
foto: pravoslavie.ru
Il Sinodo della Chiesa ortodossa georgiana sta per essere convocato nei prossimi giorni. Un gruppo di vescovi presumibilmente guidato dal metropolita Daniel di Chiatura e Sachkhere vuole discutere il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", che è stata fondata a Kiev nel dicembre 2018 e ha ricevuto lo status d'autocefalia dal patriarca ecumenico.
Costantinopoli è particolarmente interessata al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Se riconosciuta, il "metropolita" Epifanij e la sua organizzazione possono accrescere il potere del Patriarcato Ecumenico nel mondo ortodosso, indebolire l'influenza del Patriarcato di Mosca e consentire al patriarca di Costantinopoli di prendere decisioni su questioni estremamente importanti per l'Ortodossia di sua sola autorità.
Le Chiese locali sono nel dubbio: nonostante le pressioni, nessuna di loro ha ancora riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Come potrebbe essere concessa l'autocefalia alla Chiesa ucraina se manca ancora l'unità, e alcune parrocchie si impadroniscono dei luoghi di culto di altre parrocchie? Perché l'autocefalia è stata concessa esclusivamente dal patriarca Bartolomeo, senza alcuna discussione con le altre Chiese locali, in totale disprezzo della Chiesa ortodossa ucraina canonica esistente? Perché c'è stata tanta fretta di produrre il Tomos, e perché questo è successo poco prima della campagna elettorale dell'ex presidente ucraino Poroshenko? L'autocefalia ucraina potrebbe causare uno scisma nel mondo ortodosso? Queste e altre domande sono state indirizzate alle delegazioni di Costantinopoli dalle Chiese locali prima e dopo la costituzione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".
Alcune Chiese locali si sono opposte alla politica del patriarca Bartolomeo, incluso il Patriarcato di Antiochia, che un tempo ha concesso l'autocefalia alla Chiesa ortodossa georgiana; e il Patriarcato di Serbia, che sostiene che la gerarchia della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non ha una successione canonica. L'arcivescovo Chrysostomos di Cipro e l'arcivescovo Anastasios d'Albania hanno chiesto al patriarca Bartolomeo di convocare una Sinassi dei primati, ma lui ha rifiutato fermamente.
Il futuro della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è incerto; le relazioni tra i gruppi che l'hanno formata sono instabili. Anche ora c'è un conflitto tra Filaret Denisenko, il "patriarca onorario" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e il suo capo ufficiale Epifanij. Questo conflitto mina l'unità della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e può portare alla sua rottura nel prossimo futuro.
Se la Chiesa ortodossa georgiana riconosce la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", non sarà in grado di affrontare autonomamente i propri problemi. Gli abkhazi hanno già chiesto di poter entrare nel Patriarcato ecumenico e di ricevere lo status di autonomia. Il metropolita Emmanuel di Francia ha accennato una volta al catholicos-patriarca di Georgia il fatto che la richiesta dell'Abkhazia poteva ricevere una risposta positiva se la Chiesa Georgiana non avesse sostenuto Costantinopoli. Ma ora Costantinopoli pretende di avere il diritto di concedere un'autocefalia ovunque in tutto il mondo. Se riconosciamo la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", faremo entrare Costantinopoli nel territorio canonico della Chiesa georgiana.
Durante il precedente incontro dei vescovi di Costantinopoli con Ilia II a Tbilisi, uno dei rappresentanti del Patriarcato ecumenico, il metropolita Amphilochios di Adrianopoli, avrebbe iniziato il suo discorso con le parole: "C'è un'opinione secondo cui la Chiesa ortodossa è guidata da Gesù Cristo. Ma in realtà la Chiesa è guidata dal patriarca ecumenico". Il catholicos-patriarca sembra essere in disaccordo con quest'affermazione. I vescovi ortodossi famosi per la loro esperienza spirituale e per la purezza della loro vita edificante non sono d'accordo con questo, per esempio, l'arcivescovo Anastasios d'Albania, che ha restaurato la sua Chiesa dopo le repressioni comuniste e che è già considerato un santo da molti greci.
La Chiesa ortodossa non ha mai seguito i cattolici romani, ma chi ha lungimiranza spirituale comprende che la Chiesa ortodossa sta affrontando una nuova minaccia su larga scala, e la questione ucraina ne è solo una parte.

Tamara Lomidze è una giornalista appartenente alla Chiesa ortodossa georgiana.
|