Rubrica

 

Informazioni sulla chiesa in altre lingue

Mirrors.php?cat_id=33&id=205  Mirrors.php?cat_id=33&id=602  Mirrors.php?cat_id=33&id=646  Mirrors.php?cat_id=33&id=647  Mirrors.php?cat_id=33&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=33&id=2779  Mirrors.php?cat_id=33&id=204  Mirrors.php?cat_id=33&id=206  Mirrors.php?cat_id=33&id=207  Mirrors.php?cat_id=33&id=208 
Mirrors.php?cat_id=33&id=3944  Mirrors.php?cat_id=33&id=7999  Mirrors.php?cat_id=33&id=8801  Mirrors.php?cat_id=33&id=9731  Mirrors.php?cat_id=33&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=33&id=11631         
 

Calendario ortodosso

   

Scuola domenicale della parrocchia

   

Ricerca

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  La preparazione al Matrimonio nella Chiesa ortodossa  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Inizio  >  Documenti  >  Sezione 9
  Aquila e Priscilla

dell'arciprete John Moses

Pravmir

2 settembre 2017

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Condividi:

Dovrete perdonarmi per quello che sto per dirvi, che ho appreso molti anni fa mentre frequentavo l'università. Non posso darvi un riferimento. So che ho sentito queste cose in una lezione di Nuovo Testamento.

C'è un professore che ha studiato Roma nel primo e secondo secolo, tanto bene da conoscere ogni settore della città, chi ci viveva e in quale strada. Le sue intuizioni hanno contribuito a illuminare alcuni riferimenti alle prime comunità cristiane esistenti nell'antica Roma. La sua conoscenza del latino e del greco è profonda. Sa anche quali nomi erano dati ai vari livelli della società e quali nomi non erano ammessi per gli schiavi o i poveri di ceto inferiore. Queste intuizioni ci aiutano a capire chi è che Paolo saluta in Romani 16.

In 1 Corinzi, Paolo dice: "Aquila e Priscilla vi salutano calorosamente nel Signore, con la chiesa che si raduna nella loro casa". Vediamo cosa ci dicono le intuizioni del professore su questi due e sulla loro chiesa domestica. Priscilla veniva da una famiglia ricca delle parti eleganti della città. La loro proprietà erano presso il fiume e la famiglia era prominente. A quanto pare, aveva creato un certo scandalo perché aveva sposato uno schiavo. Come lo sappiamo? Beh, Aquila era un nome da schiavo. Gli scavi della proprietà familiare hanno rivelato alcune cose interessanti sulla loro "chiesa domestica". Sulla loro tenuta, hanno recuperato ossa di schiavi, ossa di mercanti, ossa di professionisti, di militari e perfino ossa dell'elite senatoriale. Quelli delle classi inferiori vivevano nella chiesa domestica. Dopo la colazione e le preghiere del mattino o la liturgia, andavano al lavoro o a mendicare, e poi tornavano per la cena e le preghiere. Quando morivano, erano sepolti sul posto, senza alcuna considerazione per il loro status sociale.

C'erano altre chiese domestiche a Roma e ognuna di loro aveva le proprie difficoltà. Per esempio, c'era un gruppo di uomini chiamati "i fratelli", che vivevano in una parte molto malfamata della città, così malfamata che persino i soldati romani non ci volevano entrare. La gente ci viveva stipata su tre piani. A ogni piano, le camere erano separate da tende a buon mercato. Era un'autentica trappola per gli incendi e non c'erano fognature. Potete immaginare quanto era difficile viverci. Eppure, nonostante questa triste situazione, i fratelli vi abitavano e testimoniavano la loro fede e il loro amore. Pensando alle situazioni che affrontavano questi cristiani potete capire le parole di san Paolo ai cristiani: "Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti. Che tutto ciò che fate sia fatto con amore". Stava parlando non solo agli individui, ma anche alle comunità di cui essi facevano parte.

Cosa possiamo imparare da questo?

Mi sembra che nella nostra attuale cultura religiosa la comunità sia una preoccupazione secondaria (o forse anche più in fondo alla lista). Molti vanno in chiesa ogni domenica, ma evitano o addirittura si oppongono alle attività e ai programmi che sono stati progettati per costruire la comunità. Non li vedete quasi mai a un pranzo parrocchiale, a uno studio biblico o a una serata di intrattenimento. Sicuramente la mia salvezza è la mia priorità, ma i cristiani del primo secolo sapevano che per avere successo nella vita, nella fede e nella testimonianza, avevano bisogno della protezione della comunità cristiana.

Essere una comunità significa condividere insieme una vita. Mi rendo conto che questo va contro le fantasie di autosufficienza nello stile di Daniel Boone e Davy Crockett, ma questo fa parte del problema. L'idea di condividere una vita con qualcun altro al di fuori della nostra famiglia immediata sembra per noi un anatema. Ora, non abbiamo bisogno di ricreare la chiesa domestica di Aquila e di Priscilla, né abbiamo bisogno di vivere nei quartieri poveri della città in case umili, ma la nostra esigenza di comunità è altrettanto profonda.

La Chiesa che si è formata dopo la Pentecoste (Atti 2) ci mostra ciò che è necessario. I suoi membri erano assidui negli insegnamenti degli apostoli (studio della Bibbia), nella "frazione del pane" (Comunione), avevano tutte le cose in comune (una vita condivisa), andavano quotidianamente al tempio (frequentazione regolare delle funzioni) andavano di casa in casa e mangiavano con serenità e semplicità di cuore (una vita condivisa), lodando Dio (culto). Sappiamo da altre fonti che i cristiani facevano atti di carità per i poveri di Gerusalemme. Il risultato fu che incontrarono il favore del popolo e "il Signore aggiungeva alla Chiesa ogni giorno quelli che erano stati salvati". Più tardi, la comunità li avrebbe aiutati ad affrontare la persecuzione. Quando si trovavano nella povertà, la comunità cristiana più ampia avrebbe esteso loro il suo aiuto, e san Paolo avrebbe raccolto fondi per loro.

Vorrei affermare che se non ci impegniamo a realizzare ogni parte di questo, allora la nostra esperienza di comunità è distorta, e può essere mortale. Ancora una volta, questo non significa che dobbiamo ricreare il modo esatto in cui la Chiesa primitiva viveva la propria vita nello Spirito. Purtroppo ho conosciuto molti che hanno cominciato con amore e fede e zelo, ma poi hanno fatto naufragio, in parte perché la piena esperienza di comunità era assente (alcuni la definivano perfino un abuso). Che le comunità fossero grandi o piccole, la dimensione della chiesa e il numero dei membri non importavano.

Quindi, parlate con i vostri fratelli e sorelle e includete il vostro sacerdote. Parlate della comunità e di come possiamo crescere insieme in fede, speranza e amore. Invitate gli altri, anche se sembrano inclini ad essere assenti, a entrare nella conversazione. Un giorno (e ora sembra più probabile che mai), il mondo conoscerà ancora i colpi di un'amara persecuzione. Quando ciò accadrà, avremo bisogno, i nostri figli avranno bisogno e i nostri nipoti avranno bisogno, della comunità dello Spirito Santo se sperano di sopravvivere.

Se pensate che un maggior senso di comunità sia troppo difficile da raggiungere, lasciatemi ripetere nuovamente l'ammonizione di san Paolo: "Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti. Che tutto ciò che fate sia fatto con amore". A questo aggiungo anche le sue parole: "Salutatevi gli uni gli altri con un bacio santo ".

Condividi:
Inizio  >  Documenti  >  Sezione 9