Come vi avevamo preannunciato tre settimane or sono, non accenna a fermarsi la polemica attorno al metropolita Ilarion (Alfeev), che il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha sospeso il 25 luglio dal suo incarico di metropolita di Budapest e Ungheria, nonché dai suoi altri incarichi ecclesiastici istituzionali, in attesa dei risultati di un'indagine, in seguito alle accuse di molestie da parte del suo assistente Georgij Suzuki. Mentre invitiamo i nostri lettori a seguire il caso formandosi una propria opinione informata, riteniamo utile puntualizzare alcuni aspetti:
- La sospensione temporanea dagli incarichi non è una condanna, ma una misura di cautela per la durata del periodo delle indagini sul caso (non solo quelle di polizia: anche la Chiesa ha aperto un'indagine interna). Ricordiamo come nella Chiesa russa non vige la politica di nascondere gli scandali: i tribunali ecclesiastici e le commissioni d'indagine sui casi di scandali funzionano attivamente. Un'altra possibile ragione della sospensione è il fatto che il metropolita Ilarion non si è nascosto dietro una cortina di silenzio, e ha rilasciato attivamente commenti ai media (cosa che potrebbe anche indicare che non ha nulla da nascondere). In tal caso, tali commenti non coinvolgono più la Chiesa e le sue amministrazioni, ma sono fatti a titolo personale.
- La diocesi di Budapest e dell'Ungheria non è ampia, ma sembra compatta nella difesa del suo vescovo. Il 10 luglio, i 15 sacerdoti, arcipreti e diaconi che compongono il clero della diocesi ungherese hanno firmato una lettera aperta a sostegno del metropolita, elogiandone la "purezza di vita e l'alto carattere morale" e sollecitando la comunità ortodossa ungherese e il pubblico più ampio a ignorare le accuse di Suzuki. Secondo l'arciprete Nikolaj Kim, portavoce della diocesi di Budapest e dell'Ungheria, "Le accuse di abusi sessuali mosse da Suzuki sono così incoerenti e poco convincenti che è difficile crederci", soprattutto dopo un'attesa di ben sei mesi da quando Suzuki aveva lasciato l'Ungheria.
- Gli analisti politici non hanno praticamente alcun dubbio che lo scandalo sia stato orchestrato ad arte: Suzuki ha lasciato l'Ungheria a gennaio, e le sue accuse sono state pubblicate a luglio, proprio nel preciso momento in cui Viktor Orbán visitava la Russia suscitando il risentimento di tutto il mondo atlantista. Va inoltre ricordato che il discredito di una figura importante del Patriarcato di Mosca (soprattutto di una figura che godeva finora di una buona reputazione e che non era soggetta ad alcun tipo di sanzioni internazionali) è una manna dal cielo per i servizi segreti del blocco atlantista.
- Una questione separata dalle accuse di molestie è l'opulenza dello stile di vita del metropolita Ilarion. Sembra che Suzuki, forse più per demolire la reputazione del metropolita che non per sostenere le accuse di un suo comportamento inidoneo, si sia dato da fare presentare Ilarion come un ipocrita che dietro l'apparenza monastica fa una vita da gaudente. Ora, chi è veramente addentro alle vite dei vescovi di alto profilo diplomatico (e quella del metropolita Ilarion ricade indubbiamente in questo campo) sa che lo stile di vita di questi vescovi è quasi per necessità equiparato a quello degli ambasciatori: per quanto abbiano fatto il voto monastico di povertà, non è facile per loro vivere uno stile di vita modesto. Inoltre, il metropolita Ilarion gode anche di una notevole rendita personale (derivante dai diritti d'autore sui numerosi libri da lui scritti), che resta in ogni caso a sua disposizione.
- Se lo scopo principale di tutta questa buriana mediatico-giudiziaria è (come sembra verosimile) quello di screditare nei media la Chiesa ortodossa russa (e per prendere i proverbiali due piccioni con una sola fava, anche l'Ungheria di Orbán), è probabile che la storia si sgonfi entro pochi mesi, tanto il danno che si doveva fare è già stato fatto.
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