Introduzione: otto anni
Sono passati otto anni dal giorno dell'Ascensione, il 17 maggio 2007, e dalla tanto attesa entrata in comunione canonica delle due parti della Chiesa ortodossa russa, la stragrande maggioranza nel Patriarcato con centro a Mosca e la piccola minoranza nella Chiesa al di fuori della Russia, con centro a New York. Così, 90 anni dopo il catastrofico rovesciamento dell'Unto del Signore, lo tsar Nicola II, e del governo russo legittimo, momento in cui l'intero pianeta è stato sbilanciato e dilaniato da incessante guerra e terrore, c'è stata una speranza di restaurazione. Questa riconciliazione è stata uno dei primi segni che potrà essere raddrizzata l'ingiustizia storica del rovesciamento dell'Impero russo, che era stato sull'orlo della vittoria nella prima guerra mondiale, e che l'Impero ortodosso potrebbe finalmente essere ripristinato. Ma perché le due parti dell'unica Chiesa russa sono state separate, in primo luogo?
Il passato
Come è noto, la separazione è nata solo per la presa di potere nel 1917 da parte di aristocratici traditori sostenuti dall'Occidente e poi da atei militanti che hanno crudelmente perseguitato la Chiesa in quel che restava dell'ex Impero Russo. Così, quando la Chiesa in Russia, così come fuori dalla Russia, è caduta sotto l'attacco del rinnovazionismo, ci siamo ritrovati insieme fianco a fianco, condannando sia le eresie di Bulgakov a Parigi sia quelle di di Vvedenskij in Russia. Quando i rappresentanti della Chiesa all'interno della Russia sono stati costretti a mentire dicendo che non c'era 'alcuna persecuzione della Chiesa', abbiamo capito che erano ostaggi e abbiamo parlato noi per loro.
Nella libertà ci siamo rifiutati di rimanere in silenzio e abbiamo parlato al mondo della persecuzione della Chiesa russa. Comprendendo la paralisi forzata della gerarchia della Chiesa in Russia, abbiamo proceduto con la canonizzazione di santi, come san Giovanni di Kronstadt, santa Ksenija di Pietroburgo e infine i nuovi martiri e confessori. E quando la gerarchia della Chiesa in Russia è stata costretta ad accettare rappresentanti indegni e rinnovazionisti all'estero, a Vienna, Parigi, Berlino, Londra, New York e altrove, e quando questi si sono impegnati nell'eresia ecumenista, ancora una volta abbiamo parlato e difeso la Chiesa ortodossa e la verità.
Naturalmente, ci sono state minoranze nella Chiesa al di fuori della Russia che hanno anche commesso degli errori. Anche se abbiamo vissuto nella libertà politica non siamo riusciti a canonizzare i nuovi martiri e confessori fino al 1981. San Giovanni di Shanghai lo aveva voluto quasi cinquant'anni prima! Perché abbiamo dovuto aspettare così a lungo? A causa di quelli del ramo politicizzato della Chiesa fuori dalla Russia. Queste erano persone politicamente motivate, in gran parte ai margini della Chiesa, impegnati nella politica anti-russa e in atteggiamenti scismatici, in particolare accettando nella Chiesa negli anni '90 persone che vivevano fuori del nostro territorio canonico, nell'ex Unione Sovietica.
È interessante notare che questi piccoli gruppi, i cultori del rinnovazionismo e gli ecumenisti ai margini del Patriarcato e le sette scismatiche ed estremiste ai margini della Chiesa fuori dalla Russia, si erano allontanati dalla Chiesa prima del 2007, il momento della nostra unità. Gli estremisti non possono sopportare l'unità e se ne sono andati, nel liberale, ecumenista, neo-calendarista Patriarcato di Costantinopoli, oppure si sono persi in vari gruppi non canonici di vecchi calendaristi farisaici. E così, sia i rinnovatori massonici sia gli scismatici politicizzati hanno lasciato il sentiero aureo dell'unità della Chiesa madre russa per entrare nell'isolamento e nella separazione.
Conclusione: il futuro
Negli ultimi otto anni abbiamo continuato a sperimentare la profonda unità spirituale della Chiesa russa. Fuori dalla Russia siamo stati in grado di testimoniare le verità della nostra fede ortodossa senza compromessi, molto più profondamente di prima, alle altre Chiese locali, al mondo eterodosso e all'occidente apostata. All'interno della Russia abbiamo fatto amicizia con coloro che lottano per la Chiesa e per la restaurazione dello Stato e della società ortodossa russa. La nostra opposizione unita all'assalto al popolo ucraino per opera della giunta intallata dagli americani a Kiev è la prova di questa speranza e preghiera, così come anche la nostra fedeltà a sua Santità il patriarca Kirill, il simbolo della nostra unità nella libertà. Infine cerchiamo la restaurazione della monarchia in Russia. Solo uno tsar ortodosso di tutte le terre russe e invero di tutte le terre ortodosse può combattere il mondo occidentale apostata e scongiurare l'Apocalisse, mentre 'l'orrida bestia si trascina verso Betlemme per nascere', come profetizzava Yeats. Ci sarà uno tsar in Russia!
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