(da Pravoslavie.ru)
Il museo nazionale estone della città di Tartu, inaugurato la settimana scorsa alla presenza del presidente estone Ilves, ha tra i suoi reperti un incredibile strumento di tecnologia iconoclasta: una raffigurazione olografica della Vergine Maria, che i visitatori possono prendere virtualmente a calci, frantumandola.


A dimostrazione che la toppa è spesso peggio del buco, il presidente del partito d’opposizione conservatore, Mart Helme, ha chiesto che l’apparato per aspiranti iconoclasti sia rimosso quanto prima, non perché è un calcio in faccia (in tutti i sensi del termine) a ogni tipo di dignità e di sentimento umano, ma perché potrebbe creare “una reazione particolarmente negativa nella comunità di lingua russa in cui le tradizioni religiose sono particolarmente forti”, e questo iconoclasmo virtuale rischia di “ostacolare la loro integrazione”.
Ecco come prendere due piccioni con una fava: insegniamo ai figli della “democratica” Estonia a prendere a calci in faccia la Madre di Dio, e al tempo stesso riconosciamo il pericolo che i trogloditi russi non riescano a “integrarsi” nel paese: magari, se si arrabbiano, possiamo parificare la loro indignazione alle vendette stragiste degli islamisti...
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