
foto: podvorie-sofia.bg
Sua Eminenza il metropolita Daniil di Vidin è stato forse il più esplicito tra i vescovi della Chiesa ortodossa bulgara sulla situazione della crisi ucraina in corso. Insieme ad altri due metropoliti, ha invitato il Sinodo a chiedere un concilio pan-ortodosso, ed è stato il primo vescovo ortodosso a denunciare pubblicamente il "concilio d'unificazione" il 15 dicembre con il quale il patriarcato di Costantinopoli e il presidente ucraino Petro Poroshenko hanno creato un nuovo gruppo scismatico.
Profondamente preoccupato per l'interferenza di Costantinopoli in Ucraina, il metropolita Daniil si è anche impegnato a rivolgersi ai vescovi della Chiesa greca, esortandoli a non capitolare a Costantinopoli nel riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", come riferisce l'Unione dei giornalisti ortodossi, facendo riferimento al sito affiliato a Costantinopoli fanarion.blogspot.com.
Nella sua lettera, datata 17 maggio, il metropolita Daniil scrive che il patriarca Bartolomeo è un uomo che tenta con l'uso della violenza di usurpare il potere nel mondo ortodosso e invita i vescovi greci ad "alzare la voce" contro ciò che sta accadendo.
"In questo caso, il Patriarca di Costantinopoli non è un padre, ma una persona che cerca di usurpare il potere con la violenza", scrive il metropolita Daniil. "E queste ambizioni si estendono non solo sulla santa metropolia di Kiev, ma anche sull'intera Chiesa ortodossa, perché il patriarca Bartolomeo pretende di avere il diritto di interferire negli affari interni di ogni Chiesa locale".
"Se siamo veri figli della nostra madre Chiesa, la Chiesa ortodossa, allora dobbiamo alzare la nostra voce contro ciò che sta accadendo, perché altrimenti sosterremo qualcuno che usa il potere per usurpare i diritti che appartengono esclusivamente all'intera Chiesa", aggiunge il vescovo bulgaro.
Il metropolita Daniil scrive anche che le attuali pretese di Costantinopoli al primato su tutto il mondo ortodosso non hanno presupposti canonici né storici:
Oggi le particolarità storiche sono completamente diverse, perché Istanbul non è più la capitale di uno stato cristiano, e le Chiese locali non costituiscono il territorio di un singolo stato, come accadeva durante il lungo periodo bizantino e poi sotto l'Impero ottomano... Diverse moderne Chiese locali sono molto meglio organizzate rispetto al moderno Patriarcato di Costantinopoli e non hanno bisogno di un fattore 'stabilizzante' per la struttura e il governo interno ecclesiale.
Sua Eminenza avverte anche che le azioni sfrontate di Costantinopoli porteranno a uno scisma, simile al Grande Scisma del 1054.
"È ovvio che queste azioni del Patriarcato di Costantinopoli distruggono, minacciano e danneggiano la conciliarità e l'unità della Chiesa ortodossa. Secondo noi, la Chiesa ortodossa è a un bivio: mostrare la sua sapienza conciliare e proteggere la sua unità, santità, cattolicità e apostolicità, oppure scegliere la via del papismo orientale, ripetendo la triste storia del 1054", scrive il metropolita Daniil.

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