Andrej Borisovich Zubov, storico della Russia del XX secolo e uno dei massimi esperti mondiali sul Daghestan e l'area nord-caucasica, è da anni un attento osservatore dei rapporti tra Chiesa e società russa. Quest'anno, in un suo articolo del 1 marzo su Vedomosti.ru, intitolato Это уже было ("È già accaduto"), ha paragonato la situazione attuale della Crimea all'annessione (Anschluss) dell'Austria e dei Sudeti da parte di Hitler. L'articolo ha creato un'enorme onda di indignazione e di riprovazione tra molti dei suoi stessi studenti, tra i quali anche membri del clero ortodosso.
La cosa ci dispiace personalmente, perché da anni consideriamo Andrej Borisovich un amico della nostra parrocchia, e perché queste sue analisi politiche, che NON condividiamo, esprimono per lo meno un desiderio di fondo di difesa della pace. Ci associamo tuttavia a quanti rimproverano al professor Zubov di aver usato un pessimo paragone storico, che si allinea alla campagna di demonizzazione mediatica contro la Russia, mettendo Putin e Hitler sullo stesso livello proprio quando l'Ucraina è governata dopo il recente colpo di stato dall'unico governo apertamente neonazista d'Europa.
Per rimanere nei toni di un confronto civile, riportiamo l'analisi odierna di Andrew Korybko su The voice of Russia, I fatti per cui la reincorporazione della Crimea non è un tipo di Anschluss, nella nostra traduzione italiana, nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti.
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