La prima iscrizione che dichiara Gesù come Dio, considerata "la più grande scoperta dopo i Rotoli del Mar Morto" e risalente al 220-230 d.C. (ben cento anni prima del Concilio d Nicea), è stata scoperta nel 2005 da un detenuto della prigione di Megiddo. Una parte del mosaico (nella foto) presenta l'antica scritta greca: "Akeptous, amante di Dio, ha offerto la tavola al Dio Gesù Cristo come memoriale".
Il mosaico di 53 metri quadrati decorava una sala di preghiera, e confermava la fede dei cristiani nella divinità di Gesù fin dall'inizio.
Il mosaico di Megiddo comprende anche alcune delle prime immagini di pesci, che secondo gli esperti fanno riferimento all'episodio di Luca 9:16, quando Gesù moltiplicò due pesci per sfamare una folla di 5.000 persone.
Il pavimento è rimasto nascosto sotto la prigione fin dalla sua scoperta nel 2005, ma ora è stato prestato al Museo della Bibbia di Washington, DC, per la mostra intitolata: "Il mosaico di Megiddo: fondamenti della fede", fino a luglio 2025.
Il mosaico di Megiddo, che presenta per ora il primo esempio archeologico della frase 'Dio Gesù Cristo' è stato trovato nella valle di Jezreel, dove i cristiani credono avrà luogo la battaglia finale dell'Armageddon biblico descritto nel Libro dell'Apocalisse. Vi sono riportati diversi nomi, tra cui Bruzio, l'artigiano che realizzò il mosaico, e Gaiano, l'ufficiale romano che lo finanziò. Il mosaico contiene anche i nomi di cinque donne, che evidenziano l'importante ruolo svolto dalle donne nella Chiesa: oltre ad Akeptous, che è menzionata per aver donato un tavolo alla sala di preghiera, l'iscrizione del mosaico recita anche: "Ricordate Primilla, Ciriaca, Dorotea e, infine, Chreste".
Secondo i ricercatori, il mosaico potrebbe dimostrare che i romani coesistevano in una certa misura con i cristiani, nonostante i numerosi racconti di guerre e massacri dell'epoca. Sono stati ritrovati anche i resti di un vicino accampamento romano, a ulteriore conferma della pace tra i due gruppi. La sala di preghiera, o chiesa, fu probabilmente abbandonata e ricoperta perché la Sesta Legione dell'Impero Romano fu trasferita in Transgiordania.
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