Il metropolita Philip (Saliba), nato il 10 giugno 1931 in un villaggio del nord del Libano, è deceduto per un attacco cardiaco il 19 marzo 2014 all'età di 82 anni. Per 48 anni, dal 1966, era stato a capo dell'Arcidiocesi Antiochena del Nord America, ed era tra i vescovi ortodossi in America quello di più lunga anzianità di servizio. Abile a destreggiarsi nella politica ecclesiastica, riuscì a guarire una divisione tra due giurisdizioni antiochene in America nel 1975, facilitò l'ingresso di molti convertiti (soprattutto dal mondo evangelico), e riuscì in molti modi a trasformare gli ortodossi antiocheni in Nord America da un'oscura presenza di immigrati mediorentali in un'attiva giurisdizione cosmopolita e missionaria. Le sue scelte spesso spregiudicate, che gli hanno valso talvolta accuse di modernismo o di despotismo, devono essere viste come espressioni dell'acume politico che gli ha permesso di guidare lucidamente il suo gregge fino all'ultimo giorno di vita.
Oggi l'Arcidiocesi Antiochena del Nord America può partire dalle basi sicure che il metropolita Philip è riuscito a garantirle. Molto rimane ancora da fare, soprattutto nel monachesimo, nel quale gli antiocheni sono rimasti indietro rispetto a tutte le altre giurisdizioni (a causa della convinzione - forse sotto certi aspetti fondata - del metropolita che la sua arcidiocesi non era ancora pronta per esprimere un monachesimo come quello da lui conosciuto in Libano e in Siria). Anche la gestione delle conversioni all'Ortodossia, che sicuramente è stata trattata con grande generosità dagli antiocheni in America, andrà rivalutata alla luce delle espressioni multiformi di Ortodossia presenti in Occidente, e del desiderio naturale di massimalismo ortodosso espresso da molti convertiti. Ma quale che sia il loro futuro, gli antiocheni ricorderanno il metropolita Philip come uno dei grandi dell'Ortodossia contemporanea.
Eterna Memoria! فليكن ذكره مؤبّدًا
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