Il 9 dicembre, dopo la riunione del Santo Sinodo della Chiesa bulgara, il patriarca Neofit (sopra, nella foto) ha annunciato l'annullamento della consacrazione episcopale, prevista per il 21 dicembre, dell'archimandrita Dionisij (Mishev), una figura controversa nella Chiesa bulgara. Questa reazione sinodale è la conseguenza di un'ondata di proteste che ha coinvolto diversi ambienti ortodossi bulgari, a partire dal monastero di Zografou sul Monte Athos, e si è concretizzata in una petizione con 2000 firme (incluse quelle di un migliaio di sacerdoti) per fermare la consacrazione.
L'archimandrita Dionisij (sopra, nella foto) è accusato di traffico di influenze attraverso le nomine di personaggi discutibili al titolo di arconte (un titolo onorifico dato a pii laici sostenitori della Chiesa, ma oggi desueto in Bulgaria), e soprattutto di intromissioni malsane nel mondo cavalleresco cattolico. Questo aspetto ha a che fare in modo particolare con l'Italia. Una delle gocce che hanno fatto traboccare il vaso è stato un episodio ad Assisi, quando padre Dionisij ha presenziato all'investitura di un cavaliere, stando dietro l'altare cattolico in mantia e pastorale episcopale (ai quali non aveva diritto):
Potremmo trascurare quest'episodio come la storia tragicomica di un Baj Ganjo ecclesiastico, pittoresco e un po' cafone, ma questa storia ha conseguenze più profonde su di noi.
- Per cominciare, ci insegna cosa NON dovrebbero venire a fare in Italia i preti ortodossi. Padre Dionisij va ad Assisi a partecipare a investiture di cavalieri cattolici quando in Italia migliaia di ortodossi bulgari si lamentano dell'assenza di cura pastorale dei loro sacerdoti... non sappiamo se gridare "vergogna!" sia una risposta sufficiente, in questo caso.
- In seguito, ci spiega quanto siano inutili le liaisons dangereuses tra il clero ortodosso e gli ordini cavallereschi. Le relazioni tra cristiani richiedono non solo apertura e buona volontà, ma anche un minimo di intelligenza e di rispetto. Promuovere i rapporti con i cristiani ortodossi a forza di simbolismi cavallereschi feudali (tristemente noti dai tempi delle crociate) è un po' come promuovere i rapporti con gli ebrei a forza di parate militari di sapore nazista. Quando un dono magari ben intenzionato ha conseguenze negative, la cosa più saggia da fare è guardarsi bene dal fare doni simili.
- Infine, ci insegna dove cercare la vera Ortodossia. Non nei titoli ecclesiastici (che pure hanno il loro ruolo, purché non se ne abusi), non nelle riunioni internazionali e neppure nei progetti di cooperazione (che pure in sé non hanno nulla di male), ma nei monasteri, nelle più semplici chiese e parrocchie, nella coscienza del popolo che prega.
Se volete saperne di più, qui potete leggere dei resoconti in bulgaro, in russo e in inglese correlati alla vicenda di padre Dionisij.
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