
foto: orthodoxianewsagency.gr
Due settimane fa, Miroslav Koprivica ha lasciato il lavoro nel campo delle costruzioni piuttosto che partecipare alla distruzione della residenza monastica del monastero di san Basilio di Ostrog a Ulcinj, in Montenegro.
Ora al guidatore dell'escavatore si sono aggiunti i poliziotti montenegrini che hanno lasciato la polizia piuttosto che usare la violenza contro i fedeli ortodossi che protestano contro la persecuzione contro la Chiesa ortodossa serba in Montenegro.
Sabato 21 giugno, Vuk Vulović, un poliziotto con 17 anni di servizio, ha lasciato la polizia di Budva, ha preso una croce e ha guidato i fedeli ortodossi in processione, come riferisce l'agenzia di stampa ortodossa.
"Sono stato un poliziotto per 17 anni. Ho deciso di togliermi l'uniforme perché mi sono reso conto che in realtà stavo proteggendo un bulldozer che sarebbe stato usato per distruggere monasteri e chiese della santa Chiesa ortodossa serba, cosa che non ero disposto a fare", ha detto Vulović.
"Non voglio farne parte. Non voglio essere coinvolto in questo. Non voglio picchiare la mia gente. Voglio proteggere la mia Chiesa e il mio popolo", ha sottolineato.
Si è tolto l'uniforme al dipartimento di polizia e si è diretto verso la processione. "Voglio ringraziare tutti i miei colleghi poliziotti", ha detto. "Ho svolto il mio lavoro onestamente e so che molti dei miei colleghi non sono d'accordo con quest'ingiustizia".
Portando una croce processionale, ha dichiarato con orgoglio: "È un grande onore per me portare la croce. La preziosa Croce è sacrificio, e io lo accetto. Sono pronto a elevarla nel nome della Verità, nel nome dei nostri luoghi santi. Sono orgoglioso dei miei antenati. So che ora sono felici che io abbia preso questa decisione".
Il sito della metropolia montenegrina della Chiesa serba riferisce anche che il 19 giugno Boris Yanković ha terminato il suo lavoro presso il dipartimento di polizia di Bar a causa della sua riluttanza a partecipare alle azioni di polizia contro i cittadini che difendevano il sindaco Marko Tsarević, che è un aperto avversario della scandalosa legge "Sulla libertà religiosa" che conferisce allo stato montenegrino il potere di impadronirsi delle proprietà della Chiesa serba.
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