Oggi parliamo di due casi insoliti di convertiti occidentali (per la precisione, inglesi), che non solo presero sul serio la loro fede ortodossa, ma arrivarono anche a dare la vita per questa fede: Nicholas Johnson (ucciso dai bolscevichi a Perm nel 1918) e Henry Abbott (ucciso dai turchi a Salonicco nel 1876). Presentiamo i dati della loro vita, scritti da padre Andrew Phillips, in russo e in traduzione italiana, nella sezione “Santi” dei documenti.
Helena Drysdale, una scrittrice e giornalista inglese nota per resoconti scritti e televisivi di viaggi in molte parti del mondo, è la bisnipote dell’autore di quella che fu forse, nel XIX secolo, la prima guida turistica della Grecia scritta per gli occidentali. Non si è pertanto tirata indietro dal compito di analizzare lo status odierno del Patriarcato di Costantinopoli, analizzando soprattutto la notizia più controversa del momento: la riapertura del seminario di Halki, per il quale il patriarca Bartolomeo I ha tanto lottato, e il significato di quest'evento per il futuro del Patriarcato Ecumenico e per i mai facili rapporti tra greci e turchi. Presentiamo l’articolo su Halki nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Abbiamo già parlato del problema del cosiddetto “battesimo correttivo” nell’esperienza dello ieromonaco Seraphim (Rose): qui potete vedere l’articolo in questione.
Pochi giorni fa, nel blog del nostro confratello padre John Whiteford, è apparsa una domanda che riflette le condizioni di molti convertiti all’Ortodossia: molti, purtroppo, sono spinti a dubitare della loro appartenenza alla Chiesa da una lettura superficiale e unilaterale dei canoni. (Chi ha letto Three men in a boat di Jerome K. Jerome ricorderà come il protagonista, dopo avere letto da inesperto un’enciclopedia medica, si era convinto di soffrire di tutte le malattie possibili ad eccezione del ginocchio della lavandaia... la situazione dei dubbi di tali convertiti non è dissimile!)
A peggiorare le cose, più di un estremista dei movimenti scismatici cosiddetti “tradizionali” soffia sul fuoco di questi dubbi, per propagandare la ricezione del “vero battesimo ortodosso” (solitamente, da parte di corpi pseudo-ecclesiastici svuotati di ogni credibilità). C’è da ringraziare padre John Whiteford per il suo sforzo di mettere in chiaro l’insegnamento della Chiesa riguardo alla ricezione dei convertiti, e per avere sottolineato che cosa sant’Agostino intendeva quando parlava di “marchio” del battesimo (un concetto molto differente dal “carattere sacramentale” della teologia tomista), e delle ragioni per cui può essere superfluo in certi casi ripetere un battesimo alla ricezione di un convertito. Presentiamo il testo di padre John Whiteford nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
Una delle figure di santi più significative non solo della Chiesa serba. ma di tutta la Chiesa ortodossa del XX secolo. è l’archimandrita Justin (Popović), canonizzato pochi anni fa, nel 2010. Non solo un santo, ma un cultore dei santi (autore di una enciclopedica opera di vite dei santi), nei quali vedeva incarnata la teologia cristiana a cui aveva dedicato lo studio di una vita, padre Justin è entrato a buon diritto nel novero delle figure partecipi della natura salvifica di Dio, che ci accompagnano verso la nostra meta ultima. Presentiamo l’articolo su san Giustino nella sezione “Santi” dei documenti.
Alla festa di Pentecoste, i cristiani ortodossi riprendono a inginocchiarsi durante le preghiere, un gesto che non si compie durante tutto il periodo pasquale, e non si dovrebbe nemmeno compiere alle domeniche, in onore della risurrezione. Un articolo di Orthodox Life del 1977 spiega in modo abbastanza dettagliato il significato del gesto di inginocchiarsi, e le ragioni teologiche e canoniche per astenersi da questo gesto nei giorni e nei periodi dedicati alla risurrezione. Poiché non sempre queste ragioni sono capite, vediamo una molteplicità di usi nelle chiese ortodosse di oggi, e questo può diventare piuttosto imbarazzante quando si radunano assieme cristiani ortodossi cresciuti in pratiche differenti. Prima di argomentare a favore una posizione (in tutti i sensi del termine) o di un’altra, tuttavia, è importante familiarizzarsi con il tema. Riproduciamo l’articolo sul gesto di inginocchiarsi in preghiera nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
Il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' è in visita in Estonia dal 14 al 16 giugno, secondo quanto riportato al corrispondente di "Interfax-Religion" dal protodiacono Aleksandr Volkov, capo del servizio stampa patriarcale.
“Il primo ierarca della Chiesa [ortodossa russa] visiterà la Chiesa ortodossa estone per una condivisione di preghiera con i cristiani ortodossi dell'Estonia. Il programma della visita includerà numerose funzioni religiose e incontri con i fedeli,” ha detto l'interlocutore dell'agenzia.
All'arrivo, il patriarca celebrerà un moleben alla cattedrale si sant'Aleksandr Nevskij a Tallinn, e il giorno dopo celebrerà la Liturgia al convento di Pjukhtitsa, uno dei centri spirituali del monachesimo russo
Nello stesso giorno è atteso in visita alla diocesi di Narva, fondata nel 2011 a sostegno della Chiesa ortodossa estone. Sarà la prima visita del patriarca alla città di Narva, che si trova sul confine tra Russia ed Estonia. Qui celebrerà una funzione nella cattedrale locale.
“Un altra funzione molto importante avrà luogo domenica,” ha detto padre Aleksandr. “Il patriarca consacrerà una chiesa maestosa dedicata all'icona della Madre di Dio "Skoroposlushnitsa" (Pronta ad esaudire) nel distretto di Lasnamae a Tallinn. La posa della prima pietra di questa chiesa ha avuto luogo un decennio or sono sotto il defunto patriarca Alessio II, che è cresciuto in Estonia e che aveva uno speciale legame con questo paese”.
Durante la visita, il patriarca Kirill incontrerà un certo numero di alti dignitari dell'Estonia, inclusi il primo ministro, il presidente del parlamento, il ministro degli esteri e il sindaco di Tallinn. Seguirà un incontro con l'arcivescovo della Chiesa evangelica luterana estone.
Il primo giorno della visita, il patriarca visiterà il monumento memoriale di Linde, e deporrà fiori al monumento di bronzo ai soldati della II guerra mondiale.
“Indubbiamente, la visita del primo ierarca della Chiesa ortodossa russa in Estonia avrà un importante ruolo spirituale per i cristiani ortodossi che vivono nel paese,” ha detto padre Aleksandr.
All'arrivo dei primi caldi del mese di giugno, vediamo come affrontano l'inizio della stagione calda i fedeli della regione di Kirov, nella Russia centro-settentrionale. La processione annuale di Velikoretskoe dura solo (!) sei giorni, si snoda su un percorso di solo (!) ottocento chilometri, e coinvolge solo (!) trentamila persone. Si svolge da oltre 600 anni, e dopo la sua soppressione nel periodo sovietico, ha ripreso regolarmente dal 1989. Naturalmente, non è la processione più lunga della Russia... Presentiamo nella sezione "Testimoni dell'Ortodossia" un testo informativo con 30 foto della processione.
14/06/2013
Sacerdote Dmitrij Shishkin: Dove dovremmo ascendere?
Padre Dmitrij Shishkin ci aiuta a comprendere un significato più profondo della festa dell'Ascensione del Signore: il nostro coinvolgimento verso l'ascesa mentre stiamo a "guardare il cielo" e a chiederci il significato di questo strano avvenimento. Presentiamo le parole di padre Dmitrij sull'Ascensione nell'originale russo, pubblicato sul portale Pravoslavie i Mir, e in traduzione italiana, nella sezione “Omiletica” dei documenti.
Dopo aver parlato in dettaglio del cucchiaio per la comunione, presentiamo un altro oggetto più importante e più antico del culto cristiano: il calice eucaristico. In alcune note brevi ma ricche di informazioni, lo ieromonaco Petru (Pruteanu) ci presenta il calice con il suo simbolismo, la sua storia e il suo uso nella tradizione cristiana ortodossa. Il testo sul calice, nell’originale romeno e in traduzione italiana, è nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
Torino è la città più popolata da ortodossi di Rito Antico (o "Vecchi Credenti") di tutta l’Italia (e presumibilmente, di tutta l’Europa occidentale). A noi tutti (e in particolare agli ortodossi che seguono la tradizione della Chiesa russa) tocca dunque un compito speciale di familiarizzarci con la storia dell’antica Ortodossia russa, e degli eventi drammatici del XVII secolo. Per fortuna, abbiamo a disposizione una serie televisiva fatta con attenzione e con una rara maestria, Raskol ("Lo Scisma") diretto da Nikolaj Dostal' e uscito nel 2011. La serie è disponibile su YouTube, e da oggi è accessibile, assieme a una recensione, anche sul nostro sito, nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti. Ce n’è abbastanza da passare circa 16 ore in compagnia di alcuni dei più interessanti protagonisti della storia ecclesiastica russa della sconsa metà del XVII secolo, da Boris Gudunov al patriarca Nikon, dallo tsar Aleksej Mikhailovich all'arciprete Avvakum, fino a Pietro I. Anche chi non conosce il russo (e alla fine del serial lo conoscerà certo di più) rimarrà incantato dalla cura nella riproduzione della Chiesa russa seicentesca, con i suoi riti, i canti molto ben riprodotti, le icone e tutta una serie di costumi religiosi ancor oggi seguiti.
12/06/2013
Il seminario serbo del Kosovo e Metohija in visita in Russia
Il portale del monastero Sretenskij di Mosca, Pravoslavie.ru, ha appena dato la notizia della visita in Russia dei nostri fratelli del seminario ortodosso di Prizren. Presentiamo anche noi questa notizia in russo e in traduzione italiana nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti. Siamo felici di vedere vladika Teodosije e padre Andrej accompagnare i seminaristi in una terra che rappresenta tanta speranza per il popolo serbo di Kosovo e Metohija. Ci rincuora vedere la generosità che la Chiesa russa, attraverso il monastero Sretenskij, ha esteso al seminario: da pochi giorni anche la nostra parrocchia ha preso la decisione di "adottare" uno dei seminaristi di Prizren, aiutandolo a compiere il cammino di studi. Speriamo che anche altre chiese e persone possano sentirsi coinvolte in questo movimento di aiuto ai cristiani ortodossi sottoposti a tante sofferenze e privazioni nel cuore stesso dell'Europa orientale.
11/06/2013
Vita del neo-ieromartire padre Ioannis Karastamatis di Santa Cruz
Sul blog Puglia ortodossa, curato dal nostro confratello archimandrita Arsenio, è stata tradotta la vita di padre Ioannis Karastamatis di Santa Cruz, California, un attivo e generoso parroco greco ortodosso in America, ucciso nel 1985 in un assalto di stampo satanista. La vita di padre Ioannis può essere letta oggi anche nella sezione "Testimoni dell'Ortodossia" dei documenti. Ringraziamo padre Arsenio per il suo permesso di duplicare la traduzione sul nostro sito, e gli facciamo i nostri migliori auguri per il suo ministero che si estende anche attivamente in rete.
10/06/2013
Per la prima volta in rete in lingua italiana: La conversazione INTEGRALE di san Serafino di Sarov con Motovilov
Uno dei brani più letti della letteratura spirituale ortodossa è il racconto del dialogo tra san Serafino di Sarov e Nikolaj Motovilov, noto anche con il titolo "Sull'acquisizione dello Spirito Santo". In lingua italiana il testo è presente nelle due biografie di san Serafino di Sarov (quella di Irina Gorainoff pubblicata da Gribaudi nel 1981 e quella di padre Justin Popovic pubblicata da Appunti di Viaggio nel 2002), e in numerose fonti in rete. Di recente, un amico profondamente interessato alla letteratura spirituale ci ha fatto notare come il testo disponibile in lingua italiana sia ridotto di oltre il 40% dal testo russo originale, con l’esclusione di parti non marginali: guarda caso, proprio in queste parti san Serafino insiste sull’importanza di essere cristiani ortodossi! Chissà se il testo non abbreviato avrebbe avuto un successo altrettanto ampio negli ambienti ecumenici... Abbiamo cercato il testo originale e le sue versioni in varie lingue, e ne proponiamo la traduzione italiana integrale. Abbiamo cercato di mantenere la traduzione letterale e semplice, avendo cura di non omettere nulla. Chi vuole leggere cosa ha VERAMENTE detto san Serafino a Motovilov, può trovare il testo in russo, in romeno e per la prima volta in lingua italiana nella sezione "Santi" dei documenti.
09/06/2013
Quello che gli antichi greci avrebbero pensato del matrimonio gay
Dopo che il primo Gay Pride italiano del 2013 si è svolto proprio a Torino, cercando di sottolineare un ben preciso programma politico (che per il momento comprende l’equiparazione delle coppie omosessuali alle famiglie, ma i cui scopi vanno ben oltre), non sarà male proporre la traduzione italiana di un articolo presentato il mese scorso sul blog Mystagogy: che cosa avrebbero detto gli antichi greci, creatori del concetto stesso della politica, - e ai quali è oggi attribuito un ruolo di guida nella tolleranza dell’omosessualità - di un programma politico che comprenda il matrimonio gay? Scopriamolo nell’articolo sui matrimoni gay e la visione degli antichi greci, nella sezione “Etica” dei documenti.
Dal blog A Reader's Guide to Orthodox Icons, riportiamo un breve articolo che ci spiega la duplice funzione (di venerazione e di protezione dall’usura) della riza, il rivestimento metallico che ricopre molte icone ortodosse, e che a molti sembra inutile ed eccessivo, ma che ha avuto nei secoli una preziosa funzione di conservazione delle più grandi testimonianze visuali della fede ortodossa. L’articolo sulla riza è nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.