Padre Andrew Phillips ci ricorda che il compito di chi si integra nella vita della chiesa non è solo l’importante purificazione dai peccati personali, ma anche l’altrettanto importante purificazione dei peccati culturali, sia delle culture che hanno perso la Fede ortodossa da tanti secoli (come le culture dell’Europa occidentale), sia di quelle che faticano a riprendere un’Ortodossia mal vissuta (come molti russi in patria e nell’emigrazione. In un saggio che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, ci ricorda anche come il cammino di purificazione deve essere composto da un vero pentimento e da un’adeguata riparazione.
L’arciprete Ivan Moody (nella foto) è, oltre che chierico ortodosso, musicologo e compositore. Come contributo al blog Orthodox Arts Journal, ha voluto riproporre il testo di una conferenza da lui tenuta anni or sono, e di cui presentiamo la traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti. Prendendo in considerazione le istanze di purismo musicale (in particolare l’avversione alla polifonia) che si trovano presso alcuni ortodossi contemporanei, padre Ivan fa notare quanto questi radicalismi siano da una parte ingenui e riduttivi, e dall’altra quanto siano un’espressione non integrata della stessa modernità che ha prodotto gli abusi che pretendono di correggere. Il testo è un invito a cogliere la storia della Chiesa ortodossa e delle sue espressioni di culto in modo più organico e integrale.
23/07/2016
La processione della croce in tutta l'Ucraina continua...
nel silenzio assordante dei media nel mondo
Di fronte alla recente legge russa che limita gli atti di missione e di evangelizzazione alle sole sedi pubbliche di culto (una legge che sarà probabilmente presto demonizzata come il non plus ultra dell’intolleranza e del totalitarismo), Andrey Shirin (docente di teologia russo in America) offre un ottimo saggio, che presentiamo in traduzione italiana, per spiegare come la Russia non abbia assimilato (nemmeno nel periodo sovietico, segnato dalla maggior influenza delle dottrine occidentali) l’individualismo religioso connaturato al protestantesimo, e come per la Russia di oggi (come per quella di ieri) il bene del credente non sia mai separabile dal bene della società. Questo è un punto che chiunque vuole capire qualcosa di geopolitica ortodossa deve considerare una lezione di base.
Al termine del pellegrinaggio al Monte Athos organizzato da un gruppo della nostra parrocchia, presentiamo il diario di viaggio di uno dei pellegrini, che ci fa sentire tutti un po’ più vicini alla penisola monastica e alle sue sorprese.
Padre Irenei, che è stato approvato come vescovo di Sacramento (vicario dell'arcivescovo Kyrill di San Francisco), è il quinto vescovo non slavo dell'attuale episcopato della ROCOR, e conosce bene l'Europa, avendo passato diversi anni in Inghilterra per studi teologici.
Mentre nelle chiese di Nizza si elevano preghiere alla memoria dei defunti della strage terroristica, e i sopravvissuti stringendosi in preghiera, trovano la forza di chiedere a Dio il perdono anche per l'attentatore, ricordiamo le vittime ortodosse a noi note:
il lettore Igor' Sheleshko (ex militare dell'Armata russa, 47 anni, 4 figli)
padre Andrej Eliseev mostra al cellulare la foto dei suoi ospiti di Anversa, l'insegnante della scuola domenicale Natalia Otto e Roman Akmalian
19/07/2016
Arcivescovo Mikhail di Ginevra: "La Russia è sempre viva nel cuore degli uomini"
L’arcivescovo Mikahil (Donskov), a capo della diocesi dell’Europa occidentale della ROCOR, è stato un gradito ospite della nostra chiesa alcuni anni fa. Presentiamo in traduzione italiana la sua ultima intervista, in cui parla della storia della ROCOR e del ruolo della sua diocesi nel sostegno alla causa del Donbass.
18/07/2016
Dal monastero di Jordanville a una prigione di massima sicurezza in Australia
Per il sito ROCOR Studies il diacono Andrej Psarev ha intervistato il lettore Ivan Jigalin (nella foto), membro dell’antica immigrazione russa in Australia, che ha studiato al seminario di Jordanville negli Stati Uniti, e che poi ha trovato lavoro in patria nell’insolito ruolo di guardia carceraria. Possiamo leggere in russo e in italiano come Ivan Jigalin paragona la disciplina della sua vita odierna nel carcere a quella che ha vissuto negli anni di studi teologici al seminario e all’adiacente monastero della Santa Trinità.
Tra le vittime dell'attentato terrorista che ha insanguinato le strade di Nizza nella notte tra il 14 e il 15 luglio 2016, si conta il lettore e sacrestano della cattedrale di san Nicola, Igor' Sheleshko, oltre a due ospiti provenienti dalla parrocchia della Natività del Signore ad Anversa (tra cui l'insegnante della scuola domenicale della parrocchia, Natal'ja Dmitrievna Otto), invitati a Nizza dal rettore della cattedrale, l'arciprete Andrej Eliseev.
Il lettore Igor' è ricordato da Pierre de Fermor, presidente dell'Associazione degli amici della cattedrale di Nizza, come "un uomo di una bontà infinita".
Insieme al patriarca Kirill e al vescovo Nestor, ci stringiamo attorno alle vittime e ai loro cari, pregando per i nostri fratelli di fede e per tutti quelli che sono stati strappati alla vita da questo gesto terrorista.
Sono pochi i momenti in cui ci sentiamo di esclamare "...era ora! " all’apparizione di qualche nuovo video sull'Ortodossia, ma oggi è arrivato uno di questi momenti. Vi presentiamo il video con trascrizione italiana del documentario Il patriarca nero (Черный Патриарх), che ripercorre la vita del famigerato Mikhail Denisenko (o come lo chiamano i poveretti in stato di ingenuità o di delusione, il "patriarca Filarete"), probabilmente la peggiore persona che il mondo ortodosso contemporaneo abbia prodotto.
Vi invitiamo a vedere tutto il documentario, e a leggerne attentamente la trascrizione italiana.
Da parte nostra, vogliamo semplicemente far notare che tutti (o quasi) questi tratti infami dell'anti-patriarca per eccellenza dei nostri tempi ci erano già noti da molti anni (e cosa ancor più interessante, nessuno è riuscito in questi anni a contro-argomentarli in maniera anche lontanamente soddisfacente), ma finora non erano disponibili in italiano, pertanto qualsiasi illuso nel nostro paese poteva ancora appellarsi all'ignoranza per credere che il "patriarcato di Kiev" fosse qualcosa di ortodosso, o almeno di quasi ortodosso. D'ora in poi, da ogni italiano che voglia cercare nel filaretismo una scappatoia per una "Ortodossia facile", l'unica forma di giustificazione che accetteremo sarà la malafede.
Siamo contenti di ridare il benvenuto a Torino al nostro amico iconografo, Iurie Braşoveanu, che negli ultimi due anni ha vissuto e lavorato a Venezia.
Approfittando della calma dell'estate, Iurie avrà tempo di realizzare icone per chi vuole servirsi della sua arte. Per il momento, ha a disposizione un'icona del santo martire Emiliano di Durostoro, la cui festa cade proprio nei prossimi giorni (18/31 luglio) e di cui vi proponiamo un anticipo qui sotto.
Se volete mettervi in contatto con Iurie per quest'icona o per altri lavori, trovate i suoi dati nella pagina dei contatti del sito.
14/07/2016
Le profezie di san Paisios e il loro uso improprio
Il 12 luglio sono stati commemorati i 16 anni dal decesso dell’anziano Paisios del Monte Athos, canonizzato nel gennaio del 2015. Molti tra quelli che hanno conosciuto personalmente padre Paisios deplorano l’uso sconsiderato che è stato fatto di alcune sue affermazioni profetiche (particolarmente in chiave catastrofista); vi presentiamo la traduzione in italiano delle parole di un confratello di padre Paisios, il monaco athonita Mosè, che cerca di presentare le profezie del santo anziano in una chiave più equilibrata.
Padre Petru (Pruteanu) ci lascia alcune considerazioni conclusive (in gran parte su una nota chiave di delusione, ma non prive di interessanti dettagli) sul recente Sinodo di Creta, che presentiamo in romeno e in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.