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  Il Sinodo pan-ortodosso di Creta e la metropolia di Bessarabia

teologie.net

9 iunie 2016

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Risposta alla domanda di alcuni sacerdoti indignati della metropolia di Bessarabia

Nella sessione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa romena del 6-7 giugno 2016 è stata decisa la partecipazione dei delegati della Chiesa al Sinodo pan-ortodosso di Creta, sono state apportate alcune modifiche ai progetti dei documenti e sono stati stabiliti i 25 membri della delegazione.

In modo naturale, dopo sua Beatitudine il patriarca Daniel seguono tutti gli altri metropoliti della Chiesa ortodossa romena, e quindi alcuni arcivescovi e vescovi. L'eccezione è un singolo metropolita – il metropolita Petru di Bessarabia. Neppure il suo vicario, il vescovo Antonie di Orhei fa parte della delegazione, anche se la partecipazione magari di uno di loro al Grande Concilio (sempre che questo avrà luogo?!), avrebbe automaticamente significato il riconoscimento pan-ortodosso della metropolia di Bessarabia e del suo metropolita – riconoscimento che attualmente non esiste, mentre il Sinodo della Chiesa ortodossa russa non ha ancora cancellato il "divieto di servire" dato al suo ex vescovo nel 1992.

Per l'unità della Chiesa ortodossa in Moldova un tale riconoscimento non sarebbe affatto utile, fintanto che rimane maggioritaria la metropolia dipendente da Mosca, mentre la metropolia di Bessarabia (dipendente dalla Chiesa ortodossa romena), in 24 anni dalla sua riattivazione non si è distinta in nulla. Inoltre, un riconoscimento pan-ortodosso di entrambe le metropolie nello stesso territorio legittimerebbe la più recente teoria della Chiesa ortodossa romena che dichiara la Repubblica di Moldova "diaspora romena" e ammette, come nella diaspora occidentale, l'esistenza di un numero illimitato di giurisdizioni parallele. La teoria è promossa in relazione alla valle del Timoc, dove il conflitto aperto con il patriarcato di Serbia ha raggiunto il picco. Ma quanto è bene e quanto è corretto che in un territorio ci siano due metropolie autonome?

Passando al di sopra dell'anomalia canonica delle giurisdizioni parallele, e della mia personale opinione che la Moldova dovrebbe avere una sola Chiesa ortodossa (autonoma), mi chiedo che cosa abbia fatto in modo che i padri sinodali dellla Chiesa ortodossa romena abbiano adottato una "politica ecclesiastica" così debole nei confronti della metropolia di Bessarabia. E di fronte a me appaiono alcuni scenari possibili:

1. Il Sinodo della Chiesa ortodossa romena considera sua Eminenza Petru incompetente a rappresentare la Chiesa romena al Sinodo di Creta. Ma se lo ritengono incompetente per andare a tacere (perché non c'è comunque nessuno che parlerà, perché tutto è già stabilito), perché non lo considerano incompetente a parlare a Chişinău, a Bucarest e in diverse chiese in Romania, e lo lasciano sulla sua sede? D'altra parte, perché la Chiesa ortodossa romena non è stata interessata ad avere nella delegazione magari un vescovo che parla russo, dato che si tratta di una delle lingue ufficiali del Sinodo?

2. La Chiesa ortodossa romena non ha alcun interesse e neppure una chiara visione della metropolia di Bessarabia! Se l'avesse avuta, in ogni caso, non le sarebbe sfuggita l'occasione di un riconoscimento pan-ortodosso di una metropolia problematica. Non ci poteva essere un'occasione migliore! Se Mosca accettasse di partecipare al Sinodo di Creta con il metropolita Petru di Bessarabia o il suo vicario, non si potrebbe più lanciare alcuna accusa post-sinodale alla non canonicità della metropolia di Bessarabia. A proposito, nel marzo 2014 a Istanbul e nel gennaio 2016 a Ginevra, i patriarchi Daniel e Kirill hanno forse accennato al problema delle due metropolie che non sono in comunione eucaristica, oppure quest'aspetto già non interessa più a nessuno? È così poco importante, per un paese con 3 milioni e mezzo di ortodossi? Ecco che il patriarcato di Antiochia non partecipa al Sinodo a causa dei problemi che ha con Gerusalemme a causa dell'arcivescovado del Qatar; e non dico che sia una cosa normale, ma continuo a vedere alcune disparità di posizioni. I russi hanno posto come condizione di partecipazione al Sinodo l'intoccabilità dello statuto ecclesiastico dell'Ucraina; Costantinopoli si è conformata! Solo la Chiesa ortodossa romena è silenziosa e non mostra alcun interesse, ma piuttosto prega di non essere messa in questione né da Mosca né da Belgrado, perché non ha molto con cui rispondere...

3. Mosca ha posto come condizione al patriarca Daniel di lasciare fuori dalla delegazione il metropolita di Bessarabia e/o di mantenere lo status della metropolia di Bessarabia in questa fase embrionale. Se la Chiesa ortodossa romena ha accettato questa condizione significa che ha paura. Di chi e perché? Ricordiamo che nel 2007 la delegazione della Chiesa russa ha abbandonato la riunione a Ravenna per il fatto che la delegazione del patriarcato di Costantinopoli includeva il metropolita Stefano dell'Estonia, mentre i russi hanno il proprio vescovo in Estonia e considerano gli Stati Baltici come proprio territorio canonico. Ora, lo stesso metropolita Stefano dell'Estonia è ancora una volta incluso nella delegazione (al terzo posto!), e Mosca non dice nulla. E anche Costantinopoli tace, anche se pure i russi hanno incluso nella loro delegazione un vescovo dell'Estonia, sua Grazia Lazar di Narva. È chiaro che entrambi hanno i loro interessi, e sanno come difenderli. la Chiesa ortodossa romena o non ha alcun interesse per metropolia di Bessarabia, o non sa come difenderla.

Ecco perché io, un tempo fervente sostenitore dell'idea di un Sinodo pan-ortodosso, sono giunto a pregare che non abbia luogo. Probabilmente nessuna Chiesa ortodossa autocefala (forse con l'eccezione di quella greca) ha ancora una generazione di vescovi in grado di risolvere i problemi seri della Chiesa. E in questo caso, lasciamo all'attuale generazione il compito di costruire muri, lasciando il resto alle generazioni future...

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