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  Riproduzioni miracolose di icone: come sono viste dalla Chiesa le riproduzioni fotografiche delle immagini sacre?

di Vladimir Nemychenkov

Orthochristian.com, Parte 1, 9 settembre 2022 – Parte 2, 10 settembre 2022

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Parte 1: Gli argomenti "ecclesiologici" contro la venerazione delle riproduzioni di icone

Questo articolo è la continuazione di una discussione dell'autore in risposta alle opinioni riguardanti la sacralità delle icone in relazione alla loro origine o stile, pubblicata su Pravoslavie.ru, dal titolo "Le fotoriproduzioni di icone possono essere considerate sacre nella Chiesa?"

L'iconografo V.S. Kutkovoj insiste sul fatto che solo un'icona dipinta da un iconografo è veramente santa, mentre tutte le sue riproduzioni fotografiche sono solo degne di onore (τῖμή), ma non della venerazione (τιμητική προσκὺνησις) determinata dal settimo Concilio ecumenico. E questo significa che tali riproduzioni, secondo le sue stesse parole, "non sono esistenzialmente onorate", come suggerivano una volta gli iconoclasti in relazione a qualsiasi immagine (vale a dire, un onore senza venerazione). [1]

V.S. Kutkovoj scrive che mentre insiste sul fatto che un'icona è un oggetto sacro, non chiede "la sacralizzazione del materiale della tavola e dei colori. <...> Ma la Chiesa non considera un fatto comune l'azione dello Spirito Santo attraverso un'icona. Perciò, per essa (la Chiesa) un'icona è sempre santa..." [2]. Così facendo, osserva:

"Perché si portano oggi oggetti sacri dal Monte Athos nelle chiese russe? In questo caso, non basterebbe portare solo le loro fotografie? Perché allegare loro le reliquie dei santi raffigurati sulle icone? Vale la pena preservare con cura gli oggetti sacri, comprese le icone? Le risposte sono ovvie..." [3]

V.S. Kutkovoj si riferisce all'autorità di L.A. Uspenskij, che si è espresso "contro la produzione tipografica e fotografica di icone sacre". [4] L.A. Uspenskij ha scritto:

"Il confine tra il lecito e l'inammissibile nella materia si trova dove la materia perde la sua autenticità e il suo carattere, iniziando a impersonare qualcosa di diverso da ciò che è, creando cioè un'illusione". [5]

Secondo V.S. Kutkovoj, ciò significa che una riproduzione fotografica di un'icona "include l'inganno", poiché "un'illusione è una bugia", e questo è inaccettabile per un'icona sacra.

L'autore aggiunge anche un'importante citazione dall'articolo di Uspenskij:

"Una fotografia a colori è un sostituto della pittura e dei colori genuini... È un inganno". [6] "E solo in casi estremi, quando è assolutamente impossibile avere una vera icona, gli Uspenskij hanno ritenuto accettabile utilizzare le riproduzioni nella pratica della preghiera: questo è meglio che pregare senza alcuna icona del tutto": così V.S. Kutkovoj riassume la posizione dei suddetti teologi. [7]

In realtà L.A. Uspenskij è andato ancora oltre e ha dichiarato un solo linguaggio artistico accettabile nella pittura di icone, che comunica grazia alle icone. N.K. Gavrjushin [8], criticando questa posizione nel suo saggio, cita un'osservazione dell'iconografo e iconologo K. Shakhbazjan:

"Dopo aver identificato il linguaggio dell'icona con il modo di raffigurare l'umanità divinizzata, Uspenskij ha dovuto cercare una spiegazione al fatto che lo stesso linguaggio iconico raffigura anche individui non divinizzati... In effetti, la differenza a volte può essere fatta solo dalla presenza o dall'assenza di un'aureola". [9]

N.K. Gavrjushin aggiunge: [10]

"L'immediato successore di L.A. Uspenskij nella sua sfera, il professore e arciprete Nikolaj Ozolin, riproduce senza alcun dubbio il punto di vista che difende il linguaggio 'unico' della 'Tradizione dell'iconografia di icone ispirata da Dio', che permette di 'arrivare sapere visivamente e sperimentalmente che il Prototipo - il volto divino del Verbo Incarnato - e la Sua icona creata dall'uomo hanno un nome unico impresso e una somiglianza fisica, un'identità ipostatica con tutte le conseguenze piene di grazia che ne derivano.'" [11]

A ciò N.K. Gavrjushin obietta che le parole citate dall'arciprete Nikolaj Ozolin "non corrispondono all'esperienza storica della vita della Chiesa, in cui le icone dipinte in modo iconografico diverso, o anche stampate su carta comune, sono venerate e riconosciute come portatrici di grazia... La canonizzazione dell'unico stile che assicura la "grazia" di un'icona minaccia di degenerare la venerazione delle icone in iconolatria, la sacralizzazione delle 'tavole' e del gesso, che gli iconoclasti temevano non senza ragione, e che san Massimo il Greco aveva previsto". [12]

V.S. Kutkovoj nel suo articolo (probabilmente riferendosi all'osservazione citata di N.K. Gavrjushin) cita "l'argomento ecclesiologico":

"Tali critici sono semplicemente obbligati a citare come esempio ogni 'esperienza reale' della venerazione di icone su carta, elencando per lo meno le feste celebrate dalla pienezza della Chiesa in onore di icone tipografiche. Non conosciamo ancora queste feste". [13]

Ecco perché, conclude, "Con la replica un'icona diventa una normale illustrazione da album di dipinti medievali". I prototipi nelle riproduzioni richiedono solo onore (τῖμή), "ma non τiμητiκή πρoσκὺνησiς [venerazione, nda]..., cosa che filosoficamente rimane molto problematica per le cartoline". [14]

Ciò significa che, secondo V.S. Kutkovoj, qualsiasi foto-riproduzione di un'icona sacra ha uno status profano, non sacro, nella Chiesa. La confutazione teologica di questa tesi è stata data nel nostro precedente articolo, [15] quindi qui considereremo solo le argomentazioni "ecclesiologiche".

L'esperienza della Chiesa

Nei commenti dei lettori all'articolo di V.S. Kutkovoj, pubblicato nel 2014 in russo sul sito Ruskline.ru, [16] c'era una seria critica teologica alle sue opinioni da parte dei lettori. E alle parole citate sull'assenza di feste in onore delle "icone di carta", un lettore ha risposto saggiamente:

"Se è per questo, non abbiamo feste in onore di icone di legno e porcellana, oro e argento. L'autore ha guardato nella direzione sbagliata e, quindi, ha visto la sostanza e i materiali, mentre avrebbe dovuto vedere la Persona raffigurata. O si dovrebbe riconoscere solo la venerazione delle icone dipinte?" [17]

Lo stesso lettore ha anche fornito esempi concreti di vita della Chiesa sui miracoli avvenuti da "riproduzioni fotografiche" di icone:

"Coloro che si intromettono nei limiti dell'azione della grazia... si intromettono nei limiti dell'azione dello Spirito Santo, con tutte le conseguenze che ne conseguono. Nel 2003 ho fotografato tre icone mirovlite nella città di Klin vicino a Mosca. Le fotoriproduzioni stampate hanno cominciato a effondere miro e a sanguinare negli stessi punti dei prototipi: erano icone fotografate. Nel 2004, in occasione dell'arrivo di un'icona sanguinante del Salvatore dalla diocesi di Orenburg, in una tipografia sono state stampate litografie (che in precedenza erano state apposte sull'originale) su carta offset. Una di queste riproduzioni sanguinava, duplicando l'originale. Nel 2003 è stata acquistata nel negozio di una chiesa una croce di legno con un'immagine incollata (metodo di stampa serigrafica) della Crocifissione di Gesù Cristo. Nel 2004, dalla croce ha iniziato a scorrere miro, e nella festa della Processione della Croce vivifica, ha cominciato a scorrere sangue dai luoghi dove il Signore stesso era stato ferito: da sotto la corona di spine, dal costato e da dove erano stati inchiodati mani e piedi. Delle tre riproduzioni di icone di Klin ne è stata scelta una e assieme alle fotoriproduzioni delle icone di Orenburg e della Crocifissione, e con la benedizione del vescovo Iustinian di Tiraspol [ora arcivescovo Iustinian di Elista e Calmucchia, ndt], sono state inviate per ricerca al principale Centro forense del Ministero degli interni della Russia. I risultati mostrano che si tratta di vero sangue umano con il suo fattore rhesus, il suo gruppo sanguigno, il suo genotipo sanguigno e una completa catena di DNA". [18]

Tuttavia, qualcuno potrebbe obiettare che questa è la testimonianza di un lettore anonimo, che richiede verifica e conferma. Inoltre, non dice nulla sulla venerazione delle fotoriproduzioni di icone.

Ma ecco la testimonianza di un vescovo della Chiesa russa, il metropolita Ilarion (Alfeev) [ora metropolita di Budapest e Ungheria, ndt], dal suo rapporto a una conferenza internazionale nel 2005 (cioè quasi nello stesso periodo):

"Negli ultimi anni in Russia si è diffuso un fenomeno, al quale molti attribuiscono un significato mistico speciale: il flusso di miro dalle icone. Al giorno d'oggi, scorre ovunque miro dalle icone, nei monasteri, nelle chiese e nelle case private... Sia le icone antiche che quelle moderne effondono miro; anche riproduzioni di icone e cartoline, che raffigurano icone, effondono miro". Inoltre, "il flusso di miro è un fatto inconfutabile, ripetutamente registrato, che non può essere messo in discussione". [19]

Così, nella sua relazione letta davanti a un uditorio di stranieri, Vladyka Ilarion, con la sua autorità arcipastorale e scientifica, ha confermato l'esperienza moderna della Chiesa ortodossa russa: copie di icone sacre [comprese cartoline (!)] stampate su carta effondono miro nella stessa maniera di quelle dipinte. Il metropolita interpreta il fenomeno dell'effusione di miro come "una manifestazione della misericordia di Dio, inviata per la consolazione e il rafforzamento spirituale dei fedeli. Le icone che effondono miro sono testimonianza della reale presenza nella Chiesa di coloro che vi sono raffigurati: testimonia la vicinanza a noi del Signore, della sua purissima Madre e dei santi". [20]

Ne consegue da quanto detto che sia sulle icone dipinte che sulle loro riproduzioni, l'immagine è realmente (per essere più precisi, misteriosamente) connessa al prototipo per una somiglianza esterna e per l'unità dell'ipostasi indipendentemente dal metodo di realizzazione delle icone (dipinto a mano o riprodotto fotograficamente) e dal supporto materiale (tavola, carta, cartone, ecc.). Colui che è "veramente presente nella Chiesa" mostra in modo visibile, attraverso il flusso di miro dalla sua immagine, la misericordia di Dio a coloro che credono in lui.

Vladyka osserva che "possono essere miracolose, mirovlite e acheropite non solo le icone canoniche, ma anche quelle dipinte in uno stile 'realistico' o 'accademico', insieme a immagini su argomenti religiosi che sono lontane dai canoni dell'iconografia". Allo stesso tempo, vladyka Ilarion concorda con la posizione di L. Uspenskij [21] in quanto i citati "fenomeni di per sé non trasformano la pittura in iconografia. Per quanto riguarda la pittura delle icone, la Chiesa ha sempre proposto come criterio principale il criterio della canonicità, e non del miracolo". [22]

Per quanto riguarda il linguaggio artistico ("lo stile dell'icona"), questo è vero, ma per quanto riguarda l'onore e la venerazione delle icone, è tutto diverso. Molte delle nostre chiese (soprattutto quelle più recenti) sono decorate nello stile accademico del XVIII-XIX secolo (tra cui la cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, la cattedrale di san Vladimir a Kiev, ecc.). Anche le icone in queste e in altre chiese sono spesso dipinte nello stesso stile, ma viene loro tributata la debita venerazione: sono incensate, davanti a loro si accendono candele, sono baciate, davanti a loro sono letti servizi di preghiera e gli . Inoltre, alcuni dei più grandi santi della Russia hanno pregato davanti a tali icone.

San Serafino di Sarov ha pregato davanti all'icona "della Tenerezza" (da cui l'altro nome - l'icona "della Tenerezza di San Serafino a Diveevo"), che è conservata nella chiesa domestica della residenza patriarcale a Mosca. Questa famosa icona è stata dipinta nello stile accademico e non negli stili iconografici russo o greco. Riteniamo necessario raccontare ai lettori di una sua moderna riproduzione fotografica miracolosa.

L' icona "della Tenerezza" della Madre di Dio di Lokot

icona della Madre di Dio "della Tenerezza" di Lokot. A sinistra: una stampa tipografica su carta; a destra: l'immagine miracolosa sul retro. È stata realizzata una cornice su entrambi i lati dell'icona

All'inizio dell'epidemia di coronavirus nel marzo 2020, le principali risorse informative ortodosse hanno riferito che un'insolita icona della Madre di Dio sarebbe stata portata a Mosca. Il sito ufficiale della diocesi della città di Mosca ha scritto:

"Il 14 marzo 2020, alle ore 15, la miracolosa icona mirovlita della Madre di Dio 'della Tenerezza' di Lokot sarà portata alla Chiesa dello ieromartire Ermogene, patriarca di Mosca e di tutta la Rus', a Goljanovo... Durante la sua permanenza presso la chiesa di Goljanovo, l'accesso sarà garantito tutti i giorni dalle 8 alle 20. I servizi di preghiera con un Acatisto presso l'icona miracolosa saranno serviti tutti i giorni alle 10, alle 14 e alle 18:30. L'icona resterà in chiesa fino al 21 aprile.

L'icona "della Tenerezza" della Madre di Dio di Lokot è l'unica icona al mondo a effondere miro su entrambi i lati. L'icona è apparsa in una famiglia devota nel villaggio di Lokot nella regione di Brjansk. Questa è un'ex tenuta del Granduca Mikhail Romanov, fratello del santo tsar Nicola II. Il 2 novembre 1999, l'icona ha iniziato a effondere miro, come ha riferito il rettore della chiesa di sant'Ermogene, il sacerdote Alexej Dovgopoly.

Secondo il sacerdote, la misericordia della Madre di Dio attraverso questa icona si manifesta in molti miracoli.

'Sul rovescio dell'icona apparve un'immagine miracolosa della Madre di Dio, sulla quale è visibile anche un'immagine del Salvatore simile alla Sindone di Torino. Dall'icona sgorga abbondante miro con varie fragranze, e ha anche sanguinato e pianto più volte', ha notato padre Aleksej. 'Dopo aver pregato davanti a questa icona, molti ricevono la guarigione e un aiuto pieno di grazia e trovano persone che erano state segnalate come disperse. Siamo felici di invitare i moscoviti e gli ospiti della capitale alla preghiera comune e alla venerazione di questa meravigliosa icona'." [23]

Sul sito Sedmitza.ru un annuncio simile è stato accompagnato da un chiarimento: "Con la benedizione di sua Santità il patriarca Kirill", [24] che è una cosa naturale (il patriarca è il vescovo ordinario di Mosca) e per noi importante, poiché indica l'approvazione della suddetta presenza di questa icona da parte del primate della Chiesa russa.

J.I. Shishkov, che da anni accompagna l'icona nei suoi viaggi, ha dichiarato in un'intervista a un giornalista di Samara:

"Non è stato facile arrivare a Mosca con la reliquia. Ho dovuto ricevere la benedizione di diversi arcipastori, tra cui il vescovo Foma (Mosolov) di Pavlovskij Posad [ora vescovo di Odintsovo e Krasnogorsk, capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, ndt], che è ben noto ai residenti di Samara. Tutti hanno dato la loro benedizione, ma l'ultima parola è stata lasciata a sua Santità il patriarca Kirill. Questi ci ha personalmente benedetti per portare l'icona Lokot a Mosca. E siamo arrivati a Mosca proprio il giorno in cui è stato annunciato lo scoppio dell'epidemia". [25]

Sorprendentemente, gli autori dell'annuncio sul sito web della diocesi della città di Mosca per qualche motivo hanno omesso un dettaglio importante: l'icona miracolosa descritta non è altro che una riproduzione su carta dell'icona "della Tenerezza di San Serafino a Diveevo". Cioè, questo è lo stesso tipo di "riproduzione fotografica", denigrato da V.S. Kutkovoj e da altre persone che la pensano allo stesso modo; nemmeno un'antica icona in stile russo o bizantino, ma dipinta in stile accademico. Inoltre, un'immagine della Madre di Dio con il volto del Salvatore (capovolta nel suo grembo), che, ovviamente, non si trova né sul lato anteriore né sull'originale, è stata riflessa sul retro di questa riproduzione. Ora entrambi i lati dell'icona della carta sono incorniciati (come si vede dalla foto).

l'immagine della Madre di Dio, non realizzata a mano, sul retro dell'icona di Lokot, stampata su carta. Nella parte inferiore si vede un volto umano capovolto rispetto alla Madre di Dio, simile a quello del Salvatore sulla Sindone di Torino

il volto del Salvatore non manufatto, dall'icona "della Tenerezza" di Lokot

Il volto di Cristo della Sindone di Torino è apparso in modo probabilmente miracoloso su una riproduzione per convincere meglio gli scettici che trascurano le icone stampate. Secondo i canoni del settimo Concilio ecumenico, le immagini di Cristo "provengono dall'immagine non manufatta creata da Gesù stesso e da lui inviata ad Abgar, sovrano di Edessa (Mansi XII, 693)". [26] E la maggior parte degli esperti ritiene che il telo con questa immagine sia la Sindone di Torino.

una ricostruzione tridimensionale del volto sulla Sindone di Torino

il volto del Salvatore sulla Sindone di Torino, positivo e negativo

Note alla Parte 1

[1] V.S. Kutkovoj, Fondamenti filosofici delle icone cristiane orientali. Problemi di morfemica e semantica dell'immagine. Velikij Novgorod, 2012, pp. 95–96.

[2] V.S. Kutkovoj, Sul fenomeno delle icone di carta // Principi spirituali dell'arte e dell'educazione russa: materiali della XIII conferenza accademica internazionale, "I principi spirituali dell'arte e dell'educazione russa" (Letture di san Niceta, Velikij Novgorod, 12–15 maggio 2013), Veliky Novgorod: Università di stato di Novgorod. P. 292; V.S. Kutkovoj, Sul fenomeno delle icone di carta // Ibid. Varie: raccolta di articoli, Veliky Novgorod, 2015, pp. 141–147; V.S. Kutkovoj, Sul fenomeno delle icone di carta [risorsa elettronica] // Ruskline.ru, 2 ottobre 2014. URL: https://ruskline.ru/analitika/2014/10/03/o_phenomene_bumazhnoj_ikony/ (data di accesso: 27/05/2022). Qui e sotto le citazioni sono tratte dalla pubblicazione elettronica.

[3] V.S. Kutkovoj, Sul fenomeno delle icone di carta. Nota 2.

[4] V.S. Kutkovoj, Sul fenomeno delle icone di carta.

[5] L. A. Uspenskij, La teologia dell'icona della Chiesa ortodossa. Parigi, 1989. P. 443. Nota 78 (nota n. 3, inclusa nell'articolo citato, nda).

[6] L. Uspenskaja, L. Uspenskij, Sui materiali nell'arte della Chiesa // Rivista del Patriarcato di Mosca. Mosca, 1988, n. 11, p. 21 (nota a piè di pagina n. 4, inclusa nell'articolo citato, nda).

[7] V.S. Kutkovoj, Sul fenomeno delle icone di carta.

[8] Nikolaj Konstantinovich Gavrjushin(1946–2019) è stato un filosofo e storico sovietico e russo del pensiero religioso, filosofico e accademico in Russia, nonché professore dell'Accademia teologica di Mosca (2012).

[9] K. Shakhbazjan, Camminiamo per fede, non per vista. L'aspetto epistemologico dell'insegnamento patristico dell'icona // Icona e immagine. Iconicità e filologia. Raccolta di articoli, a c. di VV Lepakhin; prefazione di VV Lepakhin. Mosca: Palomnik, 2007, 367 pagine. pp. 120–121.

[10] N. K Gavrjushin, Pietre miliari dell'iconologia russa // Teologia russa. Saggi e ritratti, Nizhny Novgorod, 2011. 672 pagine. Pp. 42–73, 68–69.

[11] Arciprete N. Ozolin, Sulla descrivibilità della divina Ipostasi del Salvatore // Icona e Immagine, Iconicità e Filologia. Mosca, 2007. 367 pagine. pp. 8–25. P. 25 (nota inclusa nel saggio citato di N. K. Gavrjushin, nda).

[12] N.K. Gavrjushin, Pietre miliari dell'iconologia russa, p. 69.

[13] V.S. Kutkovoj, Sul fenomeno delle icone di carta. Nota 7.

[14] V.S. Kutkovoj, Sul fenomeno delle icone di carta.

[15] V.I. Nemychenkov, Può una riproduzione essere un oggetto sacro della Chiesa? // Pravoslavie.ru, 3 giugno 2022 URL: https://pravoslavie.ru/146532.html

[16] V.S. Kutkovoj, Sul fenomeno delle icone di carta.

[17] Ibid, commento di un lettore di nome Savva / 12.08.2015.

[18] Ibid, commento di un lettore di nome Savva / 04.10.2014.

[19] Ilarion (Alfeev), A immagine e somiglianza / Vescovo Hilarion di Vienna e Austria. Relazione al convegno accademico internazionale "Sant'Andrej Rublev e l'iconografia russa" al monastero di Bose (Italia), 15 settembre 2005. Fonte: Azbyka.ru [risorsa elettronica]. URL: https://azbyka.ru/po-obrazu-i-podobiyu (accesso 03.06.2022).

[20] Ibid.

[21] L. Uspenskij, La teologia dell'icona della Chiesa ortodossa. Parigi, 1989, pag. 410.

[22] Ilarion (Alfeev). A immagine e somiglianza.

[23] L'icona miracolosa della Tenerezza della Madre di Dio di Lokot portata a Mosca // Sito ufficiale della diocesi della città di Mosca. 03.11.2020. URL: http://moseparh.ru/v-moskvu-budet-prinesena-chudotvornaya-lokotskaya-ikona-bozhiej-materi-umilenie.html (data di accesso: 06.03.2022).

[24] L'icona miracolosa della Tenerezza della Madre di Dio di Lokot in visita a Mosca per la prima volta // Sedmitza.ru. 16 marzo 2020. URL: https://sedmitza.ru/text/9644987.html (data di accesso: 06.03.2022).

[25] L'icona mirovlita della Madre di Dio di Lokot arriva di nuovo a Samara. Intervista a Ju.I. Shishkov / Intervistato da A. Zhogolev // Blagovest. Portale del giornale ortodosso. 29 giugno 2020.

[26] V.V. Bychkov, Il fenomeno dell'icona: la storia. Teologia. Estetica. Arte / Accademia Russa delle Scienze, Istituto di Filosofia. Mosca: Ladomir, 2009, 635 pagine. p. 73.

* * *

Parte 2: La storia dell'icona di Lokot

Sono stati scritti dozzine di articoli e un libro sulla straordinaria icona di Lokot e sono stati mostrati video in TV. [1] Questa icona è così sorprendente che riteniamo necessario descriverne brevemente la storia.

J.I. Shishkov, assistente del vescovo Venamim (1965–2020) di Zheleznogorsk e L'gov della metropolia di Kursk, afferma di aver raccolto materiali per la biografia dell'anziano Meletij (nome secolare: Matvej Ivanovich Demin, 1880–1982), che era un figlio spirituale di san Giovanni di Kronstadt e trascorse gli ultimi anni della sua vita nel villaggio di Lokot nella regione di Brjansk. "Evgenia Fjodorovna e sua figlia Natasha [una forma diminutiva del nome Natalia, ndt] si recavano dall'anziano per aiutarlo nelle faccende domestiche". L'anziano predisse loro: "Presto ci sarà un secondo sole a Lokot". E ha aggiunto che migliaia di persone sarebbero accorse a Lokot da tutta la Russia e persino dall'estero. E disse a Natalia: "Tu dovrai portare la croce. Quando arriverà quel momento, lo saprai". [2]

Ecco la storia dell'apparizione di questa icona, testualmente:

"Una volta nel 1994, Natalia Nikolaevna nel grande magazzino per bambini Detskij Mir notò un calendario da parete raffigurante l'icona 'della Tenerezza' della Madre di Dio: l'icona preferita di san Serafino di Sarov. Il calendario era dell'anno precedente e lasciò il negozio frustrata. Ma il suo cuore sprofondò: l'immagine sembrava così solitaria nel negozio tra la folla di persone indifferenti, e nessuno l'avrebbe comprata. Tornò e acquistò i due calendari rimanenti. A casa ritagliò le immagini e le appese al muro.

Una volta, durante la sua malattia nel 1999, Natalia Nikolaevna stava leggendo un libro, sulla cui copertina era raffigurata l'icona 'della Tenerezza'. Improvvisamente, con sua grande sorpresa, sentì una fragranza... Proveniva dall'icona ritagliata dal vecchio calendario. Lei e suo marito decisero di inserire l'immagine miracolosa in una cornice e, girandola, videro che il volto della Madre di Dio era apparso dall'altra parte. Chiamarono un prete, cantarono un acatisto e l'icona iniziò a effondere miro...

Il miro continua a fluire fino a oggi. Il miro sul lato anteriore dell'icona di carta, che la ricopre da così tanti anni, contrariamente alle leggi della fisica, non impregna la carta. Sul retro, uno strato di olio copre solo l'immagine che è diventata visibile. Altri eventi miracolosi hanno luogo anche attraverso le preghiere dell'anziano Meletij e la misericordia della santissima Madre di Dio, crede Natalia Nikolaevna". [3]

Nel 2019, in un'intervista al canale televisivo Sojuz, J. I. Shishkov ha parlato dell'atteggiamento di alcuni anziani spirituali dei nostri giorni nei confronti dell'icona di Lokot:

"Padre Nikolaj (Gurjanov; †2002): 'Questa icona sarà la meraviglia di tutte le meraviglie in Russia.' L'archimandrita Kirill (Pavlov; †2017) ci ha benedetto di organizzare processioni della croce pan-russe e internazionali con questa icona, che sono state organizzate con il sostegno del quotidiano ortodosso Rus' Derzhavnaja. Padre Iona (Ignatenko; †2014) di Odessa, quando stavamo organizzando la processione dedicata al sessantesimo anniversario della vittoria nella seconda guerra mondiale, ha detto: 'Ho aspettato questa processione per sessant'anni...' Quando abbiamo raggiunto lo schema-archimandrita Vlasij (Peregontsev; †2021) [padre confessore del monastero di san Pafnuzio di Borovsk vicino a Kaluga, nda], ha detto di questa icona: 'Questa icona è un simbolo del canale santo della Madre di Dio a Diveevo. Più paesi avrai tempo da visitare con questa icona, più persone avrà tempo per salvare.' ... E, naturalmente, ci basiamo sull'opinione dell'autorevole anziano, lo schema-archimandrita Ilij (Nozdrin), il padre-confessore di sua Santità il patriarca, con la cui benedizione è stato scritto un libro su questa icona". [4]

Aggiungiamo che "nel 2003-2005, con la benedizione di sua Santità il patriarca Alessio II di Mosca e di tutta la Rusi, i redattori del quotidiano Rus' Derzhavnaja hanno organizzato processioni della croce con l'icona della Madre di Dio di Lokot. Sul giornale furono pubblicati numerosi articoli su quelle processioni e sull'icona stessa. [5]

J.I. Shishkov ha affermato che l'icona ha guadagnato fama nazionale in Russia nel 2003 durante le celebrazioni in onore del 100° anniversario della canonizzazione di san Serafino di Sarov. Prima è stata portata in processione dalla diocesi di Kursk a Diveevo, quindi, con la benedizione del patriarca Alessio II, è stata posta a capo della processione con le reliquie da Sarov a Diveevo". [6]

"Non sappiamo che tipo di rivelazione abbia avuto (il patriarca Alessio)", afferma J.I. Shishkov. "Per questo corteo storico avrebbe potuto prendere da Mosca l'icona originale (davanti alla quale pregava san Serafino di Sarov), oppure avrebbe potuto prendere la copia da Diveevo, anch'essa considerata miracolosa. Ma Sua Santità ha scelto una litografia finora sconosciuta, che è stata portata a Diveevo con la processione della croce di Kursk..." [7]

Chi lo desidera può trovare materiale su Internet (in russo) su numerosi miracoli e guarigioni operati da Dio per intercessione della Madre di Dio e preghiere dei fedeli davanti alla sua santa icona di carta di Lokot. Non possiamo non ricordare qui le famose parole: "Dove Dio vuole, l'ordine della natura è annullato; perché egli fa tutto ciò che vuole". [8] Il Signore viola non solo le leggi della natura, da lui stesso stabilite, ma anche gli schemi filosofici che cercano di limitare le azioni della sua grazia mediante le regole umane che definiscono le icone "corrette" o "sbagliate".

Conclusione

La storia dell'icona di Lokot e altri fatti citati confutano molti argomenti, anche se non tutti, di V.S. Kutkovoj e L.A. Uspenskij.

1. Secondo il metropolita Ilarion (Alfeev), anche le cartoline con riproduzioni di icone effondono miro, sebbene la loro venerazione, secondo V.S. Kutkovoj, sia "filosoficamente problematica". Sembra che il problema possa essere risolto in pratica da ogni credente indipendentemente con un senso di personale pietà e riverenza, senza immersione in riflessioni filosofiche.

2. L'icona della Madre di Dio di Lokot, essendo una riproduzione su carta, è un oggetto sacro della Chiesa, come indicano i seguenti fatti:

  • L'icona (in effetti, una fotografia a colori su carta dell'icona "della Tenerezza di san Serafino a Diveyevo") è definita taumaturgica sulle risorse informative ufficiali della Chiesa russa.

  • Con la benedizione della gerarchia ecclesiastica l'icona viene portata in giro per diverse diocesi per la venerazione dei fedeli.

  • Le visite dell'icona sono state coordinate dalla Commissione del patriarca di Mosca e di tutta la Rus' sul trasporto delle reliquie. [9]

  • Con la benedizione della gerarchia ecclesiastica, l'icona partecipa alle processioni della croce.

  • Numerosi credenti pregano davanti all'icona, compresi i pellegrini che vengono appositamente.

  • Attraverso la preghiera davanti all'icona il Signore compie miracoli, che è ciò che chiede V.S. Kutkovoj come confutazione della sua opinione ("l'azione dello Spirito Santo attraverso le icone").

3. Con la benedizione del primate della Chiesa ortodossa russa, sua Santità il patriarca Kirill, così come di altri vescovi, un'icona della Madre di Dio ("della Tenerezza") stampata su carta è stata più volte portata in diverse diocesi e continua a essere venerata nelle chiese ortodosse, compresi i servizi di preghiera con il canto dell'Acatisto.

4. Sul retro dell'icona di Lokot, oltre all'immagine della Madre di Dio, è apparso il volto del Salvatore della Sindone di Torino, l'immagine originale di tutte le icone del Salvatore, secondo i Padri del settimo Concilio ecumenico e secondo i moderni sindonologi e storici dell'arte. Ciò può convincere chi dubitava della santità delle icone stampate su carta e delle fotoriproduzioni.

5. La Chiesa russa conosce diverse feste per l'icona "della Tenerezza" della Madre di Dio, tra cui quella di "san Serafino a Diveevo" (28 luglio secondo il vecchio calendario). Non c'è ancora la festa dell'icona "della Tenerezza" di Lokot nel calendario della Chiesa. Forse questo è l'unico motivo per cui il nostro avversario V.S. Kutkovoj può rimanere con la sua opinione. Tuttavia, ciò non impedisce ai credenti di venerare questa "icona di carta" come santa e miracolosa invece di onorarla "per ragioni morali" come una riproduzione nel calendario (come insiste V.S. Kutkovoj [10]).

Il fenomeno dell'icona "della Tenerezza" della Madre di Dio di Lokot e di altre icone miracolose stampate su carta confuta l'opinione di esperti che sostengono che solo gli originali dipinti dai pittori di icone, e non le loro fotoriproduzioni, hanno lo status di icone sacre da venerare. Infatti, il vento soffia dove vuole (Gv 3:8). E la grazia santificante di Dio viene comunicata dal prototipo a una persona che prega davanti a una santa icona per mezzo della Divina Provvidenza, non secondo i calcoli di questo o quel pittore di icone, teologo o filosofo.

Questo autore può sentire obiezioni (e in effetti ha sentito obiezioni): "Perché allora opporsi alla collocazione di riproduzioni di icone nei calendari, sulle copertine di riviste e libri e sui giornali? Forse qualcuno potrebbe semplicemente ritagliare una riproduzione, farsi un'icona e pregare? E anche se non sgorga miro, lo aiuterà comunque nella sua posizione sincera davanti a Dio".

La risposta a obiezioni come questa è semplice.

Innanzitutto, non mancano le icone già pronte e convenienti (almeno nelle grandi città). Non c'è un bisogno così urgente come in epoca sovietica, quando i credenti ritagliavano riproduzioni da riviste e libri per avere almeno una "icona di carta" a casa o anche in chiesa. [11] Inoltre, l'attuale pratica di riprodurre ovunque icone sacre (di cui abbiamo già scritto più volte) non è affatto specificamente intesa per creare da esse icone per uso domestico. Al contrario, è impossibile usarne molte devotamente. Si tratta, per esempio, di riproduzioni di icone su materiale da imballaggio, sacchetti di plastica e oggetti per la casa (apribottiglie, portachiavi, ecc.).

In secondo luogo , ricordiamo le circostanze della scoperta della futura icona miracolosa: il "cuore di una donna sprofondò" perché molto probabilmente due vecchi calendari con l'icona della Vergine Santissima sarebbero rimasti per qualche tempo in giro per il negozio e poi sarebbero stati buttati via. Lei non solo ha salvato queste immagini dall'oblio ("indifferenza") e dalla profanazione, ma ha anche reso la dovuta venerazione alla "immagine di carta" come icona sacra. Dopotutto, un'immagine è veramente santa per la santità dell'ipostasi raffigurata – la Madre di Dio – indipendentemente dal metodo tecnologico e materiale della sua creazione. Tutti gli eventi successivi con questa immagine sono le vie imperscrutabili della Divina Provvidenza.

In terzo luogo , quanti casi conoscete in cui tutte (!) le riproduzioni fotografiche di icone sacre su qualsiasi oggetto (!) sono state trattate come nel caso descritto? Proprio tutte, perché tutte le fotoriproduzioni (e non solo quelle di nostra scelta) meritano venerazione secondo la dottrina sulla venerazione delle icone e dei fondamenti teologici di cui si è parlato nel nostro primo articolo. Purtroppo, nella nostra vita di tutti i giorni, la maggior parte delle fotoriproduzioni di icone sacre su oggetti non destinati alla preghiera sono, se non profanate, lasciate in uno sprezzante oblio.

Riassumiamo.

Tutti i segni delle "icone di carta" (riproduzioni fotografiche) indicano che dovremmo trattare con grande riverenza qualsiasi immagine sacra, comprese le illustrazioni che sono diventate familiari e spesso da noi trascurate nella stampa di prodotti e nella loro riproduzione su altri oggetti.

E non è un caso che nei racconti sulle "icone di carta" miracolose si dice che delle persone pregassero davanti a loro, cioè dessero loro la stessa venerazione dovuta alle icone sacre. È in risposta a queste venerazioni e preghiere che il Signore rivela la sua grazia (l'adempimento delle richieste, lo scorrere del miro, ecc.).

Ma questi stessi segni della misericordia di Dio ci invitano a una ragionevole moderazione e discrezione nel riprodurre le immagini sacre e a seguire l'insegnamento sulla venerazione delle icone nella scelta del materiale di cui sono fatte le immagini sacre e degli oggetti su cui sono collocate a volontà dei "tecnologi" (editori, produttori di imballaggi e di altri "beni per gli ortodossi").

Abbiamo più volte scritto in precedenza che il problema della regolazione della circolazione delle immagini sacre in uno spazio pubblico non liturgico richiede l'attenzione della gerarchia ecclesiastica e l'adozione di un documento ecclesiale universale. [12] Mentre i credenti aspettano pazientemente l'introduzione di tale documento normativo, invitiamo ancora una volta i lettori e tutti gli ortodossi a osservare le regole della pietà.

Abbiamo aggiornato queste regole per le condizioni moderne nella pubblicazione delle relative raccomandazioni, preparate insieme al sacerdote Aleksej Knutov. [13] Incoraggiamo i lettori a familiarizzarsi con loro e ad applicarle nella loro vita quotidiana.

Note alla Parte 2

[1] Per esempio, si veda Slovo (San Pietroburgo). L'icona mirovlita della Madre di Dio "della Tenerezza" (villaggio di Lokot, regione di Brjansk) // Canale televisivo Sojuz. 5 giugno 2019. URL: https://tv-soyuz.ru/peredachi/slovo-sankt-peterburg164

[2] La Pasqua nel villaggio di Lokot. Il resoconto di Jurij Ivanovich Shishkov sui materiali per la canonizzazione dello ieromonaco Meletij (Demin) // Giornale ortodosso Vera della Russia settentrionale. URL: http://www.rusvera.mrezha.ru/514/5.htm (data di accesso: 06/03/2022).

[3] Ibid.

[4] Slovo (San Pietroburgo). L'icona mirovlita della Madre di Dio "della Tenerezza" (villaggio di Lokot, regione di Brjansk) // Canale televisivo Sojuz. 5 giugno 2019. URL: https://tv-soyuz.ru/peredachi/slovo-sankt-peterburg164 (data di accesso: 06.03.2022).

[5] Il grande mistero di Diveevo // Rus' Derzhavnaja. Aprile 2019. URL: http://rusderjavnaya.ru/news/velikaja_diveevskaja_tajna/2019-05-07-3530 (accesso 03.06.2022).

[6] L'icona "della Tenerezza" della Madre di Dio di Lokot. Storia dell'icona // Sito web della Cattedrale di Vladimir Icona della Madre di Dio a San Pietroburgo. 16 marzo 2019. URL: http://vladimirsobor.spb.ru/obraz-bozhiej-materi-umilenie-lokotskaya-istoriya-ikony/ (data di accesso: 06.03.2022).

[7] Il grande mistero di Diveevo // Rus' Derzhavnaja. Aprile 2019 (data di accesso: 06.03.2022).

[8] Grande Canone di Sant'Andrea di Creta. Ode 4, Teotochio.

[9] Cfr. Regolamento della Commissione: sito ufficiale del Patriarcato di Mosca. URL: http://www.patriarchia.ru/db/text/5731741.html

[10] "Per una riproduzione sulla copertina di un libro è del tutto appropriato. Dal punto di vista della moralità, naturalmente, tali immagini dovrebbero essere trattate con il dovuto rispetto..." "...A causa della collocazione di prototipi sulle riproduzioni esse richiedono τῖμή: onore; ma non τiμητiκή πρoσκὺνησiς [venerazione, nda], come proclamato dal settimo Concilio ecumenico (V.S. Kutkovoj, Sul fenomeno delle icone di carta).

[11] In epoca sovietica, "le immagini delle icone conservate presso la Galleria Tretjakov e il Museo Russo venivano stampate su cartoline e riviste semplicemente sotto forma di riproduzioni che venivano collocate anche nelle chiese", afferma l'arciprete Aleksandr Saltykov (arciprete Aleksandr Saltykov: "Nei primi anni '90 le icone salvarono il Paese dal predominio dei settari" // Pravoslavie.ru, 3 giugno 2022, URL: https://pravoslavie.ru/146502.html)

[12] Per esempio, si veda: V. I Nemychenkov, Ma Foma è impegnato tutto il tempo con il pollo: ancora sulla blasfemia contro le icone ortodosse // Pravoslavie.ru. 16 settembre 2021 URL: https://pravoslavie.ru/141796.html

[13] Sacerdote A. Knutov, V.I. Nemychenkov, Problemi della moderna venerazione delle icone // Pravoslavie.ru, 5 agosto 2020. URL: https://pravoslavie.ru/133133.html

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