A partire dagli inizi degli anni '90, si è vista nelle Filippine una moltiplicazione di presenze della Chiesa ortodossa, che fino ad allora aveva avuto nel paese solo attività episodiche legate all'immigrazione di greci e russi (inclusi i profughi russi dalla Cina). Le comunità odierne sono invece per lo più composte e guidate da filippini nativi, con un'influenza che potrebbe estendersi alla diaspora filippina nel mondo.
Dai dati provenienti da una esauriente pagina di Wikipedia, apprendiamo che oggi nelle Filippine operano quattro giurisdizioni ecclesiali ortodosse: il Patriarcato Ecumenico, il Patriarcato di Antiochia, la Chiesa russa all'estero (di cui ci siamo occupati in precedenza in un articolo sul nostro sito), e il Patriarcato di Mosca. Quest'ultima, con circa 60 parrocchie visibili, è la presenza ortodossa più forte e numerosa nelle Filippine.
Le origini di questo fenomeno di vasta portata risiedono in una delle denominazioni minoritarie dei cristiani delle Filippine, la Chiesa filippina indipendente, detta anche "aglipayana", dal nome del fondatore, padre Gregorio Aglipay (1860-1940). Nata per ragioni patriottiche da un gruppo indipendentista staccatosi dal cattolicesimo romano, questa Chiesa è passata per alcune derive teologiche prima di riprendere una dimensione cristiana più maggioritaria attraverso l'affiliazione alla Comunione anglicana e all'Unione vetero-cattolica di Utrecht. Anche se è piccola rispetto ai cattolici romani nelle Filippine, la Chiesa aglipayana esercita un'influenza su un impressionante numero di abitanti dell'arcipelago (le statistiche principali variano tra i due e i quattro milioni), e non deve pertanto stupire se un movimento verso l'Ortodossia che parte dal cuore di questo movimento è capace di coinvolgere numeri considerevoli di persone.
Ricostruiamo in breve i passi salienti di questo cammino di conversione.
Nel marzo 2014, 28 parrocchie di cinque province della Chiesa filippina indipendente, guidate dai vescovi Esteban Valmera e Rogelio Ringor insieme a tredici altri membri del clero, hanno inviato una petizione a sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus', offrendogli la conversione di tutto il loro gruppo alla Chiesa ortodossa. Ispirato da questa iniziativa, anche un altro gruppo aglipayano indipendente guidato da otto vescovi ha scritto un'analoga petizione.
Il patriarcato di Mosca ha risposto inviando missionari ortodossi russi, ucraini e americani a catechizzare le migliaia di persone desiderose di abbracciare la fede ortodossa. Tra i missionari che sono venuti nelle Filippine vi sono padre Kirill Shkarbul da Taiwan, padre Stanislav Rasputin dall'India e padre Georgij Maksimov (prima diacono, e poi sacerdote alla fine del 2014) dalla Russia.

L'evento che ha coronato due anni di catechesi ortodossa è stato il battesimo di massa del 21 agosto 2015, che ha visto entrare nella Chiesa ortodossa 239 candidati, inclusi i due vescovi Esteban Valmera e Rogelio Ringor e quattro sacerdoti delle comunità aglipayane. Cinque dei nuovi ortodossi sono in partenza per la Russia per una preparazione di seminario. Da questo evento si è aperta la fase successiva, una serie di battesimi di massa in 29 chiese di diverse località sull'isola di Mindanao.
La pagina FaceBook della Chiesa ortodossa filippina (come si è nominata la nuova organizzazione ecclesiale) è un buon luogo in cui iniziare a seguire il percorso di queste nuove comunità. È difficile fare previsioni sul futuro a uno stadio ancora tanto prematuro, ma certamente il grande pool di influenza della chiesa aglipayana nella società filippina avrà il suo ruolo nel far crescere questa missione ortodossa composta quasi interamente di nativi del paese, e potrebbe anche raggiungere ambienti della diaspora filippina in altri paesi.
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