Arrivano a Semenovka le armi chimiche dell’esercito ucraino: di tratta di bombe incendiarie al fosforo bianco, regolarmente filmate e descritte dagli specialisti, e regolarmente vietate dalle convenzioni internazionali. Ricordiamo che qualcuno sbraitava, non più di una decina di mesi or sono, sull’atrocità dell’uso governativo di armi chimiche in aree abitate da civili in Siria (e non era neppure vero che le usava il governo, ma la macchina della disinformazione non può perdere tempo con simili quisquilie...). Il piano della “pacificazione” dell’Ucraina passa ora per il progetto dei “campi di filtraggio”, dove la popolazione civile del Donbass potrà passare periodi di vacanze a spese del governo, in attesa che i suoi elementi russofili siano “filtrati” e destinati alla deportazione (o peggio). Insomma, siamo tornati ai campi di concentramento, ma che cosa non si fa per esportare la libertà...
Intanto, per non farci mancare nulla, l’Ucraina “democratica” ci fa vedere il rispetto della sovranità internazionale con le ultime gloriose manifestazioni dei propri diritti statali davanti all’ambasciata russa di Kiev.
In un'intervista recente sul suo video blog, Nikolaj Starikov (nella foto), giornalista e attivista politico e sociale russo di vedute conservatrici, spiega i motivi del mancato intervento russo a favore della popolazione del Donbass (a cui abbiamo già dedicato un articolo di approfondimento), e sottolinea alcuni elementi che dovremmo cercare di non ignorare e di non far ignorare:
1 – Le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk non sono ribellioni contro uno stato legittimo, ma contro un governo illegittimo creato con un colpo di stato. Queste entità dovrebbero trattate viste dalla comunità internazionale almeno con lo stesso livello di riconoscimento accordato alla giunta di Kiev.
2 – L'arma principale in una guerra civile è la persuasione. In una lotta per la conquista delle menti e dei cuori, non ci si deve arrendere nel presentare fatti e opinioni (e in questo, purtroppo, la popolazione del Donbass è seriamente svantaggiata, nonostante la recente comparsa di un proprio canale televisivo In Internet, "Новости-Новостей")
3 – Aspettiamoci altre “maidanizzazioni” a catena, se questo deplorevole andazzo di destabilizzazione non sarà fermato. Come Starikov fa notare con cinismo ma anche con assoluto realismo, gettare un paese come l’Ucraina nel caos "costa poco ed è divertente": quale sarà il prossimo governo che gli Stati Uniti cercheranno di far saltare?
Presentiamo una traduzione italiana parziale dell'intervista a Nikolaj Starikov nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
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