ottenimento di un'accettazione universale. Attraverso un podvig, invariabilmente associato ai nostri sforzi interiori e limitato a noi stessi, siamo in grado di conoscere nell'esperienza un amore vero e perfetto, perché il sacrificio che sta alla base di ogni podvig è la più alta manifestazione di questo sentimento.
Il Signore ci ha chiamati al podvig dell'amore attivo, incarnato nel servizio disinteressato verso gli altri, soprattutto di coloro che coloro che hanno particolarmente bisogno del nostro sostegno: i sofferenti, i malati, i solitari, gli scoraggiati. Se questa legge della vita, che è stata così chiaramente presentata ed espressa nella vita terrena del Salvatore stesso, diventerà retaggio della maggioranza, la gente sarà veramente felice. Chi serve gli altri ottiene incomparabilmente di più di quanto dona: il Signore stesso entra poi nel suo cuore, e nella comunione della grazia divina cambia tutta la vita umana. Come non c'è santità senza sforzo, così senza Calvario non c'è risurrezione, e così senza podvig non è possibile una genuina trasformazione morale e spirituale dell'individuo.
Quando il podvig diventa il contenuto della vita, non solo di un individuo, ma anche di tutto un popolo, quando si sforza di riunire verso l'alto i cuori di milioni di persone pronte a difendere la loro patria, a difenderne gli alti ideali e valori, allora succedono cose davvero sorprendenti, miracolose e talvolta anche inspiegabili in termini di logica formale. Un tale popolo riceve un potere spirituale, e disastri e nemici non sono in grado di sormontarlo. Prova evidente della verità di queste parole è la vittoria nella Grande Guerra Patriottica, ottenuta con il podvig disinteressato del nostro popolo. Quest'anno si celebra il settantesimo anniversario di questa data trionfale.
Nelle tribolazioni e tentazioni, siamo chiamati a mantenere calma e coraggio, perché ci sono state date grandi e gloriose promesse di vittoria sul male. Non scoraggiamoci e non disperiamoci! Facciamo parte della Chiesa di Cristo, che, secondo immancabile parola del Signore, neanche le porte dell'inferno sono in grado di sconfiggere (Mt 16:18), e ci è testimone la divina Rivelazione, prevedendo che "Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più; non ci sarà più lutto o pianto o dolore, perché le cose precedenti sono passate" (Ap 21: 3-4).
In preghiera auguro a tutti voi, confratelli arcipastori, reverendi padri, cari fratelli e sorelle, la fortezza e la fermezza nella fede, la pace e l'immancabile gioia nel Signore che ha vinto la morte. Entrando nella luce della risurrezione e partecipando al mistero del miracolo pasquale, condividiamo la nostra gioia trionfante con vicini e lontani, testimoniando tutti il Salvatore risorto dalla tomba.
Che tutti i giorni della nostra vita ci portino sempre calore e consolazione, ci donino la vera gioia della vita e ispirino opere buone con le parole di fuoco del Vangelo di Pasqua:
CRISTO È RISORTO!
CRISTO È VERAMENTE RISORTO!
+ KIRILL, PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTA LA RUS'
Mosca
Pasqua 2015
12/04/2015
Discorso catechetico del nostro padre tra i santi Giovanni il Crisostomo, nel santo e luminoso giorno della gloriosa e salvifica Risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo
Se uno è pio e amico di Dio, gioisca di questa festa bella e luminosa! Se è un servo riconoscente, entri lieto nella gioia del suo Signore. Se ha penato per digiunare, si goda ora il suo compenso. Se fin dalla prima ora ha lavorato, riceva oggi il giusto dovuto. Se uno è giunto dopo la terza ora, faccia festa, grato. Se è arrivato dopo la sesta ora, non dubiti, non perderà nulla. Se ha tardato fino alla nona, si faccia avanti senza esitare. Se è arrivato solo all'undicesima, non tema per il ritardo; poiché il padrone è generoso, e riceve l'ultimo come il primo. Concede il riposo all'operaio dell'undicesima come a quello dell'ora prima, ha misericordia dell'ultimo, e approva il primo, dà a questi e fa grazia a quell'altro; accetta le opere e ha cara la volontà, onora l'azione e loda l'intenzione. Entrate tutti dunque nella gioia del nostro Signore: gli uni e gli altri, godete del salario! Ricchi e poveri, danzate in coro insieme! Astinenti e pigri, onorate questo giorno! Voi che avete digiunato, e voi che non avete digiunato, rallegratevi oggi: la mensa è ricolma, deliziatevi tutti; il vitello è abbondante, nessuno esca affamato; tutti gustate del banchetto della fede, tutti gustate la ricchezza della soavità, nessuno lamenti la povertà: è apparso infatti il regno che ci accomuna. Nessuno pianga per i peccati: il perdono infatti è sorto dalla tomba. Nessuno tema la morte: ce ne ha infatti liberato la morte del Signore; l'ha spenta lui, che ne è stato trattenuto; ha depredato l'inferno, lui che è sceso all'inferno; Egli l'ha amareggiato, quando quello gustò della sua carne. Lo previde Isaia, ed esclamò: L'inferno fu amareggiato, incontrandoti là sotto. Amareggiato, e infatti fu annientato. Amareggiato, e infatti fu imbrogliato. Amareggiato, e infatti fu ucciso. Amareggiato, e infatti fu distrutto. Amareggiato, e infatti fu incatenato. Prese un corpo, e si trovò davanti Dio. Prese terra, e incontrò cielo. Prese quel che vedeva, e cadde per quel che non vedeva. Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Dov'è, o inferno, la tua vittoria? È risorto Cristo, e sei precipitato! È risorto Cristo, e sono caduti i demòni! È risorto Cristo, e gioiscono gli angeli! È risorto Cristo, e la vita trionfa! È risorto Cristo, e non c'è un più un sol morto nel sepolcro! Cristo infatti si è svegliato dai morti e si è fatto primizia dei dormienti. A lui la gloria e il potere nei secoli dei secoli. Amen.
11/04/2015
Kiev attacca Donetsk... come previsto, al Venerdì Santo ortodosso
Tutti si aspettavano che anche il cessate il fuoco dei secondi accordi di Minsk venisse violato, dalla giunta che non ha mantenuto un solo impegno dichiarato (tranne quello di perseguitare i bambini del Donbass). Noi temevamo che il tradimento della parola si accompagnasse anche alla profanazione della fede religiosa, e così è stato: la nuova offensiva contro il Donbass è partita proprio al mattino del Venerdì Santo ortodosso. Il ricorso a questa piccineria strategica (da un paese che ha ormai cominciato a fare le liste di proscrizione dei suoi abitanti "a cui piace la Russia), unito al prevedibile fallimento della nuova offensiva militare, è un altro segno dei giorni contati del regime golpista.