La Diga della Rinascita (nella foto), in costruzione sul bacino del Nilo Azzurro in Etiopia, dovrebbe portare un notevole incremento alle fonti energetiche del paese, ma ha anche fatto salire notevolmente la tensione internazionale con i governi di Sudan ed Egitto, che sostengono che saranno privati di una considerevole parte delle loro risorse idriche. In realtà, secondo gli esperti di questioni idro-geologiche, la differenza di afflusso idrico sarà minima: la vera paura è causata dalla possibilità da parte dell'Etiopia di bloccare per un lungo tempo la diga, cosa che mette in mano etiopica uno strumento deterrente non indifferente. Finora, tra le poche minacce realmente fatte dall'Etiopia all'Egitto, c'è quella di bloccare il Nilo Azzurro se continueranno le persecuzioni contro i cristiani copti. La diga rende questa misura deterrente immediatamente attuabile, e coinvolge le Chiese di Etiopia ed Egitto in modo molto ravvicinato.
Da molte fonti mediatiche si è parlato di un ruolo di mediazione affidato dal governo egiziano al patriarca della Chiesa copta, Papa Tawadros II (che peraltro si è affrettato a smentire di aver mai ricevuto un simile incarico di arbitrato), e la questione sembra complicarsi per la visita in Egitto del patriarca della Chiesa etiopica, Abune Mathias, programmata per il mese di luglio 2014 e rinviata sine die per motivi legati alla crisi del Nilo. L'analoga visita di Papa Tawadros II in Etiopia, prevista per settembre, è stata rimandata nello stesso modo. Quali che siano i retroscena ecclesiastici della crisi del Nilo, sembra che le Chiese dei due paesi siano fortemente legate agli sviluppi della vicenda.
24/04/2014
Protesta degli ortodossi ucraini per le ingerenze del Patriarca ecumenico
Nel documento di padre Andrew Phillips che abbiamo presentato ieri, La purezza della santa Ortodossia, si fa un cenno alla dichiarazione del patriarca Bartolomeo della scorsa Domenica delle Palme, a proposito dell’Ucraina. Questo documento, largamente (e forse, misericordiosamente) ignorato dai media del Patriarcato di Mosca, è stato invece sfruttato dagli scismatici del “Patriarcato di Kiev”, creando molte apprensioni tra gli ortodossi autentici in Ucraina. Per capire la ragione di queste apprensioni, esaminiamo una risposta di fedeli ortodossi ucraini al documento del Patriarca ecumenico: questi fedeli, senza mezzi termini, identificano gli scopi e i beneficiari del documento in modo non dissimile dalle conclusioni di padre Andrew presentate ieri. Dal sito Russkaja Narodnaja Linija, riportiamo il testo russo della lettera di protesta, assieme alla nostra traduzione italiana, nella sezione “Confronti” dei documenti.
Dopo una pausa pasquale, padre Andrew Phillips riprende gli articoli sul suo blog parrocchiale con una lunga sessione di domande e risposte su temi di attualità legati alla Chiesa ortodossa e alla sua missione. Tracciando un ampio quadro sul tema di fondo della purezza dell’Ortodossia, padre Andrew parla dei cambiamenti nella Chiesa russa di oggi, del caos in Ucraina e delle sue radici storiche, dei resoconti dei media, della Chiesa di fronte agli avvenimenti politici, del ruolo della ROCOR e dei rischi delle mentalità di ghettizzazione, dei problemi dei convertiti e delle giurisdizioni ortodosse nelle Isole Britanniche, e delle questioni legate al Concilio inter-ortodosso. Presentiamo le considerazioni di padre Andrew nella sezione “Confronti” dei documenti.
Invitiamo tutti a leggere l'articolo di Thierry Meyssan (nella foto), presidente-fondatore della Rete Voltaire e della conferenza Axis for Peace, sul sito voltairenet.org:
L’impero anglosassone si basa su un secolo di propaganda. È riuscito a convincerci che gli Stati Uniti sono "il Paese della libertà", e si dedicano alle guerre solo per difendere i loro ideali. Ma la crisi attuale in Ucraina ha appena cambiato le regole del gioco: ormai Washington e i suoi alleati non sono più gli unici a parlare. Le loro menzogne sono apertamente contestate dal governo e dai mezzi di comunicazione di un altro grande Stato, la Russia. Nell’era dei satelliti e di Internet, la propaganda anglosassone non funziona più.
Se c'è ancora bisogno di sottolineare il carattere religioso della guerra che è stata portata in Ucraina, ricordiamo come il punto di svolta dei conflitti urbani a Kiev è coinciso con la festa dell'Epifania ortodossa. C'era da sperare che, almeno in un anno di Pasqua "comune", ci fosse almeno il rispetto della notte di Pasqua. Niente da fare: il primo scontro mortale a Slavyansk (città simbolo della resistenza dell'Ucraina sud-orientale al regime golpista di Kiev) è avvenuto proprio nella notte di Pasqua, mentre le milizie della difesa di Donbass celebravano la Risurrezione di Cristo. Da una parte icone ortodosse, dall'altra insegne neonaziste. Non è male cominciare a far sapere anche noi da che parte stiamo. La nostra arma principale è e rimarrà sempre la preghiera, a cui ci ha invitato il patriarca Kirill con le parole che proprio ieri abbiamo messo sul nostro sito. Di fronte alla sfacciata propagazione di bugie, il nostro secondo compito è cercare di offrire un’informazione corretta su quanto sta accadendo in Ucraina. Il “Rapporto Nie” dalla Polonia è un documento recentemente filtrato, che si aggiunge alla massa delle prove che il golpe ucraino è una manovra architettata in funzione antirussa (e antiortodossa). Presentiamo un'analisi di Andrew Korybko a proposito di questo scottante rapporto nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
L'igumeno Sergij (Troitskij) offre sul sito Blagodatnyj Ogon’ una serie di considerazioni sull’ectenia “per i catecumeni” e sulle ragioni della sua esclusione (e del suo reinserimento) nell’ordine della Divina Liturgia. Il mantenimento di questa semplice litania o la sua eliminazione dipendono da motivazioni più profonde di un semplice abbreviamento del rito eucaristico, e vale la pena studiarne più a fondo le ragioni, soprattutto nella Settimana Luminosa, che molti associano all’assenza dei catecumeni dall’ambiente della Chiesa. Riportiamo il testo di padre Sergij nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Preghiera” dei documenti.
21/04/2014
Sua Santità il patriarca Kirill alla vigilia della festa della santa Pasqua ha compiuto una preghiera per l'Ucraina
Alla vigilia della festa della santa Pasqua, sua Santità il patriarca Kirill ha compiuto una preghiera per la pace in Ucraina.
Dopo la liturgia del Sabato Santo, compiuta il 19 aprile 2014 nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, sua Santità il patriarca si è rivolto ai fedeli con un discorso primaziale:
"Con questo meraviglioso servizio divino - la Liturgia del Sabato Santo - entriamo nella celebrazione della santa Pasqua. E anche se astronomicamente Pasqua inizia a mezzanotte, quando tutta la Chiesa canta l'inno del Cristo risorto, già ora, in quanto questa Liturgia è associata alla sera, e secondo le regole della Chiesa la festa inizia la sera, noi stiamo entrando in questa celebrazione. Questo Sabato è particolarmente benedetto dal riposo di Cristo, il sonno speciale della sua morte – la morte fisica di una persona, che non poteva distruggere il suo corpo divino. E noi sappiamo che, al momento della risurrezione, il Signore è risorto dai morti. Questo è il più grande evento nella storia umana.
Proprio in questo momento spiritualmente intenso della nostra vita religiosa, quando apriamo il nostro cuore a incontrare il Signore, il Salvatore risorto del mondo, esorto tutti voi, tutta la nostra Chiesa, a offrire una preghiera calda e sincera per l'Ucraina.
L'Ucraina è un paese politicamente oltre le nostre frontiere, ma non lo è mai stato spiritualmente e storicamente. Noi siamo un solo popolo davanti a Dio, noi confessiamo un'unica fede ortodossa, non importa quanto qualcuno dica che il popolo ucraino professa anche altre fedi. Noi trattiamo con rispetto le minoranze religiose, ma sosteniamo e continueremo a sostenere che l'Ucraina, organicamente collegata con la Santa Rus', è un paese ortodosso.
Oggi dobbiamo pregare per il popolo della Rus', che vive in Ucraina, perché il Signore pacifichi la terra ucraina, perché sia evitata in ogni caso la guerra intestina all'interno dello Stato ucraino, e perché nelle relazioni tra Ucraina e Russia siano sventati i piani di quelli che vorrebbero usare mezzi politici o pressioni forzate per spezzare la Santa Rus'. Questo è stato tentato più volte nella storia, e a nessuno è mai riuscito. Anche oggi, con la tentazione di colmare questo divario con l'acquisizione di superiorità militare e politica, noi figli ortodossi della Santa Rus' dobbiamo pregare il Signore per la pacificazione dell'Ucraina, per porre fine alla violenza, per l'instaurazione di un regno di pace, perché i popoli della Santa Rus' non siano nemici gli uni degli altri, e perché nessuno possa mai sfruttare i popoli della Santa Rus' per i propri scopi, spingerli alla guerra intestina, indebolire la loro vita spirituale e, soprattutto, l'Ortodossia.
Rispettando la sovranità della moderna Ucraina, oggi preghiamo, inoltre, che il Signore aiuti a superare la crisi politica e sociale in questo paese, perché vi venga eletto un governo legittimo, perché siano apportate legittimamente modifiche ai fondamenti delle leggi del paese, modifiche che oggi il popolo ucraino aspetta, e perché mai, in nessun caso, il nemico del genere umano possa seminare i semi della discordia all'interno dell'Ucraina e in tutta la Santa Rus' storica".
Il Patriarca Kirill ha ricordato che a partire dal mercoledì della Settimana Santa, secondo i regolamenti ecclesiastici, non si fanno prosternazioni fino a terra, ma data la particolare importanza di ciò che sta accadendo in Ucraina, il primate della Chiesa ortodossa russa benedice tutti i fedeli che vogliono pregare in chiesa in ginocchio, ed egli stesso, in ginocchio con le mani alzate, ha letto la preghiera:
"O Dio Onnipotente, sovrano e autore di tutto il creato, che tutto ricolmi con la tua magnificenza, e tutto mantieni con la tua potenza.
A te ci rivolgiamo, nostro Signore datore di grandi doni, con cuore contrito e fervente preghiera per la terra ucraina, lacerata da lotte e discordie.
Misericordiosissimo e onnipotente, non adirarti sino alla fine, o Signore! Sii misericordioso con noi, ti prega la tua Chiesa, presentandoti come intercessore l'iniziatore e autore della nostra salvezza, Gesù Cristo. Rafforza il tuo popolo fedele nella terra ucraina, illumina gli occhi della mentre degli erranti con la tua luce divina, perché sia conosciuta la tua verità, perché sia addolcita la loro amarezza, perché siano placate le ostilità e le turbolenze che sorgono nel paese e nel suo popolo pacifico, perché tutti conoscano te, nostro Signore e Salvatore. Non distogliere il tuo volto da noi, o Signore, donaci la gioia della tua salvezza. Ricordati della misericordia che hai mostrato ai nostri padri, muta la tua collera in misericordia e concedi il tuo aiuto al popolo ucraino che si trova nelle afflizioni.
La Chiesa della Rus' ti prega, chiedendo l'intercessione di tutti i santi in essa glorificati, e soprattutto della tutta santa Madre di Dio e sempre Vergine Maria, che fin dai tempi antichi protegge e custodisce il nostro paese. Infiamma i nostri cuori con il calore della tua grazia, rafforza la nostra volontà con la tua volontà, come già ai tempi antichi, così che anche ora sia glorificato il tutto santo tuo nome, del Padre, del Figlio e del santo Spirito, nei secoli dei secoli. Amen."
La prima preghiera per la pace in Ucraina è stata offerta con la benedizione di sua Santità il patriarca Kirill in tutte le chiese della Chiesa ortodossa russa il 23 febbraio di quest'anno.
20/04/2014
Messaggio pasquale di sua Santità il Patriarca Kirill, agli arcipastori, pastori, diaconi, monaci e tutti i figli fedeli della Chiesa ortodossa russa
Il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Kirill si rivolge agli arcipastori, pastori, diaconi, monaci e tutti i fedeli della Chiesa ortodossa russa con il tradizionale messaggio di Pasqua.
Amati nel Signore, sacratissimi arcipastori, eminenti pastori e diaconi, monaci e monache amati da Dio, cari fratelli e sorelle!
In questo giorno promesso e santo, quando tutto il mondo, visibile e invisibile (cfr. canone della Santa Pasqua), glorifica l'autore della vita e vincitore della morte, saluto di cuore tutti voi con l'esclamazione pasquale:
CRISTO È RISORTO!
Di anno in anno l'annuncio beato della risurrezione risuona trionfalmente, ci spinge a lodare Dio il Salvatore, che ha vinto la morte con la morte, e ci ha resi partecipi della vita eterna a venire.
Celebrando questa festa delle feste e solennità delle solennità, ricordiamo con un particolare sentimento spirituale l'impresa redentrice del Salvatore del mondo, le sue sofferenze sulla croce e la luminosa Risurrezione. La Pasqua non è una bella leggenda, non è una teologia teorica e non è un tributo a tradizioni popolari stabilite nel lontano passato. È l'essenza e il nucleo del cristianesimo. È la vittoria a noi concessa da Dio.
Dai tempi degli apostoli fino ai nostri giorni la Chiesa predica la risurrezione di Cristo come il più grande miracolo nella storia dell'umanità. Parla di questo miracolo non solo come di un fatto del Vangelo, ma – cosa ben più importante – come di un evento fatale per tutti coloro che ricevono l'annuncio pasquale. Questa festa ha la più immediata rilevanza per ciascuno di noi, poiché la risurrezione di Cristo, la perfetta redenzione del mondo caduto operata dal Signore, è la gioia più grande che un essere umano può sperimentare. Non importa quanto sia difficile la nostra vita, quali avversità della vita ci abbiano assaliti, quali afflizioni ci vengano dalle persone e quali imperfezioni del mondo circostante dobbiamo sopportare – tutto questo è nulla in confronto alla gioia spirituale, alla speranza di salvezza eterna, che Dio ci dona.
Secondo l'apostolo Paolo, Cristo risorto dai morti darà la vita anche ai nostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in noi (cfr. Rm. 8:11).
Nel giorno luminoso della Risurrezione di Cristo le anime di milioni di fedeli si colmano di gratitudine verso il Creatore, e la nostra esistenza terrena acquista un autentico significato. La Pasqua di Cristo è un grande trionfo della vita, un trionfo della vittoria sulla morte, che porta amore, pace e trasfigurazione spirituale.
Con la celebrazione della Pasqua ogni volta è come se ci si aprisse un nuovo periodo della nostra vita, perché il Signore risorto rinnova la natura umana, la rafforza nelle prove, le dà la forza di compiere buone azioni.
Il messaggio di Pasqua che ha cambiato il corso successivo della storia del mondo ci spinge alla trasformazione morale e al rinnovamento spirituale, che sono così essenziali per la società moderna. Ricorda a tutte le persone le origini del cristianesimo, e anche il futuro regno eterno, dove "Dio sarà tutto in tutti" (1 Cor 15,28).
Nei giorni luminosi della celebrazione pasquale, siamo chiamati a condividere la nostra gioia con i nostri familiari e vicini, a mostrare loro amore fattivo e misericordia. Questa è la tradizione santificata nei secoli, in seguito alla quale, testimoniamo il nostro coinvolgimento nell'eredità di Cristo e la fede nel fatto che il Signore è veramente risorto.
Ora, come un tempo, la Chiesa ortodossa russa compie con diligenza la sua missione di salvezza, proclamando costantemente la verità di Dio, sostenendo la continua importanza dei comandamenti del Vangelo, richiamando alla pace e all'armonia, servendo l'unità spirituale dei popoli che vivono nelle terre sotto la responsabilità pastorale del Patriarcato di Mosca.
La nostra preghiera speciale di oggi è per i popoli della Russia e dell'Ucraina, perché regni la pace nelle menti e nei cuori dei fratelli e sorelle di sangue e di fede, perché siano ripristinati i collegamenti persi e la tanto necessaria cooperazione.
Proclamando l'amore di Dio che supera ogni comprensione (cf. Ef 3,19), il cristianesimo unisce le persone superando i confini nazionali, culturali e nazionali, perché la luce di Cristo illumina tutti (cf. Gv 1:9).
Il Signore risorto conceda a tutti noi di continuare il pellegrinaggio terreno nel bene delle anime, ricordando l'alta responsabilità cristiana e la chiamata a costruire in sé e negli altri una forte fede, un amore sincero e una speranza incrollabile. Possa la gioia di questa festa rafforzarci e ispirarci a compiere buone azioni, darci coraggio e forza di mantenere la moderazione e la calma in mezzo alle onde in crescita del mare della vita, di resistere alle seduzioni e alle tentazioni, di superare, secondo le parole di san Sergio di Radonezh, la lotta odiosa di questo mondo.
La luce della gloria di Cristo che risplende dal sepolcro vivificante sia con noi e illumini i nostri cuori, estendendosi vicino e lontano, a tutti coloro che hanno bisogno della nostra attenzione e del nostro sostegno.
Congratulandomi con tutti voi nella grande festa della Santa Pasqua, auguro in preghiera generosi doni spirituali, forza fisica e soccorso di grazia divina nella marcia vittoriosa verso Cristo. Amen.
Come ogni anno, al mattino del Sabato Santo, il miracolo del Fuoco Santo si è ripetuto nella basilica della Risurrezione del Signore a Gerusalemme. Il fuoco è disceso pochi minuti dopo l'ingresso del patriarca Teofilo nel Santo Sepolcro. Tra le immagini con commento simultaneo potete vedere questo filmato dalla emittente televisiva georgiana 1TV (la manifestazione del fuoco è al minuto 17:15 del filmato).
L'esercito siriano, sostenuto da migliaia di combattenti inviati dagli Hezbollah del Libano, ha ripreso in una serie di scontri il controllo quasi totale della regione montuosa del Qalamun, attaccata e in varie parti vandalizzata dai ribelli a partire dal settembre 2013.
In particolare, il 14 aprile è stata annunciata la liberazione di Ma'lula, la città cristiana di lingua aramaica che abbiamo presentato sul nostro sito (qui e qui), dove ogni luogo di culto cristiano è stato devastato dai terroristi.
Particolare di Ma'lula con il monastero ortodosso di santa Tecla
Il monastero greco-cattolico di san Sergio vandalizzato dai ribelli
Mentre le funzioni della Settimana Santa e della Pasqua ortodossa riempiono di ammirazione i cristiani non ortodossi in Italia e in molti altri paesi, alcuni si chiedono, a buona ragione, che cosa sarà di tutti quei cristiani ortodossi (in gran parte immigrati) che non tengono i contatti con la loro chiesa, se non per una breve presenza nella notte di Pasqua, e a volta neppure in questa occasione. Quale eredità spirituale lasceranno ai loro figli?
Il portale Pravmir ha ripresentato quest’anno un articolo dal sito Orthodox Canada, in cui padre Geoffrey Korz cerca di capire la mentalità dell’immigrazione (che in Canada è la mentalità della stragrande maggioranza degli abitanti) e i suoi modelli e valori. Per curiosità, i primi immigrati nel Canada potrebbero ben essere stati i monaci ortodossi irlandesi del VI secolo, arrivati per motivazioni esclusivamente spirituali. Curiosamente, quanto più elevate sono le motivazioni spirituali, tanto più assicurato è il futuro. San Brendano e i suoi compagni di viaggio non hanno lasciato nel Nuovo Mondo neppure una traccia materiale, ma la loro storia è ancora raccontata, e continua a ispirare generazioni di credenti. Gli immigrati che hanno cercato migliori condizioni di vita materiale sono oggi largamente dimenticati, e le loro eredità più durature sono le loro chiese... particolari a cui pensare, rileggendo l’articolo su san Brendano e l'immigrazione, che presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti.
È difficile trovare tra i credenti ortodossi russi qualcuno che non abbia mai sentito parlare del caso della cosiddetta “pietrificazione di Zoja” (Зоино стояние) avvenuta a Samara (rinominata nei tempi sovietici Kujbyshev) nel 1956... per lo meno, è altrettanto difficile quanto trovare qualcuno al di fuori dei credenti ortodossi russi che ne abbia sentito parlare.
La storia di una ragazza che si mise a ballare con un’icona di san Nicola a una festa di Capodanno, e che come conseguenza del suo gesto insolente rimase pietrificata per tre mesi, è un racconto di delitto e castigo che i credenti interpretano come un segno dal cielo e i non credenti come leggenda metropolitana. Purtroppo non ci sono fonti documentali su questo evento, e ogni suo resoconto è necessariamente un tentativo di ricostruzione storica, che si presta a molte obiezioni. Riportiamo nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” l’originale russo e la traduzione italiana della storia di Zoja secondo la versione riportata da Pravoslavie.ru (versione comunque contraddetta in alcuni dettagli da altre fonti).
Quale che possa essere la veridicità di questa vicenda, ampiamente circolata nel samizdat’ del periodo sovietico, e volentieri inclusa nelle storie di miracoli della Russia del XX secolo, la popolarità del racconto lo ha trasformato recentemente in un film, Chudo (“il miracolo”) diretto nel 2009 da Aleksandr Proshkin. Presentiamo assieme al testo della storia anche il video YouTube del film, che tenta una ricostruzione minuziosa degli eventi e prova a dare una spiegazione plausibile all’assenza di fonti dirette.
17/04/2014
Il virus Ebola minaccia la missione ortodossa in Sierra Leone
Presentiamo nella sezione "Pastorale" dei documenti l'appello dell'archimandrita Theistocles Adamopoulos, responsabile della missione ortodossa in Sierra Leone, apparso su Pravoslavie.ru e su altri siti ortodossi nel mondo. Il pericolo di diffusione del virus Ebola sta minacciando le attività di un'attiva missione: attraverso l'appello di padre Theistocles possiamo vedere come la missione si difende sul piano spirituale, morale e materiale.
(trascrizione di un video di YouTube chiuso "per violazione di copyright")
...senza spargere nemmeno una volta una goccia di sangue!
- Sì, sì!
Ma io penso che il Signore abbia ascoltato tutte le nostre preghiere. Penso che non ci saranno... persecuzioni. Tutto è nella potenza di Dio. E la volontà di Dio è buona e benefica. Penso che tutto andrà bene. Quindi pregate. Non basta scandire slogan, bisogna pregare. Prima di tutto viene la preghiera... e la nostra unione. La Chiesa non è mai rimasta in disparte e non lo farà.
- Grazie!
Io osservo quello che sta accadendo; quale unione! Dio conceda che noi siamo uniti in un’unica preghiera. E che cerchiamo Dio. Anche Aleksandr Nevskij, grazie al quale siamo liberi, richiamava sempre all’unione. Dio unisce mentre lo spirito maligno separa. E Dio vuole la nostra unione e il nostro amore gli uni verso gli altri.
Vorrei farvi di nuovo gli auguri per la festa. Io, come vedete, sono già salito con le mie gambe sulle barricate... E che la benedizione di Dio sia con voi.
- Grazie!
Leggete gli acatisti, ad Aleksandr Nevskij, alla Madre di Dio, pregate. Pregate Dio. E il Signore provvederà a tutto secondo la sua grande misericordia.
Noi saremo con voi, non abbiate paura. Se qualcuno non sarà amichevole, penso che diventerà pacifico con la nostra presenza. Penso che andrà tutto bene.