
il patriarca Teofilo III di Gerusalemme. Foto: st.rublev.com
Aleksandr Drabinko e altri "vescovi" della nuova struttura ucraina stanno pianificando un viaggio a Gerusalemme per la grande festa della Teofania del 19 gennaio e il Patriarcato di Gerusalemme è sotto forti pressioni per concelebrare con loro, secondo una fonte del Patriarcato.
Drabinko è uno dei due ex vescovi della Chiesa ucraina canonica che ha apostatato e si è unito alla cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" al "concilio d'unificazione" il 15 dicembre. È probabile che sia inviato Drabinko perché come ex vescovo della Chiesa canonica, può almeno vantare una consacrazione canonica all'episcopato, a differenza della maggior parte dei vescovi della nuova struttura, e così sperano che sia più gradito ai vescovi della Chiesa di Gerusalemme.
Finora, il Patriarcato non ha acconsentito a ricevere i rappresentanti degli scismatici e a concelebrare con loro, sebbene sia difficile dire con certezza cosa sarà deciso a causa delle pressioni sulla Chiesa di Gerusalemme provenienti da più parti, tra cui Costantinopoli, Israele e America.
Tuttavia, si può affermare che circa l'80% dei vescovi del Patriarcato di Gerusalemme sostiene in linea di principio la posizione della Chiesa ortodossa ucraina canonica e della Chiesa ortodossa russa.
La scorsa notte, la Divina Liturgia è stata celebrata nel Santo Sepolcro di Gerusalemme da sua Eminenza l'arcivescovo Aristarchos di Costantina con la concelebrazione del clero delle Chiese russa, romena e georgiana. Erano presenti anche alcuni sacerdoti ucraini, e sua Eminenza si è rigorosamente informato sulla loro giurisdizione, come riferisce l'Unione dei giornalisti ortodossi.
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Il Santo Sinodo del Patriarcato di Gerusalemme non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sulla crisi ucraina da quando questa si è riaccesa in aprile, benché le dichiarazioni provenienti dal primate, sua Beatitudine il patriarca Teofilo III e da altri primati abbiano sostenuto la Chiesa ucraina canonica e il suo primate, sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e Tutta l'Ucraina.
Poco prima che lo stato ucraino si rivolgesse a Costantinopoli per l'autocefalia a fine aprile, il patriarca Teofilo ha incontrato una delegazione ucraina in Terra Santa, esprimendo la sua convinzione che il metropolita Onufrij sia l'unico in grado di far fronte alla difficile situazione in cui si trovano ora gli ucraini.
"Dio ha scelto sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina, la persona più adatta per la difficile situazione in cui si trova ora il popolo ucraino, e avrà la forza per superare lo scisma che si è verificato in Ucraina", ha detto.
Incontrandosi con un'altra delegazione ucraina a settembre, il patriarca Teofilo ha risflettto che l'interferenza di una Chiesa negli affari di un'altra sotto l'influenza dei politici è un segno dei tentacoli della globalizzazione che cercano di penetrare nel corpo della Chiesa per distruggerla.
In un incontro del 2015 con i politici radicali ucraini, sua Beatitudine Theophilos ha parlato del cosiddetto "patriarcato di Kiev" come "i nostri fratelli perduti capeggiati da Filaret [che sono decaduti] dalla Chiesa Madre". Il patriarca ha nuovamente espresso il suo sostegno ai fedeli sofferenti della Chiesa ortodossa canonica in un incontro dell'ottobre 2016 con una delegazione della Chiesa ucraina e a Pentecoste del 2017, il patriarca Teofilo ha parlato dei nazionalisti scismatici ucraini che si impossessano delle parrocchie della vera Chiesa, dicendo: "Condanniamo nei termini più categorici coloro che stanno commettendo azioni dirette contro le parrocchie della Chiesa ortodossa canonica in Ucraina. Non invano i santi padri ci ricordano che la violazione dell'unità della Chiesa è il peccato più grave".
A fine agosto, sua Eminenza l'arcivescovo Theodosios di Sebastia ha dichiarato che il Patriarcato di Gerusalemme considera l'Ucraina come territorio canonico della Chiesa ortodossa russa, contro le affermazioni revisioniste di Costantinopoli, e ha invitato i primati delle Chiese ortodosse locali a intervenire per trovare un soluzione tra Mosca e Costantinopoli. Ha anche invitato lo stato ucraino a smettere di interferire negli affari della Chiesa.
L'arcivescovo Theodosios ha rinnovato la sua richiesta di una discussione pan-ortodossa sulla questione in ottobre, dopo l'annuncio di Costantinopoli di aver riabilitato milioni di scismatici ucraini e di aver reso l'Ucraina parte del suo territorio canonico.
Nel luglio 2017, durante una conferenza stampa presso la Lavra delle Grotte di Kiev con i rappresentanti di numerose Chiese ortodosse locali, sua Eminenza il metropolita Timotheos di Bostroi della Chiesa di Gerusalemme ha dichiarato: "Comprendiamo che sono arrivati tempi difficili per l'Ucraina. Preghiamo per la prosperità dell'Ucraina e per l'unione del popolo. La Chiesa ortodossa autonoma dell'Ucraina sotto la guida del metropolita Onufrij è un simbolo dell'unità del popolo".
Nel settembre 2018, il metropolita Timotheos ha anche dichiarato che, per il Patriarcato di Gerusalemme, la Chiesa canonica sotto il metropolita Onufrij è l'unica Chiesa canonica in Ucraina.
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