Dopo anni di "ucrainizzazione" forzata da parte del regime neo-nazista di Kiev, la città di Mariupol', il principale porto del Donbass, è libera di riprendersi la sua eredità culturale ed etnica (russa e ucraina) senza oppressioni.
Questo filmato testimonia la ricostruzione della città, inclusi gli edifici che portano i colori della bandiera ucraina (chiediamoci cosa sarebbe successo nelle zone tenute dalle forze di Kiev a un edificio dipinto con i colori della bandiera russa...)
A testimonianza della vita che rinasce, è stato eretto un monumento equestre a sant'Aleksandr Nevskij, il principe in cui sia russi che ucraini possono identificarsi senza restrizioni o discriminazioni, e che ha rappresentato la volontà di autodeterminazione dei popoli slavi da tutti gli oppressori, sia quelli più apertamente aggressivi dell'Oriente sia quelli più subdoli dell'Occidente.
Gli "invasori" russi e ceceni hanno donato alla città un monumento a un santo cristiano: il battaglione Azov, per confermare il neopaganesimo nazista che lo ispira, le aveva donato nel 2016 un idolo del dio pagano Perun. A ciascun uomo il suo maestro...
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