Sua Santità Kirill, patriarca di Mosca e di tutta la Rus', ha effettuato una visita ufficiale in Cina dal 10 al 15 maggio 2013. Il 14 marzo, Pravmir ha parlato con l'arciprete Dionisij Pozdnjaev, rettore della chiesa dei santi Pietro e Paolo a Hong Kong, riguardo ai risultati preliminari e alle aspettative di questa visita.
La prima visita nella storia di un primo ierarca della Chiesa russa in Cina è di per sé un evento straordinario. In relazione al fatto che la posizione della Chiesa ortodossa autonoma cinese ha ora bisogno di normalizzazione, si possono considerare due aspetti della visita in corso.
In primo luogo, la visita si svolge su invito non della Chiesa ortodossa cinese, ma della leadership laica del paese, per cui è presente un elemento laico. Sua Santità stessa lo ha sottolineato ai giornalisti. Le relazioni tra la Cina e la Russia sono in miglioramento, ma senza contatti sul piano spirituale nessuna comprensione tra i due paesi può mai dirsi completa.
Una componente importante di questa visita è una dimostrazione che, in materia di contatti religiosi, la Cina e la Russia sono aperte e pronte al dialogo.
In secondo luogo, va da sé che la parte spirituale è molto importante: questo significa funzioni a Pechino (sul territorio dell'ambasciata), a Harbin, e a Shanghai, così come gli incontri con il gregge ortodosso, russo e cinese. Inoltre, è questa seconda parte che vedo finora come il risultato più importante della visita.
L'altro ieri [12 maggio], dopo la funzione, ha avuto luogo una riunione molto importante tra il patriarca e i cristiani cinesi - su cui, purtroppo, non molto è stato scritto nei mass media. La Chiesa cinese, per circostanze storiche, è stata privata del suo clero: sia i vescovi sia i semplici sacerdoti. Per i credenti cinesi, la visita del patriarca ha offerto un'opportunità unica: nel corso della riunione, i cinesi ortodossi hanno chiaramente indicato il sogno della loro vita, l'esistenza piena di una Chiesa ortodossa cinese con il proprio clero e i propri servizi divini.
Questo è stato un incontro molto toccante, emotivo e umano. Sua Santità ha sentito molto profondamente questa richiesta da parte dei fedeli cinesi.
In generale, il patriarca è uno dei pochi gerarchi della Chiesa russa che, già da molti anni, è stato acutamente sensibile a questo problema. Il fatto che, ora che è diventato patriarca, ritorna ancora su questo tema è incoraggiante. Spero vivamente che questo incontro focalizzerà l'attenzione su questo problema.
È troppo presto per parlare dei risultati della visita, perché ora è ancora in corso, ma si può già notare che la visita ha sollevato molte questioni. È un'altra cosa il fatto che questi problemi devono ancora essere affrontati.
Secondo lei, che cosa si aspetta la leadership cinese da questa visita?
Si deve tener presente che il governo cinese è laico. La sua ideologia ufficiale è il comunismo, sia pure di una forma specifica. L'atteggiamento generale verso la vita religiosa in Cina ora si riduce al fatto che, dal punto di vista delle autorità, la religione può svolgere un ruolo positivo nella vita della società.
Penso che le autorità cinesi considerino la visita del patriarca in gran parte come un evento politico. Il fatto stesso che si sta svolgendo è un successo fondamentale per la diplomazia cinese.
Va da sé che le autorità cinesi hanno obiettivi politici: dimostrare che il corso della nuova leadership politica del paese è uno di apertura e di maggiore flessibilità rispetto al passato.

Cosa si aspettano gli ortodossi cinesi a seguito di questa visita?
In generale, vedo che le autorità cinesi non hanno creato alcun tipo di problemi agli ortodossi. I problemi sono nella vita interna della Chiesa. A causa di circostanze storiche, la Chiesa è stata istituzionalmente distrutta, resa priva di vita, e privata del clero. Senza aiuto dal di fuori, la Chiesa cinese non si può riprendere.
È importante che le autorità cinesi capiscano che la Chiesa ortodossa russa può aiutare nel ripristino e nel rinnovamento della Chiesa ortodossa cinese. Ma, in generale, è proprio questo il suo compito.
Il rapporto giuridico tra le Chiese ortodosse cinese e russa e il governo cinese è il seguente: la legislazione in Cina vieta il lavoro missionario da parte dei cittadini stranieri, ma sono consentiti gli scambi tra organizzazioni religiose cinesi e straniere nella sfera puramente religiosa.
Cosa si può fare per illuminare i cinesi con la luce della fede ortodossa?
Credo che ci si debba focalizzare sulla sfera dell'istruzione. I cinesi ortodossi non hanno accesso alla letteratura di base e non ci sono insegnanti.
Ci possono essere diverse forme di attività educative. Si possono organizzare pellegrinaggi più o meno lunghi. È essenziale pubblicare libri. Potrebbe valere la pena tradurre certi film.
Penso che questo dovrebbe essere un importante impegno della Chiesa ortodossa russa, la pianificazione di una missione pluriennale, non riducibile ad alcuna singola attività. È essenziale creare un ambiente in cui le persone possono venire a conoscenza della Chiesa ortodossa, capire cos'è l'Ortodossia, e decidere in modo autonomo e informato se ne hanno bisogno o no.
Nel pubblico cinese in generale, poche persone sanno un po' dell'Ortodossia: studiosi, intellettuali e specialisti. Ma c'è una grande e costante crescita di interesse, che dovrebbe trovare risposta in modo rapido, preciso e competente.
La crescita di interesse per l'Ortodossia è collegata al fatto che la Cina, nel suo complesso, sta diventando più aperta. Inoltre, la Cina e la Russia sono paesi vicini, con un rapporto abbastanza cordiale. È accaduto che, nel complesso, l'intensità di contatti nel settore umanitario tra Russia e Cina sia molto arretrata rispetto all'intensità di contatti nel settore della cooperazione economica o militare. Le politiche dei nostri paesi sono per lo più di carattere economico e pragmatico, e in questo contesto è stato trascurato il complesso di importanti questioni spirituali.
Inoltre, i cinesi hanno una domanda per quanto riguarda l'ordine della civiltà. La loro classica visione del mondo tradizionale ha cominciato a cadere a pezzi molto tempo fa, dall'inizio del ventesimo secolo. Questa è stata sostituita con il marxismo e il comunismo, che ora, in linea di principio, hanno già esaurito la loro funzione, dopo essere stati trasformati in un sistema abbastanza efficace di governo. Ma le domande spirituali del paese sono rimaste insoddisfatte.
In Cina c'è un forte movimento di ricerca del senso della vita: sia tra la gente comune sia tra gli intellettuali, nei circoli accademici. In questo senso, il paese è assolutamente aperto a tutte le idee esterne. L'Ortodossia e la sua visione del mondo - e non necessariamente la versione russa, ma a prescindere dalla base etnica - offre qualcosa di fondamentalmente nuovo per i cinesi. La gente è pronta ad ascoltare, a sentire, a studiare, e, forse, ad accettare la fede cristiana.
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