
I "tempi interessanti" che stiamo vivendo continuano a fornirci colpi di scena nelle già fin troppo complesse vicende della crisi ucraina.
Oggi è la volta del patriarca Theodoros II di Alessandria, che ha iniziato a commemorare gli scismatici ucraini e ne ha dato l'annuncio avendo al suo fianco, tra tutti i possibili consiglieri, l'ambasciatore di Grecia in Egitto.
Chi ha un po' di sale geopolitico in zucca non troverà difficile unire i puntini: il Ministero degli esteri greco, che dovrebbe finanziare il Patriarcato d'Alessandria ma che in questi tempi di crisi dipende pesantemente dalla Segreteria di stato americana, minaccia di togliere i fondi al Patriarcato di Alessandria, a meno che questo non sia disposto a fare un piccolo sacrificio a mammona.
Se qualcuno trova la nostra conclusione un po' azzardata, sappia che non siamo i primi ad averla raggiunta.
La cosa più triste in questo patetico gioco di pressioni politiche e di divisioni forzate degli ortodossi è che il patriarca Theodoros conosce bene l'Ucraina, ha servito per diversi anni a Odessa, parla il russo e appena nel settembre 2018 si era presentato ai fedeli ucraini come un difensore di una canonicità che, per una ragione o per un'altra, oggi non sembra più rispettare.
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