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Punks to Monks, un nuovo libro della St. Nicholas Press, ripercorre la storia di Death to the World ("Morte al mondo"), una rivista lanciata dai monaci ortodossi negli anni '90 per portare la verità della santa Ortodossia ai giovani persi nella sottocultura punk.
La pubblicazione racconta la storia di Justin Marler, membro fondatore di Sleep, un'influente banda stoner rock, e del suo abbandono della scena musicale per diventare monaco presso il monastero di sant'Herman a Platina, in California, co-fondato da padre Seraphim (Rose).
Durante i suoi sette anni da monaco, fondò il gruppo Death to the World, che si rivelò molto influente nella controcultura punk a cui si rivolgeva tra la metà e la fine degli anni Novanta.
La St. Nicholas Press descrive così il libro:
Immaginate di varcare le porte di un locale punk della Bay Area di San Francisco negli anni '90 e di imbattervi in un muro di giovani vestiti di pelle che ondeggiano al ritmo martellante di una band dal vivo assordante. Mentre vi fate largo tra la folla, vi viene consegnata una rivista fotocopiata in bianco e nero, una protesta carica di immagini contro l'ingiustizia e la svendita alla cultura aziendale mainstream.
Delle centinaia di riviste controculturali che hanno visto la luce nei primi anni Novanta, solo una è sopravvissuta in forma cartacea: frutto dell'ingegno del giovane chitarrista punk Justin Marler, che abbandonò la sua musica nel 1992 per vivere come monaco ortodosso orientale sulle montagne della California settentrionale. Consapevole di coloro che si era lasciato alle spalle, Justin collaborò con fratelli e amici ortodossi per lanciare la 'zine Death to the World, un mezzo per smascherare l'oscurità e, ancora più radicalmente, per illuminare la strada da seguire. Il loro messaggio? La tradizione ascetica e mistica del cristianesimo ortodosso, vecchia di 2000 anni.
Punks to Monks ripercorre la storia di Death to the World e la sua fenomenale ascesa, incluso il viaggio di Marler, raccontato qui per la prima volta e la storia della seconda generazione di giovani ortodossi che hanno ripreso a scrivere la rivista nel 2006 e l'hanno portata avanti fino a oggi, le loro controparti serbe e i lettori che l'hanno usata come ancora di salvezza per trent'anni.
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