Capita ben di rado di vedere nella propria vita una Chiesa ortodossa locale che cambia il proprio nome: è quello che farà la Chiesa ortodossa serba in maggio, quando compirà la nuova revisione della propria costituzione (il cui ultimo cambiamento di grandi proporzioni risale al 1947), e adotterà il nuovo nome di “Chiesa Ortodossa Serba – Patriarcato di Peć”. Il nuovo nome (che non è nulla di nuovo: il patriarca della Chiesa serba porta già il titolo di “arcivescovo di Peć”) intende rafforzare i legami della Chiesa serba con la regione che ne è stata la culla e la radice.
10/03/2018
Una conversione in Kosovo, o come Adem è diventato Adam
Vi presentiamo in traduzione italiana la storia esemplare di Adam Mujovich (nella foto, a sinistra) un abitante di Prizren che dopo aver visto la disumanizzazione del Kosovo, ha deciso all’età di ottant’anni di chiedere il battesimo nella Chiesa ortodossa. Ci commuove e ci ispira la risposta con cui tronca le discussioni che si fanno a proposito della sua nazionalità: “Siamo di Cristo!”
09/03/2018
Gli scismatici ucraini continuano a fare scismi in Spagna
Il metropolita Polykarpos (Stavropoulos, nella foto) di Spagna e Portogallo si è trovato recentemente a fronteggiare una crisi nelle sue parrocchie di Madrid.
Membri del "patriarcato di Kiev" hanno incitato alla divisione gli ucraini che frequentano le chiese di sant'Andrea e di san Demetrio (che dipendono dal patriarcato di Costantinopoli), creando con i membri di entrambe le chiese una propria comunità, che si è stabilita presso il centro missionario ecumenico di Madrid.
Al metropolita Polykarpos non è rimasto altro che informare le autorità cattoliche locali dello status scismatico del "patriarcato di Kiev", e in seguito a questo la nuova comunità è stata allontanata dal centro ecumenico e si è trasferita nel seminterrato di una casa privata a Madrid.
La notizia dovrebbe far riflettere tutti quei vescovi del Patriarcato ecumenico che pensano di sviluppare le loro diocesi attirando ucraini insoddisfatti da Mosca. Sulle prime il progetto potrebbe sembrare anche dare frutti positivi di cosmopolitismo ortodosso, ma siccome l'insoddifazione nei confronti di Mosca è per questi ucraini una delle ragioni di promuovere il proprio scisma, prima o poi gli indipendentisti passeranno a saldare i loro conti in sospeso.
Conosciamo sua Eminenza il metropolita Polykarpos, e non abbiamo ragioni di dubitare della sua sincerità nel volere genuinamente aiutare questi ucraini che si dicono ortodossi, ma siamo anche persuasi che se avesse fatto tesoro delle lezioni storiche imparate a riguardo dalla Chiesa della Rus', avrebbe risentito di meno di questi conflitti.
Alcuni di voi ci hanno segnalato ritardi nell’aprire il nostro sito e le sue pagine.
Vogliamo rassicurarvi: il problema è dovuto al ritardo di apertura di un collegamento esterno, che si verifica probabilmente per la manutenzione della pagina a cui il nostro sito si collega. Di solito questa pagina si riallinea abbastanza velocemente, ma ci scusiamo per i disagi che avete dovuto sopportare. Se doveste continuare a rilevare problemi con il sito, vi preghiamo di segnalarceli, e provvederemo a risolverli quanto prima.
L’icona dei santi imperatori Costantino ed Elena che vedete nella foto è stata terminata dagli iconografi di Niš, in Serbia, che hanno realizzato per noi anche un’icona di san Nicola nello scorso mese di ottobre. Ringraziamo di cuore i nostri benefattori Gaetano e Slavica per la loro paziente opera di mediazione, e naturalmente gli iconografi Vlatko e Slavica per questo splendido lavoro.
Questa domanda si sente spesso tra le persone che frequentano la chiesa, ma non è quella corretta. Anzi, come padre Andrew Phillips ci fa notare nella sua risposta, è una domanda pericolosa che può contenere orgoglio e paure immotivate. La domanda corretta, posta più volte nei Vangeli (e che più volte riceve risposta), è piuttosto “come farò io a salvarmi?”
06/03/2018
Una bufala smontata: il metropolita Joseph e le ricezioni per battesimo
Nel mese di febbraio si è sparsa la voce che sua Eminenza il metropolita Joseph (Al-Zehlaoui, nella foto) dell'Arcidiocesi Antiochena d'America aveva stabilito che nella sua eparchia le conversioni all'Ortodossia avessero luogo tramite battesimo, riservandosi lui solo di approvare le eccezioni.
Questa notizia ha fatto il giro della blogosfera ortodossa americana, finendo per essere approvata con calore soprattutto da ortodossi di origine greca, tra cui George Michalopulos sul blog Monomakhos.
La notizia era un falso, e il 22 febbraio il metropolita Joseph si è affrettato a confutarla sul sito ufficiale dell'Arcidiocesi Antiochena, con queste parole:
In risposta a questioni che sono state sollevate di recente, sua Eminenza il metropolita Joseph riafferma la politica di lunga data dell'Arcidiocesi Antiochena, che è in linea con la prassi del Patriarcato ortodosso di Antiochia e di tutto l'Oriente, per quanto riguarda la ricezione dei convertiti alla Fede. Per essere chiari, il santo battesimo nel nome della santissima Trinità, seguito dalla santa cresima, è il mezzo normativo con cui si è iniziati alla santa Chiesa. Quando si ricevono quelli che entrano nella santa Ortodossia da confessioni religiose che professano una fede nella santa Trinità e battezzano con acqua nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito, la Chiesa dai tempi antichi li ha ricevuti per mezzo della santa cresima o di una professione della fede – secondo le circostanze.
In altre parole, quando è necessario il battesimo, c'è un battesimo. Quando è necessaria la cresima c'è una cresima. Quando è necessaria una professione di fede, c'è una professione di fede. Quando sorgono questioni che richiedono discernimento su come una persona deve essere ricevuta nella Chiesa, un sacerdote deve consultarsi con il vescovo locale.
05/03/2018
5 regole per ristabilire la civiltà nelle conversazioni in Internet
Partendo da un manuale russo di buona educazione del XIX secolo, Nicholas Kotar ci presenta un breve elenco dei punti fondamentali per usare la buona educazione nelle conversazioni sui social media: presentiamo la traduzione italiana di questo saggio nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
04/03/2018
Sale a 50 il numero delle chiese prese con la forza in Ucraina
Il 1 marzo, il patriarca Kirill ha dichiarato che il numero delle chiese occupate dagli scismatici in Ucraina negli ultimi anni ha raggiunto il numero di 50. A questi indegni soprusi si accompagna, purtroppo, il silenzio colpevole di chi potrebbe dare una mano per farli cessare.
La recitazione del Credo non è soltanto la ripetizione dei nostri punti di riferimento spirituale, ma anche la loro applicazione a infiniti campi di vita. Se crediamo il un Dio creatore, non possiamo anteporre gli interessi della creazione a quelli del Creatore. Se crediamo in un Dio incarnato, non possiamo anteporre le nostre idee al sacrificio di un Dio che si fa parte del suo stesso disegno per salvarci. Se crediamo in uno Spirito Santo che ci si comunica attraverso la vita nella Chiesa, non possiamo ignorare la sua voce che ci parla attraverso la Chiesa stessa. Possiamo leggere questi particolari del Credo applicato alle nostre vite nel saggio di padre Andrew Phillips che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
Nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti, vi parliamo del funerale delle cinque donne assassinate in un attacco terroristico a Kizljar (nel nord del Daghestan) dopo la fine del rito del Perdono, alla vigilia della Quaresima ortodossa. Nell’ampio reportage fotografico, potete vedere la calma e la compostezza dei fedeli. Non è carino fare paragoni fuori contesto, ma come esercizio di sobrietà quaresimale possiamo immaginare cosa sarebbe successo se una simile tragedia avesse avuto luogo sul sagrato di una chiesa in Italia...
01/03/2018
La Chiesa ortodossa serba rispetterà sempre i suoi veri amici
Vi presentiamo una breve notizia sul conferimento della più alta onorificenza della Chiesa ortodossa serba al generale Danilo Errico, ex capo di stato maggiore della KFOR (al centro nella foto, tra il vescovo Teodosije e i padri Sava e Andrej del monastero di Dečani). Questo gesto di apprezzamento da parte di un popolo oppresso sottolinea la lealtà del popolo serbo e della sua Chiesa: una lealtà che abbiamo sperimentato e che siamo sempre pronti a testimoniare di persona.
28/02/2018
Un confronto con la realtà per i lettori-vittime dell'Economist
Presentiamo la traduzione italiana di un brillante saggio di padre Andrew Phillips sui legami tra la principale rivista economica inglese e l’ideologia laicista anticristiana nell’esercizio della russofobia. Se queste idee di un parroco ortodosso inglese possono sembrare preconcette, invitiamo i nostri lettori a osservare la foto qui a fianco: è una copertina dell’Economist che inneggia a un “inizio della fine di Putin”, e sembra perfettamente adatta a una propaganda per le elezioni presidenziali russe della prossima domenica: peccato che sia la copertina che l’Economist dedicava alle elezioni presidenziali russe del 2012...
Vi invitiamo a leggere questa pagina dal sito dei media della Custodia di Terra Santa, in cui si parla di una protesta delle comunità ortodossa, cattolica e armena di Gerusalemme contro le discriminazioni fiscali governative che sembrano essere mirate a soffocare i cristiani della Terra Santa. Come atto di protesta, da domenica 25 febbraio le porte della basilica del Santo Sepolcro resteranno chiuse a tempo indeterminato, e le celebrazioni saranno tenute in privato.