Il nostro amico Saker riflette nel suo blog sulle conseguenze del conflitto ucraino partendo dal dato di cronaca dell’uccisione nel Donbass dell’anziano cameraman Anatolij Kljan (nella foto), poche ore dopo che la ripresa delle ostilità è stata inaugurata con un bombardamento sulla cattedrale di Slavjansk durante la Liturgia della domenica (leggete il reportage di Tempi, che si conclude con l’amaro commento della diocesi locale, “Neanche i nazisti sparavano contro la propria gente”).
Il tema della riflessione di Saker (che presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti) è il valore strategico della ritirata, una tecnica che i russi hanno imparato bene dalla storia e impiegato più volte nei conflitti. Questo può aiutare a capire lo strano non interventismo della Russia anche a fronte di tante atrocità compiute in modo provocatorio contro il suo stesso popolo.
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