L'Esarcato di Rue Daru, composto da poche parrocchie in gran parte moldave a Parigi e da poche dozzine di piccole comunità di convertiti, generalmente senza proprietà, sparse principalmente attraverso la Francia, il Benelux e l'Inghilterra, è stato sciolto oggi dal Fanar. Oltre novant'anni di storia, da quando Rue Daru si è staccata dalla Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, si sono così ignobilmente conclusi.
Fondato in gran parte da traditori dello tsar, aristocratici e intellettuali di San Pietroburgo, l'unica sorpresa è che questo gruppo anti-russo e anti-monastico sia sopravvissuto così a lungo. Quasi quattro generazioni dopo, con il suo ultimo vescovo russo morto nel 1981 e privo di monasteri, era chiaro che sarebbe arrivato a dipendere da vedovi e da celibi provenienti dal cattolicesimo romano, come l'attuale arcivescovo di Bordeaux. L'incapacità di Rue Daru di tornare alla Chiesa russa, quando è gradualmente arrivata la libertà nei due decenni successivi al crollo del dominio ateo nell'ex impero russo nel 1991, è stata deplorevole.
Tuttavia, già nel 1966, l'allora rettore dell'Istituto San Sergio, padre Aleksej Knjazev, andò al Fanar e chiese se il patriarca fosse davvero il patriarca "ecumenico" o "solo un meschino vescovo balcanico". Oggi ha ricevuto la sua risposta. Padre Aleksej e altri ortodossi veri, degni come il vescovo Mefodij (Kulmann) e padre Igor Vernik, avevano già capito negli anni '60 e '70 che il gruppo di Rue Daru poteva sopravvivere spiritualmente solo se fosse tornato alla Chiesa madre russa, diventando la base di un nuova metropolia locale nell'Europa occidentale.
Io l'ho capito trent'anni fa nel 1988, quando l'allora arcivescovo di Rue Daru, Georges (Wagner), ex cattolico tedesco, rifiutò categoricamente e in modo suicida qualsiasi piano per stabilire la fondazione di una nuova Chiesa locale dell'Europa occidentale fedele alla tradizione ortodossa russa, e arrivò persino a invitare a Rue Daru il cardinale di Parigi per le celebrazioni del millennio dell'Ortodossia russa, invece dei vescovi russi! Questa è stata ovviamente l'ultima goccia. Ancora nel 2003, persino l'ingenuo arcivescovo Sergej (Konovalov) lo capì, ma era ormai troppo tardi.
E così, la fine è stata a lungo inevitabile. Per il gruppo di Rue Daru e per il minuscolo gruppo che inevitabilmente si staccò dalla Chiesa russa in Inghilterra nel 2006 nel famigerato scisma di Sourozh, andando contro storia e fedeltà, ora c'è solo una scelta: morire sotto "la razza superiore greca" o altrimenti tornare alla tradizione russa (che la Chiesa greca non ha mai avuto, nonostante le sue illusioni in contrario) e anche ritornare al calendario ortodosso tornando all'obbedienza alla Chiesa ortodossa russa. Come abbiamo detto 12 anni fa, non puoi essere di tradizione ortodossa russa, o persino conoscerla, tanto meno comprenderla, quando ti rifiuti di essere parte della Chiesa ortodossa russa. Questa non è teologia, questo è buon senso! Pensare diversamente è un'illusione spirituale (prelest).
A Parigi tutto dipenderà da chi avrà in mano le proprietà. Altrove, c'è la libertà di ritornare alla comunione con la Chiesa ortodossa canonica lasciando gli scismatici fanarioti, la loro eresia ecumenista e le loro deviazioni liturgiche.
La fine di Rue Daru è un avvertimento a tutti i suoi imitatori, non solo negli Stati Uniti, ma anche a quei liberali a Mosca che sono rimati incantati dalla scuola di filosofia di Parigi (dove non c'è mai stata nessuna teologia) e dalle sue illusioni. Seguili, e morirai così anche tu.
Io ve l'avevo detto.
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