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  Cronaca di un sequestro annunciato (e fallito)
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Martedì 17 giugno 2025 un gruppo di circa 50 sequestratori è entrato con violenza nella cattedrale dello Spirito Santo a Chernovtsy, iniziando a picchiare brutalmente chierici e fedeli. Il sequestro, che arriva dopo un simile tentativo fallito a febbraio, era atteso da un momento all'altro. La polizia è rimasta largamente inattiva (tranne in un caso in cui due degli aggressori che stavano picchiato un prete sono stati arrestati).

La vittima più grave, l'arciprete Vitalij Goncharuk, ha riportato la frattura di alcune costole ed è stato ricoverato d'urgenza per sospetto di lesioni interne.

Con la cattedrale completamente bloccata, militanti armati e coperti con passamontagna sono rimasti di stanza all'interno, aggredendo chiunque tentasse di impedire l'occupazione del luogo sacro. Invece di intervenire per fermare la violenza, la polizia ha formato una barriera umana per impedire ai fedeli della Chiesa ortodossa ucraina di raggiungere la cattedrale.

Intanto, il "vescovo" locale degli scismatici, Bodorjak, ha inviato ai suoi "sacerdoti" un messaggio che è stato intercettato dall'Unione dei giornalisti ortodossi. Qui sotto il testo: "Padri, è accaduto un evento storico: ci troviamo alliinterno della Cattedrale dello Spirito Santo. Oggi è assolutamente necessario venire subito in città e radunarsi con i parrocchiani in segno di sostegno presso la cattedrale! Non è una questione aperta alla discussione. Abbiamo intenzione di rimanere qui anche per la notte. Padri, vi chiedo di prendere la cosa sul serio: aspetto tutti"

Dopo ore di confronto, un migliaio di fedeli e parrocchiani della cattedrale (giunti sul posto nello spazio di un'ora) ha fatto letteralmente irruzione da tutte le parti attraverso la barriera della polizia, e ha iniziato a portar fuori i militanti dall'interno della cattedrale.

I militanti non si sono lasciati portar via senza reagire. Una delle vittime è il metropolita Meletij di Chernovtsy, a cui hanno spruzzato gas lacrimogeno negli occhi. Appena ripresosi, con il volto ancora tumefatto, vladyka Meletij ha iniziato a trasmettere in diretta appelli all'OSCE, alle Nazioni Unite e alla Casa Bianca, chiedendo la salvaguardia dei diritti dei fedeli.

Una volta ripreso controllo della chiesa e dopo un negoziato con la polizia, i parrocchiani hanno concordato di formare un "corridoio" per consentire agli aggressori di uscire dalla chiesa senza ulteriori violenze. La polizia ha scortato i sequestratori fuori dalla chiesa; i fedeli hanno scandito lo slogan "Vergogna!" per esprimere la loro indignazione per le azioni degli aggressori e dei loro complici, mentre questi sono stati condotti dalla polizia verso alcuni autobus e allontanati dalla cattedrale. La polizia ha lasciato l'area insieme ai sequestratori.

Quando la situazione è ritornata alla normalità, il metropolita Meletij ha ringraziato i cristiani della Bucovina per la loro fede incrollabile, la loro presa di posizione a favore della Verità e la loro completa fiducia in Dio. Si è quindi rivolto al patriarca Bartolomeo, a cui ha detto che, concedendo il Tomos agli scismatici, ha "creato il disastro a cui stiamo assistendo ora", e a Dumenko, a cui ha ricordato che la chiesa del suo villaggio natale in Bucovina è ora vuota: "Nel suo villaggio, la chiesa che hanno sequestrato è vuota: la gente è andata a pregare nelle proprie case, mentre l'edificio religioso è deserto. Edifici vuoti, senza fedeli. E questo vale per tutta la Bucovina: ovunque abbiano sequestrato le chiese, vediamo la stessa desolazione. Se pensa che questo sia il modo in cui ci spingerà nella sua cosiddetta chiesa, si sbaglia".

Il metropolita ha affermato che nelle chiese sequestrate le preghiere sono cessate, le liturgie divine sono state interrotte e le preghiere per i soldati che difendono l'Ucraina in Oriente sono state messe a tacere: "Tutta l'Ucraina – e non solo l'Ucraina – l'intero mondo ortodosso ora vede cosa è successo qui. Quello che è successo è che la Chiesa ortodossa dell'Ucraina ha mostrato ancora una volta il suo vero volto".

Questo è invece il volto dell'autentica Chiesa ortodossa ucraina, che per questa volta ha riavuto ciò che è suo:

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