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  Intimoriti dalle icone ma innamorati dei nomi russi: la vita di una parrocchia del Sud Africa che si è trasferita alla Chiesa ortodossa russa

Una conversazione di Maksim Strelkovskij con padre Nicholas Esterhuisen

Orthochristian.com, 2 febbraio 2024

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All'inizio di novembre 2023 abbiamo parlato con padre Nicholas Esterhuisen, rettore della chiesa di san Giovanni Climaco a Città del Capo, che ha parlato delle particolari sfide legate alla missione della Chiesa ortodossa russa in Africa.

parrocchiani della chiesa di san Giovanni Climaco all'interno della chiesa di santa Maria Egiziaca (Sud Africa). Foto: exarchate-africa.ru

"Il nostro obiettivo è essere in una Chiesa canonica"

Potrebbe dirci cosa è avvenuto prima del trasferimento della sua parrocchia? Com'è stato prestare servizio sotto la giurisdizione del Patriarcato di Alessandria e cosa l'ha spinta a trasferirsi al Patriarcato di Mosca?

Io sono originario del Sud Africa. Mio padre è olandese e mia madre è britannica. Mia moglie è russa. Mi sono convertito all'Ortodossia dal protestantesimo. Ho studiato all'Università ortodossa di Lettere e Filosofia di san Tikhon in Russia, ma lì non ho completato l'intero corso, e ho studiato anche presso la Chiesa ortodossa russa all'Estero. In precedenza, ho studiato pittura all'Accademia delle arti di San Pietroburgo. Ho prestato servizio con i greci in una chiesa del Patriarcato di Alessandria, poiché era l'unica chiesa ortodossa a Città del Capo. Ho iniziato come accolito e poi sono diventato diacono e poi sacerdote.

Naturalmente, anche quella è una Chiesa ortodossa, ma non ha lo stesso spirito missionario, quindi mi sentivo un po' triste che non fosse aperta a tutti. I sacerdoti e i vescovi della Chiesa spesso servivano interessi nazionalistici e mostravano poca cura pastorale per i parrocchiani non greci. Alcuni ci visitavano ed esprimevano il desiderio di diventare ortodossi, ma i greci non sapevano cosa farne. Abbiamo sentito molte lamentele del genere, soprattutto in Tanzania, Kenya e Zambia. Sotto Alessandria stavamo perdendo la possibilità di avviare una missione come stanno facendo i russi in questi giorni.

Quando la Chiesa di Alessandria ha espresso il suo sostegno agli scismatici in Ucraina, abbiamo deciso che questo era sbagliato e che volevamo essere una Chiesa ortodossa canonica. Le persone che si convertono all'Ortodossia dal cattolicesimo e dal protestantesimo si aspettano esattamente questo. Non vogliono finire in una Chiesa scismatica. Pertanto per noi è stato facile fare questa scelta e ci siamo trasferiti alla Chiesa ortodossa russa come congregazione.

padre Nicholas Esterhuisen

Chi costituisce la spina dorsale della sua parrocchia e quali lingue usate per il culto?

Accade spesso che le chiese russe all'estero siano progettate principalmente per soddisfare le esigenze della diaspora russa. Ma qui è un po' diverso: siamo una chiesa missionaria con molti nuovi convertiti. La gente del posto costituisce il 60% della nostra parrocchia, i russi sono solo il 40%. Molti russi vengono in visita e vivono a Città del Capo; qui ce ne sono ottomila, ma solo una trentina di russi frequenta regolarmente la chiesa. Proprio come in Russia, immagino.

Conduciamo servizi in inglese e slavonico ecclesiastico, ma proviamo anche ad aggiungere altre lingue, come xhosa e afrikaans. In questo modo, durante la funzione tutti ascolteranno la loro lingua madre e capiranno che anche l'Ortodossia è la loro fede e che non è necessario diventare russi per essere ortodossi.

Allo stesso tempo, quasi tutti qui amano i nomi dei santi russi e li scelgono quando vengono battezzati nell'Ortodossia. Sebbene ci siano delle eccezioni; per esempio, uno dei nostri parrocchiani europei ha accettato il nome di san Mosè l'Etiope, solo perché è un santo. Il colore della sua pelle non aveva importanza.

La catechizzazione intensiva è una caratteristica specifica della nostra parrocchia, perché le persone provengono dal protestantesimo e dal cattolicesimo e vogliono saperne di più sull'Ortodossia.

Missione in Sud Africa

decorazione per la festa della Dormizione della Madre di Dio nella chiesa di san Giovanni Climaco a Cape Town. Foto: exarchate-africa.ru

Ci racconti della sua opera missionaria. Quali sono le specificità di una missione in Africa?

La nostra prima priorità è costruire una chiesa, una comunità. Non andiamo in giro per Città del Capo brandendo manifesti che dicono: "L'Ortodossia è la fede migliore!" Ciò che sta alla radice della nostra missione è la nostra stessa vita cristiana. Dovremmo avere amore gli uni per gli altri, dovremmo provare riverenza nei servizi e dobbiamo predicare la fede cristiana apostolica attraverso la nostra tradizione liturgica e i sacramenti della Chiesa.

Le persone sentono che manca qualcosa nella loro confessione cristiana, quindi studiano la storia della Chiesa e poi si rendono conto che l'Ortodossia è la vera fede. Vengono a trovarci e dobbiamo avere un posto per loro. Naturalmente all'inizio c'è qualche malinteso. Molte persone, per esempio, sono intimorite quando vedono le icone: non c'è niente di simile nel protestantesimo. Devo spiegare che questa è la vera antica tradizione cristiana.

foto: exarchate-africa.ru

L'esarcato esiste solo da due anni in Africa, ma molte chiese e sacerdoti si sono già trasferiti nella Chiesa ortodossa russa. Il lavoro missionario procede a un ritmo molto più vivace e veloce di quello che hanno avuto i greci in cento anni. Siamo stati invitati a fare una visita a Limpopo (una regione del Sud Africa) il mese prossimo da una comunità che vuole convertirsi all'Ortodossia. Là faremo catechesi. Là hanno un pastore che vuole essere ortodosso ed è pronto a riunire le persone e a pregare insieme.

Ogni giovedì sera abbiamo un corso di catechesi online per persone provenienti da tutto il Sud Africa. Vi partecipano ortodossi e i protestanti, in generale chiunque sia interessato.

Oltre al culto e alla catechesi, organizzate qualche evento?

Una volta al mese, dopo il servizio, abbiamo un'ora di scuola domenicale e l'ora del tè; poi facciamo un'escursione in montagna. Là facciamo lezioni e leggiamo preghiere, in modo che la vita della chiesa sia presente ovunque, non solo in chiesa. Serviamo un Acatisto il mercoledì. A Natale abbiamo fatto una fiera e un concerto. Alla Teofania tutti i fedeli ortodossi si riuniscono in riva all'oceano. In questo seguiamo la tradizione greca, serba e bulgara: la croce viene lanciata lontano tra le onde e i parrocchiani devono nuotare lontano per prenderla.

Nel novembre del prossimo anno organizzeremo un campo ortodosso per bambini per cinque giorni. Abbiamo una ventina di bambini e adolescenti. Potrebbero essercene circa altri trenta, provenienti da Johannesburg. Il campo si terrà in una fattoria a circa un'ora e mezza di macchina da qui. Stiamo costruendo lì una piccola cappella in onore della Trasfigurazione del Signore. Abbiamo diverse persone che prenderanno i voti monastici, incluso Mosè, di cui ho parlato prima. Si recheranno in un monastero in Russia e, a Dio piacendo, torneranno qui. E questa particolare chiesa è destinata ad essere in futuro un monastero.

Senza cupole

A proposito della chiesa. È molto difficile trovarla, se non si conosce la sua ubicazione esatta. Sembra un normale caffè. Ci sono persone che compaiono a caso? Diciamo, dei turisti, come i russi?

schizzo di una chiesa

Tenga presente che il caffè si chiama "La scala". Certo, abbiamo alcuni che visitano per caso il bar, mi vedono nella mia tonaca, scoprono che c'è una chiesa sopra le loro teste e rimangono davvero sorpresi. Forse quando erigeremo le cupole dorate attireremo più persone. Ma si sa, non vogliamo che la chiesa sia vista semplicemente come un punto di riferimento culturale. Cerchiamo persone che vogliano trasformare la propria vita. Attualmente, c'è solo una chiesa ortodossa russa qui in Sud Africa che sembra già una chiesa russa con cupole: è la chiesa di San Sergio di Radonezh a Johannesburg. Abbiamo anche in programma di aggiungere le cupole; abbiamo già anche una bozza approssimativa.

il caffè "La scala".

Nel frattempo vogliamo aggiungere un mosaico, un'icona e una piccola croce sopra l'ingresso laterale in modo che le persone non si perdano. Perché in questo momento nessuno capisce dove sia la chiesa. Vogliamo aggiungere motivi africani agli affreschi e al mosaico sopra l'ingresso che alluderebbero effettivamente al fatto che siamo in Africa. Non vogliamo perdere questo posto. Anche se è piccolo, è proprio nel centro della città. Chiuderemo il caffè, lo trasformeremo in un refettorio, come nei monasteri. Ma accadrà più tardi.

Ormai questo bar è il nostro sostegno e grazie ad esso almeno posso non chiedere ai miei parrocchiani di finanziarmi con uno stipendio. Da un lato è positivo che io sia un prete lavoratore e, come tutti gli altri, ho gli stessi problemi dei miei parrocchiani e li capisco. D'altra parte, i miei parrocchiani soffrono, perché da quando lavoro al bar, mi resta meno tempo per i viaggi missionari, per prepararmi alla catechesi e per comunicare con loro.

Com'è la vita nella chiesa?

culto presso la chiesa di san Giovanni Climaco a Cape Town. Foto: Esarcato Patriarcale d'Africa

Come si sostiene la parrocchia? Cosa lr manca? È così facile acquistare articoli liturgici in Russia, ma qui?

I sostenitori dalla Russia e dall'Ucraina portano le cose necessarie: incenso, candelieri e così via. Apprezziamo ciò che abbiamo, perché è così difficile ottenerlo. Vladyka Leonid, il nostro ex esarca, ci ha regalato un set eucaristico: disco, calice, cucchiaio da comunione e croce d'altare. Questo ci ha aiutato a dare il via alla nostra missione.

In generale, l'Esarcato sostiene i sacerdoti di tutta l'Africa con piccoli stipendi. Usiamo questi soldi per i bisogni della chiesa. Inoltre, ogni parrocchiano si impegna a donare almeno una piccola somma alla sua parrocchia, e noi usiamo questo denaro per continuare la costruzione della cappella nella fattoria e per ordinare le icone.

Abbiamo Xenia, la nostra talentuosa iconografa che dipinge icone a scopo di beneficenza, perché è molto costoso portarle dalla Russia. Lei è russa di Zvenigorod e vive qui da dieci anni. Ha dipinto molte delle icone nella nostra chiesa. Ma per la maggior parte, le nostre icone sono donazioni fatte da persone che risiedono qui. Abbiamo costruito noi stessi la nostra iconostasi.

Ho realizzato io stesso anche gli analoi. Forse sono un po' irregolari, ma va bene così. Ci sono state donate delle candele; gli ucraini ce ne portano molte dall'Ucraina, ma le faremo noi stessi una volta che avremo il nostro monastero. Che cosa manca? Libri di servizio in inglese, paramenti per chierichetti e sticari. Un candeliere quadrato per il ricordo dei defunti. E le cupole dorate, ovviamente (ride). Ma quelle possono aspettare, immagino.

Nota

Il Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha istituito il 29 dicembre 2021 l'Esarcato patriarcale d'Africa, per offrire protezione canonica al clero ortodosso che non ha sostenuto la legittimazione dello scisma ecclesiastico in Ucraina. A quel tempo si sono trasferiti alla Chiesa ortodossa russa centodue chierici del Patriarcato di Alessandria provenienti da otto paesi africani. Secondo gli ultimi dati, l'Esarcato comprende già più di duecento comunità in venticinque paesi. Sono formati in due diocesi, quella nordafricana e quella sudafricana. Il numero dei credenti ortodossi nel continente è stimato a due milioni e questo numero continua a crescere.

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