Dopo che abbiamo attraversato il percorso benedetto della Santa e Grande Quaresima, è giunto il momento di glorificare in questa notte la santa Risurrezione dai morti del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, che per noi tutti è risorto, "calpestando la morte con la morte, e a chi giace nelle tombe elargendo la vita."
"Festa delle feste e solennità delle solennità" è questo giorno, che davvero ha fatto il Signore, e si addice che in questo giorno ci rallegriamo ed esultiamo. Così la Santa Chiesa ci esorta a partecipare e vivere il miracolo della Risurrezione del Signore come un fatto realmente accaduto duemila anni fa, ma la verità di questo fatto è per noi un fondamento di fede costante e una fonte di gioia spirituale.
Vi accolgo anche quest' quest'anno, devoti cristiani, con gioia, pace e speranza di risurrezione, "sapendo che Colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi" (II Corinzi 4:14) "per una speranza viva, per eredità incorruttibile, senza macchia e invisibile" (I Pietro 1,3-4).
Cari fedeli,
La grande e immortale notizia della risurrezione è stata vissuta per prima dalle donne mirofore giunte la mattina presto al sepolcro per ungere Gesù (Marco 16,1). Ma gli angeli che custodivano il sepolcro hanno annunciato loro la gioia della risurrezione incoraggiando i loro cuori pieni di paura, ma anche di amore, dicendo loro: "Non abbiate paura, ma ... piuttosto di andare a dire ai suoi discepoli che egli è risorto dai morti, ed ecco vi precede in Galilea: là lo vedrete "(Matteo 28,5-7).
Dal giorno della risurrezione del Salvatore, la paura, la tristezza e la disperazione sono rimaste lontane nel passato. Dalla bocca di Gesù, ora risuona con forza una parola, indirizzata alle mirofore e contemporaneamente a tutti i credenti: "Gioite".
Gioite per voi e per i vostri figli, perché siete stati liberati dai legami del peccato e dalla menzogna della morte. Si è compiuto ciò che lo Spirito Santo ha ispirato ai vecchi profeti: "Egli eliminerà la morte per sempre" (Isaia 25,8), "Dov'è, morte, il tuo pungiglione? Dov'è, inferno, la tua vittoria?"(I Corinzi 15,55).
Devoti cristiani,
Testimoniare la Risurrezione di Cristo, significa non solo avere nell'anima la sua icona viva e luminosa, ma sforzarsi di decifrare la stessa icona nel nostro prossimo. Significa prendersi cura non solo del nostro bene e felicità, ma nella stessa misura del bene e la felicità di tutti i nostri vicini. Sentiamo e viviamo la presenza del Salvatore Risorto soprattutto in loro.
Con la sua risurrezione, Egli estende su tutti noi la sua sollecitudine e bontà, la sua pace e il suo amore e la sua sconfinata misericordia. "In Lui viviamo, ci muoviamo e siamo". (Atti 17:28). Avvolti da queste virtù, dobbiamo svilupparle in tutta la nostra vita spirituale rimanendo in una perfetta relazione con Cristo il Salvatore risorto, presente per sempre nella Chiesa.
Perciò vi esorto tutti: arcipastori e sacerdoti-ministri, monaci e monache, anziani e giovani, soldati e governanti, a rimanere in questo momento della Resurrezione, ma anche in tutti i giorni della nostra vita assieme a Cristo, nostro Signore, e alla sua Chiesa di retta fede, offrendo preghiere costanti e opere cristiane per tutto il popolo, e per tutti.
Impartendovi la nostra benedizione ierarchica in questa luminosa notte pasquale, auguro a tutti voi di celebrare in pace e abbondanza, nella tranquillità e con una santa gioia "la Pasqua salvifica di Dio" dichiarando insieme a tutti che:
Veramente è Risorto Cristo il Signore!
Per la misericordia di Cristo risorto,
+ VLADIMIR,
Metropolita di Chișinău e di tutta la Moldova
Pasqua
anno della salvezza 2013
Chișinău
03/05/2013
Visioni per il futuro della Chiesa ortodossa in Europa
“Laddove non c’è visione, i popoli periscono” (Proverbi 29:18, KJV): i popoli ortodossi non sono un’eccezione a questa regola generale, e il loro bisogno di una visione profetica è tanto grande come quello di qualsiasi altro. In generale, chi conosce bene il proprio passato sa anche prevedere meglio il proprio futuro, e i cristiani ortodossi, che valutano con molto rispetto la tradizione ricevuta dai secoli passati, hanno qualche elemento in più per una visione del proprio futuro.
Partendo dalla visione delle nuove Metropolie nel mondo occidentale, delineata dai patriarchi Alessio II e Kirill nell’ultimo decennio, l’arciprete Andrew Phillips cerca di vedere come questo sogno si può realizzare attraverso un piano pastorale di buon senso e di alti ideali. Prendendo la possibile diocesi locale delle Isole britanniche e in particolare la zona dell’Inghilterra orientale come “casi di studio” di un modello sociologico, padre Andrew ci guida in un quadro di sviluppo molto preciso. Forse in Italia questo studio può sembrare strano, ma abbiamo solo da applicarlo al quadro della futura diocesi italiana (già in programma da alcuni anni nelle linee di sviluppo del Patriarcato di Mosca), e magari alle stesse regioni in cui abitiamo. I risultati ci riserveranno molte sorprese interessanti. Oltre all’articolo sulla visione del futuro della Chiesa ortodossa russa, che possiamo trovare nella sezione “Pastorale” dei documenti, presentiamo pure nella sezione “Geopolitica ortodossa” un altro articolo sui contributi dei popoli dell’Europa occidentale all’Ortodossia.
02/05/2013
Arcivescovo Mark (Golovkov): i compiti di un vescovo
Una recente intervista all’Arcivescovo Mark di Egor'evsk, sui compiti del vescovo, di Anton Leont’ev, del portale Pravoslavie.Ru, è apparsa anche sul sito ufficiale del Patriarcato di Mosca. L’intervista è stata sollecitata dalla creazione di numerose nuove diocesi nella Chiesa ortodossa russa, e tocca diversi temi interessanti: il paragone tra la figura del vescovo nel periodo sovietico e quella attuale, il pericolo di considerare i vescovi come burocrati, il rapporto tra vescovi e preti, i nuovi ruoli dei vescovi vicari e le risposte dei vescovi alle richieste dei fedeli. Presentiamo il testo originale russo e la nostra traduzione italiana dell’intervista a Vladyka Mark nella sezione “Pastorale” dei documenti.
Diverse parrocchie ortodosse in Occidente sembrano tormentate da un conflitto riguardo alle preghiere private (sacerdotali) della Liturgia: queste preghiere vanno recitate in segreto o a voce alta? I sostenitori delle preghiere recitate in segreto fanno notare che questa è la pratica ricevuta da secoli di tradizione ortodossa, e chi opta per le preghiere recitate a voce alta ricorda che questa pratica è ancora più anticamente attestata. Se dobbiamo esprimere una nostra preferenza personale, optiamo per le preghiere in segreto: nella nostra esperienza della Chiesa ortodossa oggi, l’ultima cosa che vogliamo augurare al culto ortodosso è un aumento del protagonismo dei suoi preti. Sentiamo comunque una valutazione dello ieromonaco Petru (Pruteanu) su questo tema, trattata con la precisione e l’equilibrio che caratterizzano i suoi studi storico-liturgici. Il saggio di padre Petru, nell’originale romeno e nella nostra traduzione italiana, è nella sezione “Preghiera” dei documenti.
01/05/2013
Verbale numero 130 della sessione del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa, del 25-26 dicembre 2012
1. Approvare il "Servizio abbreviato dell'Olio Santo" per l'uso nei casi in cui è necessario amministrare ai malati gravi che si trovano in regime di ricovero il Mistero dell'Unzione degli Infermi.
2. Pubblicare tale "Servizio" nei media ufficiali della Chiesa, e autorizzare le Edizioni del Patriarcato di Mosca a includerlo nelle collezioni liturgiche e distribuirlo per l'uso nelle diocesi.
3. Ricordare ai vescovi e ai preti la necessità di chiarire il significato del Mistero dell'Unzione pubblica degli infermi, soprattutto nei giorni di Quaresima, fatta nei monasteri e nelle parrocchie con un grande raduno di fedeli, e attirare l'attenzione di questi ultimi sul fatto che, in assenza di comparsa o peggioramento di malattie e lesioni gravi, la partecipazione a questo Mistero più di una volta l'anno, ne indica una comprensione errata.
30/04/2013
L'Ortodossia russa in America - un tempo di opportunità
La riconciliazione tra il Patriarcato di Mosca e la Chiesa russa all’Estero nel 2007 ha riconfigurato la condizione dell’Ortodossia russa in molti paesi. Forse nessuno di questi parsi è più significativo degli USA, dove si trova lo storico centro di Jordanville, che tanto ha significato nel corso del XX secolo per studi teologici, vita monastica e guida spirituale. Facciamo un salto all’interno di questo centro con la traduzione italiana di un recente articolo, che presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti.
30/04/2013
Sua Santità Kirill, patriarca di Mosca e tutta la Rus', invia auguri al vescovo Nestor nel 15° anniversario dell'ordinazione al sacerdozio
Il 24 aprile 2013, nel 15° anniversario dell'ordinazione al sacerdozio del Vescovo Nestor, Sua Santità Kirill, patriarca di Mosca e tutta la Rus', ha inviato un messaggio di congratulazioni al rettore della diocesi di Chersoneso:
A sua Grazia Nestor,
vescovo di Chersoneso
Vostra Grazia!
La prego di accettare sentite congratulazioni in occasione del 15° anniversario della vostra ordinazione al sacerdozio, insieme agli auguri di forza, coraggio e grande misericordia del nostro Signore Gesù Cristo.
Il buon inizio del suo cammino pastorale, si è realizzato nella grande cella di san Sergio, abate della terra russa, dove ha ricevuto la formazione teologica, ha preso i voti monastici ed è stato annoverato fra il clero della chiesa. Per la saggia volontà del Creatore è stato destinato a continuare le fatiche sacerdotali in Francia. Adempiemdo la prima obbedienza nella chiesa di Cristo Salvatore a Asnières, e poi nella chiesa cattedrale dei Tre Ierarchi a Parigi, ha otttenuto preziosa esperienza nella cura pastorale e nell'ordinamento della vita parrocchiale.
Il Signore, visto il suo zelo, l'ha posto come successore degli apostoli. Ora, divenuto vescovo della diocesi di Chersoneso, ha compiuto un grande sforzo per la moltiplicazione del patrimonio spirituale della Chiesa ortodossa in Europa occidentale, e guida il suo gregge alla sana dottrina di Cristo (cfr. Tit. 1, 9), in modo che esso possa essere salvato e arrivare alla conoscenza della verità (1 Tim. 2, 4).
Per la supplice intercessione della santissima Padre di Dio vi sostenga il Sovrano del mondo per rimanere in buona salute per molti anni e riversi il suo inesauribile aiuto sulle sue opere arcipastorali per il bene della Madre Chiesa.
Il metropolita Ilarion (Alfeev), nel numero di settembre 2011 della Rivista del Patriarcato di Mosca (Журнал Московской Патриархии) affronta il problema dell’uso di uno o più calici eucaristici alle Liturgie in cui concelebrano molti chierici e si comunicano molti fedeli. Questo problema non si pone abitualmente nella maggior parte delle nostre chiese in Italia, ma siccome ci auguriamo la crescita delle nostre comunità, non è male essere preparati anche a gestire la compresenza di più calici eucaristici secondo le soluzioni proposte dal metropolita Ilarion, che sono ben documentate storicamente, attente al rispetto della tradizione e della pratica, e di notevole buon senso.
Capita spesso, nelle chiese ortodosse in Italia, che i preti siano sollecitati a togliersi i paramenti dopo la Liturgia per metterli sulla testa dei fedeli, leggendo preghiere per la loro salute. Queste "preghiere di svestizione" (rugăciuni de dezbrăcare, in romeno), anche se rimandano al precedente biblico delle guarigioni effettuate dalle vesti degli apostoli (At 19:12), non hanno alcuna codificazione nella pratica liturgica ortodossa (le istruzioni della Divina Liturgia indicano inequivocabilmente al prete di rientrare "in pace" nel santuario al termine delle preghiere, per togliersi i paramenti), e sono al meglio un’esagerazione del preteso potere taumaturgico delle vesti dei santi (...ma quando mai agli apostoli è stato chiesto di togliersi i vestiti per metterli sui malati?), al peggio un abuso che copre da una parte l’ignoranza delle vere pratiche della Chiesa, e dona d’altra parte un "surrogato" di benedizione per quei fedeli che farebbero bene invece ad accostarsi alla confessione e alla comunione.
Padre Răzvan-George Topală (nella foto), sul giornale Monitorul de Suceava, ci parla di questo fenomeno nella sua esperienza pastorale, e spiega il vero senso dei paramenti liturgici. Presentiamo questo prezioso articolo, nell’originale in romeno e in traduzione italiana nella sezione "Ortoprassi" dei documenti.
La Corea è considerata un paese dove c’è spazio missionario per ogni confessione cristiana, ma spesso al prezzo di una certa concorrenza reciproca e di difficoltà economiche. Dal resoconto dell’anno 2000 fatto agli ortodossi australiani da padre Justin Kang, prete ortodosso coreano della Chiesa russa all’estero (minoritaria in Corea del Sud rispetto alla presenza ortodossa del Patriarcato Ecumenico), possiamo vedere alcune di queste difficoltà, scoprendo al tempo stesso come un approccio mite e debole può portare a numerose sorprese da parte della provvidenza divina. Presentiamo il resoconto di padre Justin Kang nella sezione “Pastorale” dei documenti.
26/04/2013
Sulla comunione a Pasqua e nella Settimana Luminosa
Con la fine della Grande Quaresima assistiamo, purtroppo, a un fenomeno preoccupante: il diradarsi della comunione tra i fedeli. Alcuni lo ritengono una conseguenza del diradarsi del numero dei fedeli (...e se invece ne fosse la causa?). Ma in alcune chiese ortodosse si assiste anche a una serie di scuse e pretesti per non comunicarsi neppure a Pasqua, e qui certamente il motivo non può essere la scarsità dei fedeli, tutt’altro.
Nella sezione “Pastorale” dei documenti, presentiamo nell’originale romeno e in traduzione italiana un saggio dello ieromonaco Petru (Pruteanu), che ringraziamo per la sua disponibilità a lasciarci fare le versioni italiane dei suoi scritti. Padre Petru analizza le attitudini verso la comunione nella Liturgia pasquale e nella Settimana Luminosa, ricordandoci (anche nelle parole dei canoni dei Concili) che la comunione in questo periodo è un atto doveroso. Speriamo che queste parole siano fatte circolare un po’ più di frequente, e magari ricordate anche dai preti ortodossi durante la loro predicazione pasquale.
Da poche ore è stato montato sulla parete orientale della navata settentrionale della chiesa un nuovo elemento pittorico, che accomoda sulla parete la croce da noi utilizzata nei giorni della venerazione della santa Croce. La pittura è una composizione di diversi elementi decorativi dell'antica tradizione russa, e ben si accompagna alla croce, dipinta per noi da un sacerdote russo di Vecchio Rito. Ringraziamo il nostro iconografo Ovidiu per questo lavoro.
L'ufficio diocesano per i media, che si occupa dell'istruzione del clero e dei fedeli della Chiesa Russa all'estero, ha preparato una lezione on-line sul tema della visione ortodossa della missione. La lezione, tenuta dall'archimandrita Ireneo (Steenberg), è stata filmata il 5 agosto 2012 nella cripta della cattedrale della Madre di Dio "Gioia di tutti gli afflitti" a San Francisco. Presentiamo il video della lezione (in inglese) con la nostra traduzione italiana nella sezione "Pastorale" dei documenti.
24/04/2013
A vent’anni dall’uccisione dei tre monaci di Optina
Il 18 aprile 2013 è caduto il ventesimo anniversario dell’uccisione dei padri Vasilij, Ferapont e Trofim di Optina Pustyn. Li ricordiamo nella testimonianza del loro amico Georgij Gupalo (oggi membro del consiglio editoriale della Chiesa Ortodossa Russa), nel resoconto in russo pubblicato da Pravmir.ru e nella nostra traduzione italiana, nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.
23/04/2013
Due filmati sulla Chiesa ortodossa a Reggio Calabria
Attraverso due video YouTube realizzati da padre Daniele Castrizio a Reggio Calabria, andiamo alla scoperta di un'isola di luce in un mare di desolazione urbana. I filmati non sono solo un invito a valorizzare quanto abbiamo di prezioso delle nostre radici ortodosse, ma anche e soprattutto una testimonianza per non trascurare il messaggio che la Chiesa ci offre continuamente. L'Ortodossia in Italia non soffre di mancanza di CULTURA (come sa chiunque ha seguito le lezioni di storia e di archeologia di padre Daniele), ma soffre di mancanza di COSCIENZA, e in questo campo occorre che ciascuno di noi si senta responsabile.