Tatjana Zhdanoka, eurodeputato di origine russa della Lettonia, ha ricevuto due lettere di rimprovero da Martin Schulz, presidente dell'Europarlamento, e da Elmar Brok, presidente del Comitato degli esteri, per aver visitato la Crimea!
(pubblicato sulla sua pagina Facebook con le lettere originali degli alti rappresentanti dell'UE)

La settimana scorsa ho ricevuto due strane lettere: una da parte del Presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz (Social-democratico) e l'altra da parte del Presidente del Comitato degli Esteri, Elmar Brok (Partito Popolare).
I “boss” dell’Europarlamento hanno espresso il loro sdegno riguardo alcune mie dichiarazioni (non riportate) nei confronti della crisi in Ucraina. Essi affermano che ho pronunciato "parole non corrette" relative allo statuto della Crimea durante la mia visita in Crimea nell'agosto di quest’anno. Devo presumere che intendano la mia visita in Crimea insieme a Miroslav Mitrofanov su invito del Presidente della Repubblica Sergej Aksjonov.
Il Presidente Brok si getta nella seguente predica: "Le sue affermazioni sono fondamentalmente sbagliate. Lei doveva consultarsi presso dei giuristi indipendenti che le avrebbero spiegato che il referendum fu organizzato illegalmente e che non ha alcun valore".
E il capo dei social-democratici Martin Schulz tenta di impressionarmi con una minaccia spaventosa: "Riferirò immediatamente alle autorità ucraine la mia assoluta condanna riguardo la sua visita e queste sue parole".
Sono indignata che alcuni deputati si attribuiscano il diritto di indicare agli altri in che modo essi debbano esprimere la propria opinione!
Pertanto oggi stesso ho inviato a Martin Schulz e a Elmar Brok la mia risposta, riportata qui di seguito:
"Non ho bisogno di avere alcuna autorizzazione per le mie azioni e per le mie parole, né durante le mie visite in Crimea né nelle altre attività politiche che svolgo.
NESSUN dirigente dell'Europarlamento è il mio datore di lavoro, né ha alcun diritto di indicarmi dove e cosa devo dire. Io agisco in conformità alle mie convinzioni politiche e al programma del partito Unione Russa della Lettonia per il quale hanno votato i miei elettori. La mia posizione riguardo la Crimea e l'Ucraina riflette completamente le posizioni dei cittadini della Lettonia che hanno sostenuto la Lista dell’Unione Russa della Lettonia alle elezioni nell’Europarlamento.
Io sono responsabile dinnanzi al mio popolo. Cambiare questo fatto non sarà possibile né a lei, signor Schulz, né a lei, signor Brok, né a tutti i miei avversari politici messi insieme! Poiché sono stata osservatore durante il referendum relativo allo statuto della Crimea, non ho bisogno di consulenze giuridiche prese da giuristi-teorici che servono anche gli interessi geopolitici della Germania e degli USA.
Io, personalmente, ho potuto verificare che il referendum in Crimea si è svolto in piena conformità alla volontà del popolo della Crimea, senza alcuna costrizione o pressione esterna. I dirigenti dell'Europarlamento dovevano rendersi conto che dopo il golpe a Kiev, fortemente sostenuto dall’intero Occidente, la popolazione della Crimea non poteva rassegnarsi alla prospettiva di perdere la lingua russa, la lingua madre della maggioranza della popolazione della Crimea, e il proprio statuto ufficiale, né al terrorismo delle coalizioni di estrema destra arrivate al potere in Ucraina.
La Repubblica di Crimea ha lo stesso e uguale diritto all’autodeterminazione che hanno la Scozia e la Catalogna, la Corsica e qualsiasi altra regione etnica in Europa.
E gli abitanti della Crimea hanno usufruito di questo loro diritto.
Per quanto riguarda i miei poteri di deputato dell’Europarlamento, questi sono stati confermati, per la terza volta, dai cittadini della Lettonia.
Se voi continuate nei vostri tentativi di limitare il diritto fondamentale e l'obbligo di un deputato dell'Europarlamento di esprimere e di difendere la posizione dei propri elettori, in tal caso le prossime elezioni all'Europarlamento finiranno con la sconfitta dei vostri partiti e con il trionfo degli avversari contrari all'esistenza dell’Unione Europea.
L'Unione Europea senza libertà di parola, infatti, è uno strumento di corporazioni internazionali molto ostili ai popoli europei.”
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