
Mentre la Chiesa ortodossa copta ammira un evento nuovo e altamente significativo, la prima visita a sorpresa di un presidente musulmano egiziano al patriarca dei copti per la Veglia del Natale (potete leggere qui ulteriori informazioni sulla visita), richiamiamo l'attenzione su alcune parole che il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha pronunciato il 1 gennaio 2015 di fronte alle principali autorità musulmane egiziane, dal ministero dei beni religiosi e dall'università di Al Azhar. Ironicamente definito "discorso di Capodanno" (di fatto era tenuto nell'imminenza della celebrazione della nascita del profeta Muhammad; il 1 gennaio non è riconosciuto o celebrato nel mondo musulmano, in quanto basato su un calendario cristiano), nondimeno questo discorso presidenziale è un inaspettato apporto di verità e realismo rispetto alle relazioni dei musulmani con il resto del mondo: una dose di realtà che pochi capi di stato in Occidente osano dichiarare, o anche solo pensare.
Ecco qui un significativo estratto dal discorso presidenziale:
Mi riferisco qui ai leader religiosi. Dobbiamo riflettere seriamente su quello che abbiamo di fronte, e io, di fatto, ho già affrontato questo tema alcune volte. È inconcepibile che il pensiero che consideriamo più sacro faccia in modo che l'intera umma [il mondo islamico] sia una fonte di ansia, pericolo, abbattimento e distruzione per il resto del mondo. Impossibile!
Questo pensiero – non dico "religione", ma "pensiero" –, questo corpus di testi e idee che abbiamo sacralizzato nel corso dei secoli, al punto che allontanarsi da loro è diventato quasi impossibile, si sta inimicando il mondo intero. Si sta inimicando il mondo intero!
È possibile che 1 miliardo e 600 milioni di persone [i musulmani] debbano voler uccidere il resto degli abitanti del mondo, cioè 7 miliardi, in modo che essi stessi possano vivere? Impossibile!
Sto dicendo queste parole qui ad Al Azhar, davanti a questa assemblea di studiosi e ulema – Allah l'Onnipotente sia testimone della vostra verità nel Giorno del Giudizio riguardo a ciò di cui vi sto parlando ora.
Tutto ciò che vi sto dicendo, non lo potete sentire se rimanete intrappolati all'interno di questa mentalità. Dovete fare un passo al di fuori di voi stessi per essere in grado di osservare e riflettere su di essa da una prospettiva più illuminata.
Dico e ripeto ancora una volta che abbiamo bisogno di una rivoluzione religiosa. Voi, imam, siete responsabili di fronte ad Allah. Il mondo intero, lo dico ancora una volta, il mondo intero è in attesa della vostra prossima mossa... perché questa umma è strappata, viene distrutta, si sta perdendo – e si sta perdendo per opera delle nostre mani.
Non commentiamo ulteriormente le parole del presidente Al-Sisi, se non per invitare a rileggerle con attenzione, per capire il potenziale davvero straordinario delle proposte di questo politico che parla con voce tranquilla, invocando un ripensamento interno della sua religione a livello globale. Non sarà forse male confrontare queste parole con quelle di Putin a Valdai nel contesto del mondo cristiano. Forse potremo anche chiederci perché i media di maggioranza fanno tutto il possibile per oscurare questi discorsi sotto una ben calcolata campagna di demonizzazione di entrambi i personaggi.
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