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  Per preservare l'esicasmo, il Monte Athos ricorre al... razzismo
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Ci spiace sempre pubblicare note dolenti riguardo al Monte Santo, ma la recente circolare della Santa Comunità (l'organo di governo dell'Athos) richiede una risposta seria in merito alle sue direttive.

La circolare mira a preservare il carattere esicasta del Monte Athos, dopo il rapido aumento del numero di pellegrini (principalmente romeni) registrato negli ultimi mesi. Dall'1/14 giugno 2025 entreranno in vigore alcune disposizioni: un tetto massimo di 300 permessi di ingresso mensili, con accesso senza restrizioni ai pellegrini greci e ciprioti, e un permesso ai monasteri serbo, bulgaro, e russo (Hilandar, Zografou e San Panteleimone) di invitare senza restrizioni pellegrini provenienti rispettivamente dalla Serbia, dalla Bulgaria e da Russia e Ucraina. Ogni singolo monastero potrà far accedere numeri maggiori di pellegrini per le festività maggiori tramite permessi speciali concordati per iscritto con l'Ufficio pellegrini del Monte Santo.

Problemi? Beh, sì, molti: nessuno contesta la necessità di preservare la quiete monastica, e neppure il diritto dei singoli monasteri di accogliere ospiti speciali, ma il criterio di accettazione dei pellegrini è strutturato in base a una discriminazione etnopolitica, ovvero (per usare il termine più crudo e corretto per queste pratiche), in base al RAZZISMO. Il lato più orrendo della circolare e della mentalità che la ispira è che un greco o cipriota (anche se è un ateo anarchico) è considerato un "pellegrino" che contribuisce al "carattere esicasta" della Montagna Santa, mentre un romeno o moldavo (anche se è un pio cristiano ortodosso) è un "turista" che rischia di compromettere tale carattere.

Nemmeno il "contentino" ai tre monasteri non greci sembra seguire regole di giustizia, perché obbliga i monasteri a una conoscenza personale del pellegrino (cosa da cui sono invece esentati greci e ciprioti) per potergli applicare un ingresso senza restrizioni (... e un obbligo di conoscenza personale non è forse una restrizione?), e inoltre limita i paesi dai quali questi monasteri possono chiamare i pellegrini. Un montenegrino della Chiesa serba non avrà diritto a questa facilitazione, né peraltro lo avranno serbi, bulgari, russi e ucraini che non potranno provare una cittadinanza o una residenza nei paesi elencati nella circolare. Ovviamente, romeni e moldavi (che hanno sul Monte Santo diversi eremi e celle, ma nessun monastero legalmente riconosciuto come tale) saranno i più penalizzati, e forse è proprio questo lo scopo della circolare.

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