Nel 2017, alla vigilia del Giovedì del Grande Canone, con la funzione detta della "stazione di santa Maria Egiziaca", sua Beatitudine il metropolita Onufrij ha parlato del pericolo principale che deriva dalla passione della lussuria.
foto: Natalia Goroshkova / Orthodox Life
La "stazione di santa Maria Egiziaca" viene di solito servita il mercoledì sera della quinta settimana della Grande Quaresima. È un servizio lungo, durante il quale il Grande Canone di sant'Andrea di Creta viene letto nella sua interezza, per l'unica volta tutto l'anno (è letto in parti nella prima settimana della Grande Quaresima). In questo servizio si legge anche la Vita di santa Maria l'Egiziaca, l'asceta egiziana che per diciassette anni ha lottato nel deserto contro la passione della lussuria.
Vostra Beatitudine, qual è la radice della passione della lussuria?
La radice della passione della lussuria si può trovare nell'orgoglio umano, nell'uomo che non vuole sottomettersi alla legge morale naturale che il Signore gli ha dato. Il nome stesso della passione della lussuria [in russo blud, che significa perdita della strada, o andare nella direzione sbagliata] ci dice che chi ne è preda si è smarrito nei propri sentimenti; ha smesso di capire quali dei suoi sentimenti sono buoni, e quali sono cattivi – che non si dovrebbe indulgere nei cattivi sentimenti, ma che li si dovrebbe combattere. La passione della lussuria rende vuota una persona; questo è chiaramente mostrato nella parabola del Salvatore riguardo al figliol prodigo. Il figliol prodigo lasciò la casa di suo padre, andò in una terra lontana e là sprecò la vita, indulgendo nelle sue passioni. Si svuotò, finì per soffrire la fame e quasi si distrusse completamente.
Come possiamo combattere contro questa passione, secondo l'insegnamento dei santi Padri?
I santi Padri insegnano che possiamo vincere la passione della lussuria con la preghiera e il digiuno. Non ti purificherai subito, non diventerai un angelo dopo un singolo digiuno, ma dovrai purificarti gradualmente. Santa Maria Egiziaca andò nel deserto, vi soffrì e vi lottò per diciassette anni; le passioni la assalivano come animali selvaggi. Sopportò pazientemente il combattimento con loro, e il Signore la purificò. Alla fine delle sue fatiche ascetiche, santa Maria aveva già trovato pace nella sua anima, nella tranquillità, e si rallegrava della sua vita nel deserto. È lo stesso con una persona che, gradualmente, da digiuno al digiuno, da giorno di digiuno a giorno di digiuno si sforza di trattenersi, di mantenersi entro la cornice della legge divina e infine raggiunge la misura della perfezione.
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