Lunedì 22 dicembre il Sinodo della Chiesa autocefala macedone (nella foto) ha diramato un appello di clemenza alle autorità statali per la liberazione dell'arcivescovo Jovan (Vranishkovski), in prigione dal 2013. L'arcivescovo Jovan, a capo dell'arcidiocesi di Ohrid (il corpo ecclesiale leale al Patriarcato di Serbia nella Repubblica di Macedonia) sconta una condanna per appropriazione indebita, nonostante la morsa dello stato macedone sui fedeli della sua arcidiocesi sia ai limiti della persecuzione.
Non è molto (soprattutto perché l'appello è formulato senza lasciare alcun dubbio sulla volontà di colpevolizzare l'interessato), ma è già qualcosa, per un'autorità ecclesiale che finora aveva rifiutato di fare qualsiasi passo a favore di vladika Jovan. La richiesta di clemenza ha avuto luogo poco dopo la visita del metropolita Ilarion, che ha offerto la sua mediazione presso le autorità ecclesiastiche e civili del paese, portando avanti un dialogo richiesto sia a Mosca sia a Skopje, e le autorità della Chiesa macedone riconoscono che l'appello ha avuto luogo grazie all'iniziativa del metropolita russo, e in vista della riapertura dei dialoghi con il patriarcato di Serbia.
Da oltre una decina d'anni il nostro sito ha cercato di informare sulla situazione dei cristiani ortodossi in Macedonia, e sugli sforzi fatti per superare lo scisma. Non ci dilunghiamo nei dettagli di questa complicatissima partita a più giocatori, ma non perdiamo la speranza che possa sempre essere "la volta buona" per vedere la fine della crisi, se non altro per tutti i macedoni ortodossi che oggi vivono all’estero (migliaia qui in Piemonte, per esempio) e che meritano di essere trattati con la stessa considerazione di tutti gli altri cristiani ortodossi.
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