Il 28 settembre, al Concilio straordinario della Chiesa ortodossa del Giappone a Tokyo, l'arcivescovo Seraphim (Tsujie) di Sendai è stato eletto metropolita di Tokyo e di tutto il Giappone.
La scelta era virtualmente obbligata, perché sua Eminenza Seraphim è oggi l'unico vescovo ortodosso autoctono del Giappone, e dall'11 agosto, dopo la morte del metropolita Daniel (Nushiro), aveva già la carica di locum tenens della sede metropolitana.
Il caso del metropolita Seraphim (al quale auguriamo molti anni felici di servizio primaziale) dovrebbe far riflettere i sognatori di un'Ortodossia italiana a buon mercato: se la Chiesa giapponese, con oltre un secolo di storia autonoma e una serietà a prova di bomba atomica o di tsunami (in tutti i sensi di questi termini), non riesce ancora a formare un episcopato locale capace di occupare le sue stesse cattedre, quanto più da noi si dovrebbe fare attenzione nell'assicurare una struttura in grado di formare in modo indipendente candidati adeguati al servizio arcipastorale.
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