Chi sopravvivrà ancora una generazione, troverà difficile spiegare ai bambini di domani le ragioni dell’indifferenza del mondo alla tragedia dell’Ucraina orientale nel 2014.
Una delle regioni per cui è necessario un aiuto umanitario (ma anche una chiara presa di posizione politica) è che in Donbass è in corso, che lo si voglia ammettere o no, un genocidio. Chi ancora non ci crede, o non vuole crederci, può vedersi questo filmato (lungo, ma non più di uno dei tanti film per cui passiamo volentieri un’ora o più davanti a uno schermo... e se è pieno di immagini raccapriccianti, è proprio perché è la documentazione di un genocidio):
(Video non più disponibile... chiedetevi perché)
Le domande si affollano nella mentre di chiunque si sente (a buon diritto) turbato da ciò che vede. Il fatto di essere stati nutriti per mesi di mezze verità propagandistiche (o di assordanti silenzi stampa) fa sentire indignati. E tra i più indignati sembrano essere gli stessi ucraini a cui sono state fatte promesse vuote e che ora piangono anch’essi i loro morti; potete sentire un po’ di sincere proteste in questo video, girato a Novgorod Volinskij, nell’Ucraina del nord-ovest, dove sono ritornati 83 soldati di una brigata meccanizzata composta da 4700 uomini, per chiedere ai loro capi perché sono stati inviati “a morte certa”:

Ascoltate tutto, ma soprattutto dal minuto 5:00 del video, la madre che non si fa problemi a dire che cosa ne pensa di questa Ucraina.
Gli interventi e le testimonianze utili per capire la situazione sono davvero più di quanto possiamo mettere a disposizione dei nostri lettori. Messi a confronto del poco tempo e del molto materiale, abbiamo scelto di tradurre due testi che riteniamo molto significativi, e che presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti. Il primo è un’intervista a un miliziano di Donetsk, realizzata da Ilja Degtjarov per la versione tedesca del blog Slavyangrad, che dà un’idea della determinazione degli abitanti della Novorossija. Il secondo documento è una delle analisi di Saker, che risponde a chi gli chiede perché non si vede una reazione più evidente a questo genocidio, sia nel resto dell’Ucraina, sia sotto forma di una contro-offensiva da parte della Resistenza del Donbass.
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