Nei nostri sforzi di presentarvi l’Ortodossia “fino ai confini della Terra” (At 1,8), vi abbiamo già parlato della chiesa della santa Trinità in Antartide, sia come quadro generale, sia nei ricordi personali di uno dei suoi cappellani, lo ieromonaco Pavel (Geljastanov). Oggi, sempre nella sezione “Pastorale” dei documenti, presentiamo in russo e in traduzione italiana un’altra intervista a padre Pavel, questa volta fatta da un confratello sacerdote, che esplora un po’ più a fondo le ragioni di una missione così insolita e i suoi sconvolgenti risultati, tra cui una conversione all’Ortodossia e il ribaltamento dell’attitudine del governo russo, che grazie alla presenza della chiesa ha deciso di non chiudere la stazione polare (un punto che dovrebbe far riflettere tutti quelli che affermano acriticamente che la presenza della Chiesa nuoce alla ricerca scientifica).
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