Padre John Whiteford risponde alla consueta obiezione protestante se la venerazione della Croce compiuta nella Chiesa ortodossa (e che è al centro del nostro culto nella domenica appena passata e in tutto il corso di questa settimana) si possa interpretare come idolatria. Riportiamo le considerazioni di padre John nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
15 anni fa, il 24 marzo 1999, la NATO ha cominciato a bombardare la Serbia, e, infine, ha consegnato il Kosovo, il cuore storico della Serbia, a terroristi islamici. Prima di questo, la NATO si è schierata con i croati contro i serbi, con i musulmani bosniaci contro i serbi, e in Egitto si è schierata con i fratelli musulmani contro i copti e i cristiani ortodossi, e in Siria, si è schierata con i jihadisti contro i cristiani ortodossi siriani. Ora si sta schierando con gli uniati e gli scismatici contro gli ortodossi in Ucraina. È un peccato che un'organizzazione sorta per frenare l'espansione comunista sia diventata così chiaramente anti-cristiana ortodossa in ogni occasione.
26/03/2014
San Gregorio Palamas, Agostino e i "centocinquanta capitoli"
Il trattato intitolato “centocinquanta capitoli”, attribuito a san Gegorio Palamas, occupa un posto importante nella Filocalia, ed è pertanto tra i principali testi di riferimento di chi vuole approfondire la dottrina ortodossa della preghiera. Proprio in quest’opera si trovano alcuni passi che fanno pensare a un’influenza diretta del pensiero agostiniano. Dobbiamo forse pensare che Gregorio Palamas, apologeta del pensiero ortodosso contro le visioni neoplatoniche agostiniane e tomiste, usasse le stesse fonti dei suoi avversari? Oppure qualcun altro può aver interpolato un suo testo con citazioni dirette dalle opere di sant’Agostino, che san Gregorio verosimilmente non conosceva? O magari siamo in presenza di un’opera di un altro autore, successivo al periodo della controversia sull’esicasmo, che scrisse un trattato (certamente ortodosso) con citazioni agostiniane, opera che fu poi attribuita a san Gregorio Palamas? Il metropolita Hierotheos di Nafpaktos ci aiuta a comprendere le ipotesi sulla generazione di questo importante libro, in un saggio che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
26/03/2014
Ministero degli Esteri russo: Mosca sconcertata per le reazioni a una rapina a cittadini russi su un treno in Ucraina
Persone in divisa dell'esercito insurrezionale ucraino durante un controllo sul treno Mosca-Chişinău hanno costretto i passeggeri con passaporto russo a consegnare soldi e gioielli
"Sembra che in Ucraina si stia ritornando all'anarchia dell'inizio del XX secolo. Con sgomento dei passeggeri del treno 965 Mosca-Chişinău, che il 21 marzo ha fatto una sosta presso la stazione ferroviaria della città di Vinnitsa, sulle autovetture sono salite persone in divisa dell'esercito insurrezionale ucraino e si sono messe a fare un "controllo dei documenti". Ai passeggeri che presentavano passaporti russi, questi li costringevano a consegnare denaro e gioielli. I rapinatori si giustificavano con "ragioni politiche". È sconcertante che i tentativi di presentare una denuncia per rapina alla polizia locale siano stati inutili. La polizia si è rifiutata di accettare tali denunce. Ecco che razza di "stato di diritto" si sta formando oggi in Ucraina - ha detto in un comunicato il ministero degli Esteri.
25/03/2014
Perché i luterani si stanno convertendo all'Ortodossia?
Il viaggio verso l’Ortodossia di diversi luterani, soprattutto di area conservatrice, ha spinto il blogger luterano Jordan Cooper a tenere una conferenza online sulle ragioni di queste conversioni. Giudicando questa conferenza in parte viziata da pregiudizi, Gabe Martini cerca di spiegare la corretta attitudine ortodossa verso le verità dogmatiche e la discussione teologica, sottolineando come molte di quelle che sono considerate in modo assiomatico come “verità di fede ortodossa” sono in realtà opinioni legittime, anche diffuse o maggioritarie, ma non necessariamente da sottoscrivere come l’unica spiegazione ortodossa di molti punti del pensiero teologico. Presentiamo la traduzione italiana del saggio di Gabe Martini nella sezione “Confronti” dei documenti.
25/03/2014
I ruteni si appellano a Putin chiedendo un intervento di pace
La natura banditesca della giunta al potere a Kiev sta divenendo sempre più chiara con il moltiplicarsi degli appelli da parte della popolazione vessata in varie parti dell’Ucraina. La lettera spedita a Putin da Pjotr Getsko, coordinatore della rete dei ruteni e leader popolare della Rus’ Carpatica, evidenzia dove sta la vera popolazione che compie proteste pacifiche, e dove stanno invece i criminali che dovrebbero essere colpiti dalla riprovazione di tutto il mondo. Riportiamo l’originale russo e la traduzione italiana della lettera di Pjotr Getsko nella sezione “Geopolitica Ortodossa” dei documenti.
Pjotr Getsko, leader legittimo e pacifico dei carpato-russi, i veri discriminati in Ucraina
In una seria comparazione tra vie mistiche cristiane e indo-buddhiste, Valerij Dukhanin analizza per Pravoslavie.ru una serie di aspetti dello yoga e delle pratiche collegate ad aspetti religiosi non cristiani (anche laddove queste pratiche sono disassociate dal loro contesto religioso), spiegando come l’integrazione indiscriminata di elementi dipendenti da altre religioni può causare caos nella vita del cristiano ortodosso. Se è vero che una persona cresciuta nel mondo indiano può capire questi pericoli ed esercitare un certo grado di discernimento automatico (si veda l’articolo da noi pubblicato lo scorso giugno, a proposito di yoga e fede cristiana), è vero che la maggior parte degli abitanti di paesi di tradizione cristiana NON ha questi mezzi di autodifesa, anche (e soprattutto!) se si interessa alla pratica dello yoga. Troviamo perciò molto utile partire dagli avvertimenti dell’articolo di Valerij Dukhanin, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
24/03/2014
Il discorso di Putin che i nostri politici non faranno mai
Il discorso di Vladimir Putin al Forum di Valdai il 19 settembre 2013 aveva un filo conduttore molto semplice, e un avvertimento molto serio: l’Occidente sta negando le proprie radici e i propri valori morali. Le accuse che seguono da questo avvertimento non sono altro che l’osservazione delle conseguenze di questo atteggiamento denunciato da Putin senza mezzi termini. Ora che la demonizzazione di Putin nei nostri paesi sembra non essere mai stata così intensa (come, di converso, la sua popolarità non è mai stata così alta), non è fuori luogo segnalare il discorso del 2014.
Con tanti discorsi sul fenomeno delle conversioni all’Ortodossia, forse un testo dedicato al perché NON convertirsi può far alzare qualche sopracciglio: eppure, bisogna ammettere che esistono motivi sbagliati per le conversioni, così come esistono motivi sbagliati per fare pressoché qualsiasi cosa (giusta o sbagliata che sia) nel mondo.
Analizziamo perciò queste ragioni sbagliate nel testo preparato da Gabe Martini sul suo blog On Behalf of All, e che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti.
Il blog della parrocchia della Natività della Madre di Dio a Padova annuncia l’inizio di regolari celebrazioni il sabato e la domenica a Ferrara, Rovigo ed Este: ce ne rallegriamo per i fedeli, e siamo ancor di più contenti che il prete assegnato a questo compito sia padre Oleg Vascautan, amico della nostra parrocchia di Torino. Non solo conosciamo e apprezziamo padre Oleg, ma lo consideriamo un buon modello di capacità di integrazione e di obbedienza ecclesiale (doti nelle quali purtroppo non si sono distinti alcuni dei suoi confratelli). Auguriamo a padre Oleg e alla sua famiglia successo nel ministero pastorale, e non faremo mancare loro il nostro sostegno.
Divina Liturgia a Rovigo il 15 marzo 2014...
...e un ricordo della visita di padre Oleg e della sua famiglia a Torino, dove sono sempre i benvenuti
22/03/2014
Andrej Zubov: la caduta di una stella della politologia russa
Andrej Borisovich Zubov, storico della Russia del XX secolo e uno dei massimi esperti mondiali sul Daghestan e l'area nord-caucasica, è da anni un attento osservatore dei rapporti tra Chiesa e società russa. Quest'anno, in un suo articolo del 1 marzo su Vedomosti.ru, intitolato Это уже было ("È già accaduto"), ha paragonato la situazione attuale della Crimea all'annessione (Anschluss) dell'Austria e dei Sudeti da parte di Hitler. L'articolo ha creato un'enorme onda di indignazione e di riprovazione tra molti dei suoi stessi studenti, tra i quali anche membri del clero ortodosso.
La cosa ci dispiace personalmente, perché da anni consideriamo Andrej Borisovich un amico della nostra parrocchia, e perché queste sue analisi politiche, che NON condividiamo, esprimono per lo meno un desiderio di fondo di difesa della pace. Ci associamo tuttavia a quanti rimproverano al professor Zubov di aver usato un pessimo paragone storico, che si allinea alla campagna di demonizzazione mediatica contro la Russia, mettendo Putin e Hitler sullo stesso livello proprio quando l'Ucraina è governata dopo il recente colpo di stato dall'unico governo apertamente neonazista d'Europa.
Ripassando la tragica storia dell’ultimo secolo, padre Andrew Phillips ci invita a cercare i segni di un disegno divino attraverso gli episodi di ricostruzione di un mondo ortodosso che sembrava svanito per sempre. La riflessione è stimolante... la presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
L'arrivo della primavera ci ha portato oltre il traguardo degli 80.000 accessi unici al nostro sito, che prevedevamo di raggiungere allo scadere dei due anni dal rinnovo del sito (22 maggio), quindi con circa due mesi di anticipo. Il numero quotidiano di visitatori è in lento e costante aumento, e la cosa ci incoraggia a continuare a presentare materiale utile ad approfondire la conoscenza della Chiesa ortodossa. A tutti quelli che hanno contribuito e che contribuiscono a questo cammino, sia con segnalazioni sia usufruendo di ciò che mettiamo a disposizione, un grazie di cuore.
Il metropolita Philip (Saliba), nato il 10 giugno 1931 in un villaggio del nord del Libano, è deceduto per un attacco cardiaco il 19 marzo 2014 all'età di 82 anni. Per 48 anni, dal 1966, era stato a capo dell'Arcidiocesi Antiochena del Nord America, ed era tra i vescovi ortodossi in America quello di più lunga anzianità di servizio. Abile a destreggiarsi nella politica ecclesiastica, riuscì a guarire una divisione tra due giurisdizioni antiochene in America nel 1975, facilitò l'ingresso di molti convertiti (soprattutto dal mondo evangelico), e riuscì in molti modi a trasformare gli ortodossi antiocheni in Nord America da un'oscura presenza di immigrati mediorentali in un'attiva giurisdizione cosmopolita e missionaria. Le sue scelte spesso spregiudicate, che gli hanno valso talvolta accuse di modernismo o di despotismo, devono essere viste come espressioni dell'acume politico che gli ha permesso di guidare lucidamente il suo gregge fino all'ultimo giorno di vita.
Oggi l'Arcidiocesi Antiochena del Nord America può partire dalle basi sicure che il metropolita Philip è riuscito a garantirle. Molto rimane ancora da fare, soprattutto nel monachesimo, nel quale gli antiocheni sono rimasti indietro rispetto a tutte le altre giurisdizioni (a causa della convinzione - forse sotto certi aspetti fondata - del metropolita che la sua arcidiocesi non era ancora pronta per esprimere un monachesimo come quello da lui conosciuto in Libano e in Siria). Anche la gestione delle conversioni all'Ortodossia, che sicuramente è stata trattata con grande generosità dagli antiocheni in America, andrà rivalutata alla luce delle espressioni multiformi di Ortodossia presenti in Occidente, e del desiderio naturale di massimalismo ortodosso espresso da molti convertiti. Ma quale che sia il loro futuro, gli antiocheni ricorderanno il metropolita Philip come uno dei grandi dell'Ortodossia contemporanea.
il 14 marzo 2014 il "Sinodo della Resistenza" annuncia in un comunicato la sua dissoluzione nella giurisdizione vecchio-calendarista presieduta dall' "arcivescovo Kallinikos di Atene e di tutta la Grecia", rinunciando al proprio titolo e al proprio presidente per dare vita a quello che nel comunicato è definito "un Sinodo singolo e unificato della Chiesa dei Veri Cristiani Ortodossi di Grecia".
Potrebbe sembrare uno dei tanti rimescolamenti del mondo vecchio-calendarista greco piuttosto parcellizzato, con le sue (poche) riunificazioni e le sue (molte) suddivisioni interne, ma in questo caso vediamo un aspetto teologico non indifferente. Fin dalla sua fondazione negli anni '80, il Sinodo della Resistenza si è caratterizzato per una strana ecclesiologia di "estremismo moderato": separazione dalla comunione con la Chiesa ortodossa, ma riconoscimento della sua "grazia", in un dubbio tentativo ecclesiologico di tenere il piede in due scarpe. Naturalmente, questa posizione (denominata con disprezzo dagli altri vecchi calendaristi "ciprianismo", in riferimento all'organizzatore del Sinodo della Resistenza, il metropolita Cipriano di Filì) fu subito considerata eretica dagli altri frammenti del mondo vecchio calendarista greco. La stessa posizione è stata pure il cavallo di battaglia delle continue "tesi ecclesiologiche" che ci sono state propinate per quasi una quindicina d'anni dal Sinodo della Resistenza in Italia (altrimenti denominato "Chiesa ortodossa tradizionale"); e non solo propinate, ma esaltate come l'unica sana ecclesiologia ortodossa. Ora, nei documenti della nuova fusione suggellata il 14 marzo in Grecia non si trova UN SOLO accenno a questa "unica sana ecclesiologia ortodossa": l'ecclesiologia della resistenza sembra ora dissolversi, nonostante i nostri conoscenti all'interno di questo sinodo ci abbiano assicurato che la questione è solo terminologica, e che nessuno dei principi che hanno motivato il Sinodo della Resistenza è stato abbandonato. Anche se non sentiremo una particolare mancanza di una "ecclesiologia della resistenza", osserveremo come procederà la vita del nuovo Sinodo riunificato.