Il 31 gennaio del 2016, presso la cattedrale parigina dell'ECOF (Eglise Catholique Orthodoxe de France), c'è stata la consacrazione di Jean-Louis Guillaud come nuovo vescovo ausiliare. In sé, sarebbe solo una delle tante consacrazioni episcopali di una delle tante giurisdizioni "indipendenti" che sopravvivono ai margini del mondo ortodosso, se non fosse per la scelta davvero singolare del secondo vescovo consacratore. Al primate dell'ECOF, Germain (Bertrand-Hardy) si è infatti affiancato il russo Kassian (Mukhin), "vescovo di Marsiglia e dell'Europa occidentale" di una delle tante micro-giurisdizioni nate dallo scisma del metropolita Vitalij (Ustinov) dalla ROCOR, giurisdizioni effimere definite ironicamente "ROCORettes".
Cos'ha di singolare questo accostamento? È una delle più significative rappresentazioni iconiche del principio che abbiamo cercato di sottolineare per molto tempo, ovvero che i gruppi scismatici che si staccano dalla comunione ortodossa, per qualsiasi ragione, finiscono per avere come principio conduttore lo scisma, e non più le ragioni della loro separazione iniziale. In questo caso, vediamo insieme uno degli scismi più "liberali" (vescovi sposati, doppie appartenenze con la massoneria, pratica della comunione aperta a tutti i cristiani indistintamente, commistioni con dottrine e pratiche indo-buddhiste) che si giustifica attraverso la pratica del "rito occidentale", e uno degli scismi più "conservatori" (rimandi alla Russia imperiale, un'ossessione contro il "sergianismo" e le commistioni ecumeniche, un aperto filo-fascismo politico) che si giustifica attraverso la fedeltà alla "tradizione russa". Il risultato non sembra solo comico: sembra surreale. Eppure è una conferma, se mai ve ne fosse bisogno, che gli estremi non solo si toccano, ma si fondono pure.
Non ha molta importanza il fatto che il “vescovo” Kassian sia stato immediatamente estromesso dal suo precedente micro-sinodo. La cosa più importante è che – se fosse stato davvero coerente con i suoi principi – a una giurisdizione così dottrinalmente agli antipodi da quella che lui rappresentava in precedenza, il “vescovo” Kassian non avrebbe dovuto nemmeno avvicinarsi! In questi casi, sentiamo tutta la serietà della massima di Leo Longanesi, citata spesso da Indro Montanelli: "Certi inviti non basta rifiutarli, bisogna proprio non riceverli".
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