
Il portale italo-albanese Jemi, alla fine dello scorso gennaio, ha riportato con quasi un mese di ritardo la notizia del decesso (avvenuto a Santa Sofia d’Epiro il 23 dicembre 2014) di padre Giovanni Bugliari, l'arciprete della chiesa di san Michele Arcangelo in Via Giolitti, che per oltre un quarantennio si era occupato della pastorale dei cattolici orientali (in particolare degli italo-albanesi) a Torino e dintorni. La nostra comunità ha avuto contatti con padre Giovanni fino dagli anni ’90, quando avevamo chiesto il suo aiuto per stendere un importante capitolo del libro Cristiani d’Oriente in Piemonte. Sulle prime molto diffidente di questo progetto, padre Giovanni alla fine sciolse le sue riserve quando si rese conto che il nostro desiderio era unicamente di provvedere una corretta informazione accademica di base, e si rivelò uno dei più competenti e precisi collaboratori dell’opera. Da questa occasione vennero poi molti altri momenti di incontro e di dialogo, senza alcuna pretesa e con molto rispetto reciproco: una riprova che anche due mondi attraversati da conflitti reciproci, come quelli degli ortodossi e dei cattolici orientali, possono arrivare a un modus vivendi comune molto tranquillo. Non vorremmo dare l’impressione che tale tranquillità sia stata raggiunta spazzando sotto al tappeto le nostre reciproche differenze. Quando ci incontravamo, parlavamo con padre Giovanni di molti aspetti conflittuali, cercando di capire le nostre rispettive posizioni. Un esempio sono i nostri discorsi sulla pratica della ricezione nella Chiesa ortodossa di cristiani provenienti da altre confessioni tramite il battesimo: pratica che padre Giovanni riteneva insensata, e che noi, pur non approvando, cercavamo di spiegargli nelle sue complesse motivazioni storico-teologiche.
Ormai da diversi anni padre Giovanni aveva lasciato Torino e si era ritirato nella sua regione natale, ma la notizia della sua morte ci ha lasciato comunque un gran vuoto. Gli italo-albanesi di Torino e del Piemonte non potranno mai ringraziarlo abbastanza per avere lasciato loro una chiesa completamente rinnovata, e in condizioni impeccabili: proprio in questi giorni, in cui come d’abitudine i fedeli da lui serviti si radunano numerosi in chiesa in occasione del Triduo pasquale, lo ricordiamo anche noi con affetto. Che il Signore gli doni il riposo, e una gloriosa risurrezione.
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