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  Dichiarazione dell'arcivescovo Peter della ROCOR sull'economia e sui "battesimi correttivi"
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27 agosto/9 settembre 2023

Venerabile Pimen il Grande

Cari padri,

è da un certo tempo che non vi scrivo una lettera d'istruzione, ma poiché quello di insegnare è uno dei doveri episcopali, sento che è importante farlo su una base regolare, e perciò vorrei attirare la vostra attenzione sui seguenti punti:

1. È estremamente importante che voi presentiate candidati all'ordinazione che non abbiano impedimenti canonici. È un dovere esclusivo del vescovo esercitare l'economia o il rigore nel seguire i canoni riguardanti l'ordinazione. Pertanto, non è impossibile che sia ordinato qualcuno che ha un impedimento canonico, ma il vescovo deve comprendere completamente la situazione per essere in grado di decidere di abrogare o no i canoni che riguardano tale caso. Abbiamo aggiornato la raccolta di dati che usiamo a questo proposito e l'abbiamo allegata a questo documento. Ci sono due questioni che sembrano causare continuamente problemi. La prima è quella del matrimonio. Il matrimonio non è un peccato. Il battesimo non può "de-sposare" quelli che sono stati sposati in precedenza. Se un candidato all'ordinazione o sua moglie sono stati sposati con altre persone prima del loro battesimo, questo è un impedimento all'ordinazione. La seconda questione è il tempo nella Chiesa prima dell'ordinazione. San Paolo scrive a Timoteo: "Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno" (1 Tim 5:22). I candidati al lettorato devono aver provato se stessi come costanti frequentatori della chiesa e come zelanti aiutanti della loro parrocchia per non meno di tre anni. Per tutti gli altri candidati questo è richiesto per non meno di sette anni. Di nuovo, si possono fare delle eccezioni, ma io devo capire la necessità di tali eccezioni per essere in grado di prendere la miglior decisione a proposito. Un vescovo risponderà davanti a Dio soprattutto per le persone che ordina, e io vi chiedo di aiutarmi a dare la miglior risposta al Signore quando apparirò davanti a lui.

... perché coloro che non sono stati ordinati non abbiano a perire, bisogna prendersi cura fin dapprima di quali tipi di candidati siano ordinati, così che si veda subito se sono stati continenti per molti anni, e se hanno avuto cura per le letture e amore per le elemosine. Si deve anche indagare se per caso un uomo sia stato sposato due volte. Si deve anche vedere che non sia analfabeta, e che non abbia debiti con lo stato, per non essere costretto, dopo avere assunto un ordine sacro, a ritornare a un impiego pubblico. Lasciate perciò che la vostra fraternità indaghi con diligenza in tutte queste cose, affinché, dopo che ciascuno è stato ordinato dopo un esame diligente, nessuno sia passibile di essere deposto dopo l'ordinazione. (San Gregorio il Grande/il Dialogo, Epistola XXVI al vescovo Gennaro).

2. I nomi al battesimo. Se qualcuno viene alla Chiesa con un nome perfettamente ortodosso non c'è ragione di cambiare quel nome al battesimo. Non solo non c'è ragione, ma voi non dovreste cambiare il nome di qualcuno senza la mia benedizione specifica. Se il Signore ha ispirato i genitori dei nuovi cristiani a dare loro nomi cristiani, cambiare quei nomi mi sembra presuntuoso. Si dovrebbe evitare allo stesso modo l'uso di nomi esotici per quelli che non vengono alla Chiesa con nomi cristiani. La cosa migliore è che il nuovo cristiano possa conoscere il suo santo. È di grande aiuto se per quel santo esiste un officio che si serve annualmente, e se è stata scritta una vita del santo. Il nostro desiderio non è di offrire esempi di esotismo, ma di essere guide pastorali, al nostro meglio, per il maggior numero di fedeli verso il Regno dei Cieli. Se trasmettiamo come prima cosa un interesse per le cose esotiche, questo non attirerà le persone serie che cercano la vera Fede, e attirerà piuttosto persone instabili. I santi occidentali sono naturalmente accettabili, ma questo può causare qualche conflitto se una persona viaggia in un paese di tradizione ortodossa, o anche se visita qualche altra parrocchia, e il prete dovrebbe provvedere per quelli che si trovano in questa situazione una lettera che spiega che tali persone sono in regola e che il loro nome è quello di un santo ortodosso occidentale.

3. Ritorniamo al tema dell'economia e del rigore. Dovunque esiste alcuna deviazione dai canoni per ragioni pastorali, la decisione di tale deviazione deve essere fatta dal vescovo e non dal prete. Questa è la ragione per vi chiedo di ottenere la mia benedizione quando vi sembra che qualcuno debba essere cresimato piuttosto che battezzato, o quando un secondo o terzo matrimonio vi sembra un bene per la salvezza di quanti vi sono coinvolti. Naturalmente, vi chiedo di fornire il contesto per tale deviazione dai canoni, e apprezzo i vostri suggerimenti a proposito, ma la decisione finale spetta al vescovo. Questo è ancor più vero nei casi che comportano un "battesimo correttivo". Questo movimento si ripropone ciclicamente nella Chiesa con un certo tipo di ritmo regolare, e sembra riproporsi ancora oggi. Gli anni '70 e '80 videro una ricomparsa di questo movimento per "correggere" i battesimi o le ricezioni nell'Ortodossia che erano stati compiuto "in modo non corretto". Questa decisione, se una persona che sia già un cristiano ortodosso praticante debba ricevere un battesimo, è totalmente di competenza del vescovo. I preti non devono battezzare nessuno che si trovi in una situazione simile, senza la mia espressa benedizione. E ci sarà bisogno di portare argomentazioni molto forti per un battesimo correttivo: questa non è una situazione che possiamo considerare alla leggera. Inoltre, non dovete esercitare alcuna pressione sul vostro gregge a favore di un "battesimo correttivo". Se qualcuno viene da voi chiedendovi una cosa del genere, questo va preso in considerazione, e voi dovete raccogliere tutte le informazioni possibili a proposito e fornirmele. Ma suggerire questa soluzione a qualcuno prima di averne parlato con me, oppure predicare o pubblicare queste queste idee, è proibito, senza alcuna eccezione. La nostra vocazione di chierici è di aiutare a salvare le anime, non di tentare i fedeli. Se diventa ovvio, durante la vostra opera pastorale tra i fedeli, che qualcuno è stato chiaramente introdotto nella Chiesa in modo scorretto, allora parlatene con me. Decideremo assieme se, come, quando e dove affrontare l'argomento con la persona in questione. Nessuno dei sacramenti, incluso il battesimo, è un incantesimo magico che deve essere completato alla perfezione perché la magia funzioni. Noi siamo servitori del Dio Altissimo, e la sua grazia è certamente sufficiente per noi e per la nostra salvezza, anche se per qualche ragione c'è qualche pratica sincera, ma leggermente scorretta, che porta qualcuno nella sua Chiesa.

4. Parlerò ora della mia preoccupazione per colui che sembra il maggior responsabile della ricomparsa del "battesimo correttivo" ai nostri giorni, padre Peter Heers, che ha pubblicato un nuovo libro sul battesimo che sta causando grandi problemi in tutto il mondo ortodosso di lingua inglese. Tali preoccupazioni su padre Peter sono condivise da me, dal nostro metropolita, da altri vescovi della ROCOR e da vescovi al di fuori della ROCOR. In primo luogo, è giunto alla mia attenzione che padre Peter ha girato di nascosto per la nostra diocesi, tenendo incontri con i fedeli, e dicendo loro di non parlare al loro prete locale di queste riunioni. Come ci ha insegnato il Signore, "Dai loro frutti li potrete riconoscere" (Mt 7:20). Questo comportamento è totalmente inappropriato, e, a mio parete avvelena tutto ciò che padre Heers dice o fa. Mi sono rivolto al vescovo di padre Heers, il metropolita Seraphim del Pireo, per protestare contro questo comportamento. Almeno sembra che sia lui il suo vescovo. Da un punto di vista pratico sembra che padre Heers non abbia vescovo né gregge. Ma almeno a un certo punto era sotto il metropolita Seraphim, e confido che il metropolita sappia a chi inoltrare la mia lettera, se non è lui il destinatario corretto. In secondo luogo, come reazione al libro di padre Heers, ci sono stati dei preti che hanno preso su se stessi il compito strettamente episcopale di esercitare l'economia o il rigore. Ho già trattato qui sopra questo problema, perciò non c'è bisogno di parlarne di nuovo ora. In terzo luogo, non riconoscendo che i vescovi hanno l'esclusiva capacità e responsabilità di esercitare l'economia o il rigore, padre Heers insegna che di fatto non esiste alcuna vera Chiesa. Infatti, se i vescovi non possiedono i diritti degli apostoli, allora nella Chiesa ortodossa non è presente la successione apostolica, non è presente la grazia, ed essa non è la vera Chiesa (e se la Chiesa ortodossa non è la vera Chiesa, allora non vi è di sicuro alcuna vera Chiesa, e nell'ecclesiologia sprofondiamo nella fantasia protestante della teoria dei rami). In quarto luogo, insistendo sul fatto che i canoni sono essenzialmente incantesimi magici auto-attualizzanti, padre Heers non comprende che i canoni devono essere sempre applicati dapprima con amore e con sollecitudine per la salvezza di quelli che li hanno violati. Un approccio protestante ai canoni, che li interpreta personalmente piuttosto che secondo la tradizione della Chiesa, è altrettanto spiritualmente dannoso dei tentativi di leggere in tal modo le Scritture. La Chiesa desidera la salvezza dell'uomo, non la sua correzione e la sua punizione prive di misericordia per soddisfare la "giustizia divina" dopo che l'uomo ha violato una legge divina dal cuore freddo. Chiedo a tutti i preti di rileggere la "Confessione" del metropolita Antonij (Khrapovitskij), e di seguire i consigli di questo santo padre riguardo alla confessione, alle penitenze e ad altri temi relativi al sacramento della penitenza. In quinto luogo, insistendo che la ricezione dei convertiti al cristianesimo ortodosso può essere fatta SOLO con il battesimo, padre Heers non comprende la grazia di Dio e la tratta essenzialmente come un oggetto creato. La grazia di Dio opera in accordo con la Chiesa, non in accordo con le opinioni di padre Heers. Il battesimo è la modalità standard di ricezione nella Chiesa, ma già nel quarto secolo san Basilio il Grande delinea altri modi di ricezione dei convertiti, che dipendono dalla situazione spirituale dalla quale essi entrano nella Chiesa. Quindi, si deve prendere in considerazione la realtà spirituale del convertito, così come la sua realtà pastorale, prima di discutere con il proprio vescovo la modalità della ricezione. Con il tempo il prete impara quando una deviazione dallo standard del battesimo può essere canonicamente permissibile e pastoralmente consigliabile, e ne discute con il proprio vescovo secondo la necessità. Io non benedico la vendita o la distribuzione del libro Sulla ricezione degli eterodossi nella Chiesa ortodossa nella nostra diocesi degli Stati Uniti centrali.

5. È comprensibile che i preti siano presenti nel mondo on-line. I nostri parrocchiani vi spendono quantità smodate di tempo (cosa che io vorrei che voi cercaste di moderare se possibile attraverso le vostre predicazioni e un buon esempio personale), e così il clero vi sarà presente per istruire i fedeli. Tuttavia, vi chiedo per favore di discutere con il vostro decano o con me i vostri progetti di essere intervistati o comunque di agire on-line al di fuori del vostro contesto parrocchiale. Come vostro vescovo dovrei essere al corrente di tutto ciò che sta accadendo nella diocesi. Naturalmente, in una diocesi enorme come la nostra questo non è realmente possibile. Tuttavia, ogni deviazione dalla norma dovrebbe giungere alla mia attenzione. Non è bene che io guardi in internet e sia sorpreso dalle immagini, dagli articoli o dai video che vi trovo. E questo francamente accade fin troppo spesso.

6. Vi incoraggio a chiedere al vostro decano o a me se avete domande liturgiche o teologiche. Incoraggio i nuovi chierici a partecipare alla Pratica liturgica annuale sponsorizzata dalla nostra Scuola pastorale. Sembrerebbe, guardando in internet, che la Chiesa ortodossa russa al di fuori della Russia abbia gettato via le sue pratiche tradizionali in seguito alla firma dell'Atto di comunione Canonica del 2007, ma non è il caso della nostra diocesi. Fin quando io sarò il vescovo ordinario noi seguiremo queste pratiche ortodosse russe collaudate nel tempo. Dopo la rivoluzione, la Chiesa si è sviluppata nell'Unione Sovietica in modo differente di come è avvenuto all'estero. In tutta franchezza, la Chiesa ortodossa russa al di fuori della Russia si è continuamente sforzata di conservare le pratiche pre-rivoluzionarie della Chiesa russa. La nostra tradizione è autentica. Anche le tradizioni di Mosca sono autentiche, poiché nonostante le difficoltà che la Chiesa ha affrontato durante quei tempi di persecuzione, lo Spirito Santo ha condotto la Chiesa. Ma le loro pratiche sono autentiche per loro, mentre le nostre pratiche sono autentiche per noi.

Con la mia benedizione arcipastorale e con amore in Cristo,

Peter, arcivescovo di Chicago e degli Stati Uniti centrali

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