I due vescovi vicari avranno tutti i poteri del capo della Chiesa ortodossa estone del Patriarcato di Mosca, mentre il metropolita Evgenij (Reshetnikov, nella foto) continua a prendersi cura della Chiesa da remoto. Il primate della Chiesa estone ha lasciato il paese il 6 febbraio, quando è scaduto il suo permesso di soggiorno temporaneo.
Nel suo discorso di addio al gregge, che cita e ricorda quello di Paolo ai presbiteri di Efeso (At 20), il metropolita Evgenij ha espresso la speranza che la vita ecclesiale in Estonia non cambi e che continui al proprio ritmo. "La cosa più importante è che il servizio divino e i sacramenti ecclesiastici siano celebrati nelle nostre chiese. Ed è molto importante per noi non dimenticarlo e ringraziare il Signore Dio per tutto. Vi esorto tutti, secondo la parola dell'apostolo Paolo, a preservare l'unità dello spirito nell'unione della pace", si legge nell'appello.
Il metropolita Evgenij gode del pieno appoggio del suo gregge in Estonia, e la decisione del suo allontanamento, motivata politicamente dalle autorità del paese, ignora gravemente i diritti religiosi dei credenti ortodossi dell'Estonia. L'arciprete Nikolaj Balashov, portavoce del Patriarcato presso i media, ricorda che anche la leadership della Chiesa evangelica luterana dell'Estonia e i suoi chierici, membri del Consiglio delle Chiese dell'Estonia, hanno espresso un atteggiamento negativo nei confronti delle misure di polizia delle autorità estoni.
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