Da una recente notizia sul sito della parrocchia di santa Caterina a Roma apprendiamo di una nuova riunione della commissione per la traduzione dei testi liturgici in lingua italiana.
Pur apprezzando sempre chi si dà da fare per la diffusione dell’Ortodossia, ci permettiamo di esprimere il nostro scetticismo sull’opportunità e sull’efficacia di questi lavori “ufficiali”. Non lo facciamo per spirito distruttivo: da anni ci sforziamo di mettere a disposizione, gratuitamente e senza alcuna pretesa di esclusiva, un numero ben più ampio di traduzioni che non il solo testo della Liturgia di san Giovanni Crisostomo. Per ora, tuttavia, il lavoro a suon di riunioni di commissioni ci sembra ancora troppo prematuro e controverso.
Proprio in questi giorni, leggendo una serie di commenti su un argomento del tutto diverso (l'accordo per una nuova sistemazione dell'ex-metropolita Jonah della Chiesa Ortodossa in America) ci siamo imbattuti in un commento estremamente istruttivo fatto da padre Patrick Henry Reardon (un prete dell'Arcidiocesi Antiochena d'America, che ha studiato teologia all'Anselmiana e al Pontificio Istituto Biblico a Roma). Sentiamo cosa ci dice padre Patrick sui tentativi di fare "traduzioni unificate" della Liturgia in lingua inglese:
Quando ci abbiamo provato circa 20 anni fa, le persone sbagliate sono state messe nella commissione per le traduzioni. La cosa poteva essere predetta perfettamente. Erano degli "esperti", capite, e il resto di noi è stato tenuto all’oscuro.
Fortunatamente, alcune copie di quella mostruosità uscirono allo scoperto, e ci fu una sollevazione generale. Il comitato interepiscopale ortodosso alla fine respinse la traduzione, e diede il benservito ai traduttori.
C'è da scommettere che avverrà la stessa cosa se ripetiamo quello sforzo.
Mettere "esperti" nelle commissioni per le traduzioni nasce dallo stesso impulso eccentrico che porta a mettere padre Dracula a capo del servizio diocesano per le trasfusioni.
Se la storia dei fenomeni religiosi ci insegna qualcosa, ci insegna che ciò che si è avverato nel Nord America in una certa data, ha avuto una tendenza a ripetersi tale e quale in Europa dopo alcuni anni. Ci chiediamo se questa ricerca di ufficialità e di omogeneità forzata, non corrispondente ad alcun vero bisogno da colmare, non ci farà sprecare tempo, risorse ed energie nella duplicazione di un fallimento che si è già visto (e si potrebbe veder ripetere ancora oggi) nel contesto americano.
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