
Gloria a Dio! Mi è stato chiesto di raccontare come è nata nel mio cuore la decisione di diventare ortodosso e con gioia rispondo a questa domanda.
La mia risposta è che il cammino che mi ha portato ad essere accolto nella Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca è una grazia dello Spirito Santo e cercherò in poche righe di raccontarvi come la Santa Trinità mi ha condotto fino a questa scelta.
Nella mia vita ho avuto una serie di momenti difficili che sono sempre stati compensati da grazie, una di queste è stata il fatto di avere sempre al mio fianco (anche nel Cattolicesimo) dei buoni padri spirituali; oltre a questo ho avuto anche la possibilità nel lontano 2004 di fare un viaggio nella Repubblica di Moldova e di potermi fermare ospite un mese presso i villaggi del sud a casa di un sacerdote ortodosso, dentro di me questo viaggio ha lasciato immagini ed emozioni che senza che me ne rendessi conto mi hanno sempre accompagnato, ma torniamo al cammino fatto con il mio padre spirituale.
Intanto mi presento, mi chiamo Stefano ho 39 anni, sono sposato da dieci anni (nel rito latino) e abbiamo una bambina di quasi 6 anni; il nostro cammino di famiglia è sempre stato di fede abbastanza intenso e senza dubbio di ricerca. Dopo un paio di anni di matrimonio una notte ho percepito chiaramente nel mio cuore che Dio mi stava chiamando a una vita contemplativa e questo mi ha preoccupato: "Signore come posso dedicarmi solo a te, sono sposato!", ma dopo un paio di giorni mia moglie si è avvicinata e senza che io le avessi raccontato nulla del desiderio che era nato nel mio cuore e mi ha detto: "Stefano, dobbiamo tornare con più forza a fare una vita di preghiera!" Allora ho capito che ciò che avevo sentito veniva proprio da Dio.
Ma come farlo? In che direzione andare?! Abbiamo deciso subito di metterci nella mani un padre spirituale e Dio ci ha fatto incontrare un eremita che ci ha accolti come suoi figli. Questo giovane eremita è discepolo dello schimonaco padre Gabriel Bunge; entrambi dopo aver ascoltato quello che il Signore aveva messo nei nostri cuori ci hanno consigliato di visitare dei monasteri latini (dato che tutti noi allora eravamo cattolici) e di verificare se qualcuno di questi ci dava la possibilità di fermarci a vivere alla loro ombra per poter, da famiglia, partecipare alle liturgie e abbeverarci alla loro tradizione. Abbiamo visitato diversi monasteri in Italia, forse una quindicina, siamo stati sempre bene accolti, in ognuno abbiamo trovato del bello e anche qualche nota stonata di disordine, ma quando ci trovavamo a confrontarci con il superiore del monastero sulla nostra ricerca quasi tutti rispondevano allo stesso modo: "Quello che state ricercando, una vita tutta donata a Dio, non è per le famiglie ma per noi monaci..."; oltre a questo, in maniera più o meno velata, facevano capire la loro preoccupazione ad avere vicino una famiglia che potesse "disturbare" il loro ritmo di vita. Quello che ci consolava dopo le tante porte in faccia che prendevamo era che questa ricerca non era nostra, ma Dio stesso ci aveva messo nel cuore tutto questo!
Nel frattempo dai nostri anziani venivamo guidati e istruiti alla vita spirituale attraverso gli scritti della Chiesa antica (prima dello scisma del 1054) e dalla vita dei grandi santi che la tradizione spirituale dell'Oriente continuava ad offrire nella Chiesa ortodossa (san Serafino, san Silvano, i Padri del Deserto, ecc.); dopo aver letto un testo su come pregare di padre Gabriel intitolato "Vasi di argilla" ho capito che la mia conoscenza dell'Oriente non poteva restare solo sulle pagine di un libro e nella mia testa ma dovevo partecipare alla Divina Liturgia per poter comprendere ciò che avevano vissuto tanti santi. Così, dopo aver chiesto la benedizione al mio padre spirituale, ho iniziato a frequentare la Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca a Lecco durante le grandi Veglie della notte di Natale e di Pasqua.
Ricordo che la prima volta che mi sono recato alla Divina Liturgia sono rimasto meravigliato, nella Liturgia trovavo che emergessero con forza entrambe le nature di Cristo quella umana (ben rappresentata anche nel rito latino) e quella divina (decisamente meno presente nel rito latino), la percezione delle potenze angeliche, i santi sull'iconostasi, e poi le tante persone che vivevano e manifestavano la fede proprio nel modo in cui io avrei voluto fare nel cattolicesimo, proprio quel modo che molti monaci dicevano non essere adatto per una famiglia, e invece davanti ai miei occhi lo vedevo vissuto da nonne, mamme, papà e bambini; per la prima volta mi sono sentito non fuori posto, come papà e marito che finalmente poteva vivere il suo essere cristiano.
Tutto ciò mi aiutava nel mio cammino di fede, ma allora non avevo nessuna intenzione di convertirmi all'Ortodossia, così continuammo come famiglia a cercare un luogo dove abbeverarci.
Dopo alcuni anni il mio padre spirituale ci consigliò di smettere con la ricerca: i monasteri e le situazioni che avevamo provato non avevano portato a nessun risultato; con delusione ed obbedienza dissi: "io non cercherò più ma tu mi devi dire oggi dove possiamo recarci qui dove siamo..." purtroppo sapeva che nel Cattolicesimo non c'era un luogo capace di accogliere ciò che lo Spirito Santo aveva messo in noi; così chiesi la sua benedizione per poter frequentare con più assiduità la Chiesa ortodossa.
Padre Vitaly il batjushka e Anna la matushka mi hanno accolto da subito benevolmente, proprio come un figlio, pur avendo io dichiarato da subito il mio desiderio di restare cattolico; frequentavo diverse Liturgie, la comunità dei fratelli era squisita con me per vicinanza, affetto ed esempio nella fede.
Dopo qualche tempo in un incontro con il mio padre spirituale questo mi dice: "ho detto a padre Gabriel che vuoi diventare ortodosso"; e io: "Padre ma cosa dice, non ho mai pensato a una cosa simile", ma il sorriso fattomi mi fece comprendere che stava leggendo nel mio cuore ciò che era ancora a me nascosto. Infatti dopo qualche mese ho sentito che la mia Chiesa era diventata quella ortodossa e ho deciso di recarmi da padre Gabriel per farmi consigliare e ricevere la sua benedizione su da farsi.
Così è iniziato il mio periodo di preparazione, mio e di tutta la mia famiglia, dato che i miei padri spirituali hanno aspettato che questa scelta fosse un po' più comprensibile per mia moglie la quale nel tempo è arrivata a dare il suo assenso anche se a denti stretti, la mia bambina invece pur restando cattolica è oggi perfettamente inserita nel rito bizantino.
Il giorno 26 aprile 2016, lunedì della settimana santa, all'eremo della Santa Croce in Svizzera sono stato accolto nell'Ortodossia dallo schimonaco padre Gabriel Bunge con la presenza e la vicinanza dei miei famigliari e di padre Vitaly oltre ai fratelli della mia Chiesa; così nella notte di Pasqua mi sono potuto finalmente comunicare al Corpo e al Sangue di Cristo all'interno della Chiesa che sento essere l'unica vera via e nella quale è depositata la Verità tutta intera.
Oggi cerco di camminare, il Signore mi ha tolto ogni certezza e come un bambino muovo i miei primi passi nella fede, con la gioia di avere una comunità di fratelli e sorelle che mi accompagnano con il loro esempio e dei santi padri che mi guidano sulla via della fede.
Vi prego di pregare per me, affinché il Signore mi dia la forza di portare a termine ciò che ha iniziato in me.
Vostro fratello
Stefano
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