In questi giorni, una delegazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", guidata dal "vescovo" Pavlo (Juristij) di Odessa e Balta, sta girando il Monte Athos con una benedizione (di fatto, un ordine) di visitare tutti i monasteri athoniti da parte del patriarca Bartolomeo.
Poiché il patriarca non è uno stupido, e sa bene che alcuni monasteri hanno già dichiarato che chiuderanno le porte di fronte alla nuova struttura scismatica, la "benedizione" a questa visita suona come un vero e proprio ultimatum del Fanar a tutti quelli che al Monte Athos si oppongono all'ingerenza costantinopolitana in Ucraina.
Finora, il risultato della visita "fraterna" sembra più un bollettino di guerra che un racconto di un pellegrinaggio. Contiamo le vittime:
- Alla sera di giovedì 7 febbraio e al mattino di venerdì 8 febbraio, il monastero Pantokratoros accetta di concelebrare le funzioni serali e la Liturgia con il "vescovo" Pavlo. Si tratta della prima volta in cui a un membro della gerarchia del "patriarcato di Kiev" è permesso compiere un simile atto sul Monte Athos.
- Venerdì 8 febbraio, la confraternita di Nuova Esfigmenu (ritenuta dalla Sacra Comunità athonita la legittima autorità sul monastero di Esfigmenu, occupato da scismatici vecchio-calendaristi), accoglie il "vescovo" Pavlo per la venerazione delle reliquie nella propria cappella. Anche se non c'è stata una concelebrazione, l'esposizione delle reliquie per venerazione è un gesto che di norma non si fa nelle visite di eterodossi e scismatici, e ci si sarebbe aspettati almeno dai monaci di Nuova Esfigmenu una certa sensibilità di fronte a casi di scismatici occupanti di chiese...
- A questo punto, sono pubblicate le rimostranze dell'arcivescovo Amvrosij (Ermakov) di Verej, rettore dell'Accademia teologica di Mosca:
"Davanti ai nostri occhi, uno ad uno, i monasteri dell'Athos si uniscono agli scismatici e commettono un incredibile tradimento degli ortodossi in Ucraina che sono perseguitati, ricattati, picchiati, cacciati dalle loro stesse chiese". Vladyka Amvrosij rivela anche che la delegazione scismatica ha ricevuto dal patriarca Bartolomeo l'ordine di visitare tutti i monasteri del Monte Athos.
- Sabato 9 febbraio l'archimandrita Evlogij, igumeno del monastero di san Panteleimon, fa chiudere le porte del monastero e vieta alla delegazione scismatica l'ingresso sul territorio del monastero russo, dove "non riconoscono il loro sacerdozio e non prevedono di farlo in futuro".
- Il portavoce della Chiesa ortodossa ucraina, l'arciprete Nikolaj Danilevich, denuncia la "desacralizzazione dell'Athos" con parole che dovrebbero rimanere per sempre nei nostri cuori:
"Semplici parroci sposati in Ucraina occidentale, con numerosi bambini, non hanno paura di perdere le loro chiese, non hanno paura di essere espulsi dalle loro chiese, sono costretti a servire nelle case, ma rimangono fedeli alla Chiesa, al loro giuramento sacerdotale, mostrano lo stesso podvig dei confessori, non vanno tra gli scismatici, e alcuni monaci dell'Athos che non hanno famiglie, che non rischiano nulla, che potrebbero essere un modello di fedeltà alla Chiesa, hanno paura di testimoniare la verità".
Padre Nikolaj fa anche notare che, negli stessi giorni in cui i rappresentanti degli scismatici sono a Monte Athos, il governatore dell'Athos Kostas Dimtsas è ad Atene a incontrare l'ambasciatore americano (ed ex ingegnere del colpo di stato del Majdan) Geoffrey Pyatt. Padre Nikolaj conclude che in qualche modo non ne è sorpreso. Neppure noi, batjushka...
- Dalle notizie dell’ultima ora provenienti da Interfax e dall’Unione dei giornalisti ortodossi, sette monaci del monastero di Vatopedi, di origine russa, ucraina e moldava, hanno lasciato Vatopedi domenica 10 febbraio in segno di protesta, dopo che la delegazione scismatica è stata accolta a Vatopedi, e sono passati al monastero di san Panteleimon. Dalle fonti giornalistiche, parrebbe che anche tra i monaci greci di Vatopedi ci sia un forte dissenso nei confronti dell’attitudine della leadership del monastero verso gli scismatici.
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