
Sulla pagina Facebook del "vescovo" Gavriil (Krizina) della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono apparse alcune foto della cena di gala offerta al patriarca Bartolomeo durante la sua visita a Kiev. Le abbondanti fritture servite in quello che avrebbe dovuto essere un giorno di digiuno fanno pensare a tre cose:
1. La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" segue ancora il Vecchio Calendario (e pertanto il giorno della cena sarebbe un giorno di digiuno), anche se singole voci al suo interno premono per un cambiamento. Ma finché questo cambiamento non avviene, chi non rispetta i digiuni compie un'azione scorretta. E quando a non rispettare i digiuni è l'intero "episcopato", siamo in presenza di una vera e propria ipocrisia.
2. Per chi cerca un'attenuante dicendo che le fritture possono essere di pesce invece che di carne, ricordiamo che in quel giorno le regole del digiuno ortodosso vietano sia la carne che il pesce.
3. La cena è stata ospitata dall'ambasciata greca a Kiev, e pertanto c'è chi afferma che "quando vai in un paese, segui le regole di quel paese". Questa sarebbe una buona giustificazione per un viaggiatore ortodosso che fa un pellegrinaggio in un paese in cui si seguono regole diverse, ma quando un intero "episcopato" fa una visita a un'ambasciata nella capitale del PROPRIO paese, la giustificazione suona molto stiracchiata, soprattutto alla luce delle pretese di "autocefalia" della presunta Chiesa locale.
In definitiva, piccoli dettagli come il diritto di un prete mitrato di celebrare con la mitra, o il diritto di seguire i propri digiuni secondo il proprio calendario nel proprio paese, non sono così importanti se presi singolarmente, ma tutti assieme provano quanto gli scismatici ucraini siano indifferenti all'Ortodossia e totalmente incapaci di rappresentarla.
|