
Da anni siamo colpiti, nelle parrocchie del Patriarcato di Mosca (soprattutto quelle che, per l'alta percentuale di fedeli moldavi, sono più vicine alla pratica dell'Ortodossia romena) da alcuni contrasti con le nostre rispettive pratiche dei sacramenti, e in nessun campo questi contrasti sono così stridenti come nell'Unzione degli infermi (taina Sfântului Maslu, o mistero dell'Olio Santo).
Di fronte alla pratica continua dell'Unzione pubblica, con l'aggiunta di elementi indubbiamente folcloristici ma niente affatto tradizionali, come la trasformazione del centro di una chiesa in un banco di bottiglie d'olio, pacchi di farina e candele accese, sentivamo da anni la necessità che qualcuno, parlando con autorevolezza da una base di conoscenza delle fonti storico-liturgiche romene, ci desse voce per fare un appello a far cessare questi abusi (perché di abusi si tratta!)
La tradizione della Chiesa ortodossa russa conosce la pratica dell'Unzione degli infermi come funzione pubblica, legata al cammino di pentimento e di reintegrazione dell'essere umano, e adatta in particolare alla Grande Quaresima. Per uso antico, questa forma pubblica dell'Olio Santo è officiata nelle nostre chiese UNA VOLTA ALL'ANNO. Ora, anche noi abbiamo i nostri estremisti, che invece sostengono che l'Unzione non deve mai essere officiata in forma pubblica, e pretendono di saperla più lunga del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa, che con il Verbale numero 130 della sessione del 25-26 dicembre 2012 ha dato le linee guida della celebrazione pubblica dell'Olio Santo (noi abbiamo riportato i dati relativi nel blog di questo sito in data 1 maggio 2013). D'altro lato, pressati da richieste sempre più ingenti di celebrazioni dell'Olio Santo, e infestati da tutta una serie di usanze pie ma erronee, abbiamo desiderato a lungo poter dire qualcosa di serio e di efficace a proposito.
Da alcuni giorni, il nostro confratello ieromonaco Petru (Pruteanu) ci ha presentato la risposta che cercavamo, sotto forma di una serie di semplici spiegazioni a un prete romeno disorientato dai diversi usi ma sincero nel suo desiderio di cercare la pratica più corretta e autentica della Chiesa. Presentiamo il testo di padre Petru nell'originale romeno e nella nostra traduzione italiana nella sezione "Domande e risposte" dei documenti.
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